La sindrome di Kawasaki è una rara ma grave condizione pediatrica che colpisce i bambini, in particolare quelli di età inferiore ai 5 anni.
Questa sindrome è caratterizzata da infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni in tutto il corpo, inclusi i vasi coronarici che alimentano il cuore.
Le cause non sono ancora completamente comprese, ma il trattamento tempestivo è essenziale per prevenire complicazioni gravi.
Nell’articolo che segue vedremo i sintomi, le cause e le opzioni di trattamento disponibili per la sindrome di Kawasaki nei bambini, fornendo informazioni dettagliate utili.
Cos’è la sindrome di Kawasaki per i bambini
La sindrome di Kawasaki (chiamata anche sindrome dei linfonodi mucocutanei) è una malattia acuta altamente febbrile della prima infanzia.
La causa sottostante è l’infiammazione delle arterie di piccolo e medio calibro (vasculite). La malattia è rara; in Italia ne sono colpiti circa 14 su 100.000 bambini sotto i cinque anni. I ragazzi sono colpiti più spesso delle ragazze. Gli adulti si ammalano molto raramente.
La malattia non è contagiosa e prende il nome dalla persona che per prima la descrisse.
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Quali sono le cause della sindrome di Kawasaki per i bambini
La causa della sindrome di Kawasaki è sconosciuta. Una reazione immunitaria eccessiva può verificarsi a causa di uno o più fattori scatenanti o sostanze precedentemente sconosciuti.
Nelle regioni vascolari colpite si verifica un accumulo di cellule del sistema immunitario, ma la causa scatenante non è ancora chiara.
Potrebbe trattarsi di una reazione a un’infezione; si sospettano soprattutto banali infezioni respiratorie. Si discute anche di una predisposizione genetica, poiché la sindrome di Kawasaki si manifesta più frequentemente nella popolazione asiatica e asiatico-americana.
In rari casi la sindrome simil-Kawasaki può essere scatenata dal SARS-CoV-2 nei bambini. Questa ipotesi si basa sul quadro clinico simile con una reazione infiammatoria dei vasi sanguigni arteriosi (vasculite).
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Quali sono i sintomi della sindrome di Kawasaki per i bambini
La fase acuta è caratterizzata da una febbre alta compresa tra 39 e 40 gradi e dura almeno cinque giorni.
Non risponde agli antibiotici e difficilmente può essere ridotta con farmaci antipiretici. Si verifica quasi sempre una congiuntivite bilaterale non purulenta.
Le labbra sono spesso secche e gonfie. La lingua e la mucosa orale sono spesso intensamente rosse. Le papille della lingua possono essere chiaramente visibili, in apparenza si chiama “lingua a fragola”, e per questo a volte può essere confusa con la scarlattina.
Spesso si verifica un’eruzione cutanea non pruriginosa. Tipici sono anche gonfiore e arrossamento dolorosi alle mani e ai piedi, nonché gonfiore dei linfonodi cervicali.
Nella seconda-terza settimana, lo strato superiore della pelle inizia a staccarsi, a partire dalle dita.
Di questa malattia si teme l’infiammazione delle arterie coronarie perché, tra le altre cose, può portare al rigonfiamento della parete vascolare e formare un aneurisma.
Quali sono le cure?
Se non trattata, la malattia dura circa dodici giorni ed è autolimitante, cioè guarisce da sola. Tuttavia, il trattamento precoce accorcia il decorso della malattia e riduce il rischio che si formi un aneurisma nelle arterie coronarie.
Quindi è sempre consigliabile un trattamento precoce della sindrome.
La terapia farmacologica consiste nella somministrazione di alte dosi di immunoglobuline (anticorpi) per via endovenosa, nonché nella somministrazione di acido acetilsalicilico (ASA) in dosi elevate fino alla scomparsa della febbre.
Non utilizzare mai da soli questi metodi, ma solo dopo aver consultato un medico, poiché può causare gravi effetti collaterali nei bambini.
Sarà il medico a stabilire la terapia migliore. Se la terapia menzionata fallisce, si possono prendere in considerazione anche i corticosteroidi.