Matteo Politi, veneziano di 43 anni ora sottoposto all’obbligo di firma a Mestre, nel 2011 ha patteggiato a Verona e a marzo di quest’anno è stato condannato in appello a Bucarest per aver truffato pazienti e colleghi operando come chirurgo estetico pur avendo, secondo l’accusa, solo la terza media e, dunque, né il diploma né la laurea. È di pochi giorni fa la notizia dell’archiviazione dell’ipotesi di falso, dal momento che il procuratore di Bucarest Ion Rascota nell’ordinanza del 6 giugno 2023 ha definito autentica la laurea in medicina conseguita da Politi a Pristina, in Kosovo. Politi, che si è definito “vittima di un gioco al massacro“, ha sempre respinto le accuse, affermando di non aver commesso “alcunché di illecito nello stato rumeno“.

Matteo Politi: “Laurea presa in Kosovo. Arrestarmi è stata un’ingiustizia”

Nel ricostruire la sua storia, Politi ha raccontato di essersi diplomato in Kosovo nel 1999 e poi laureato all’Università di Pristina in Kosovo il 23 ottobre 2013, prima dell’ingresso in Romania: entrambi i documenti “sono depositati agli atti del Tribunale Rumeno e dichiarati autentici“. Nel 2011 ha patteggiato a Verona (l’accusa era di esercizio di attività professionale senza titolo abilitativo previsto) perché “gli stessi titoli scolastici ed accademici purtroppo non avevano trovato riconoscimento ed equiparazione in Italia a quelli dello Stato“. I legali di Politi, Leonardo Ferlito, Francesco Gianzi e Valentin Stoica, ora stanno lavorando in tale direzione.

Per quanto riguarda, invece, la condanna di Bucarest per falso e per presunte lesioni ad alcune pazienti, Politi sostiene che le denunce erano state confezionate “solo per ottenere degli indebiti risarcimenti economici da parte di persone prive di qualsivoglia scrupolo morale“. Politi ha parlato di un “gioco al massacro” portato avanti nei suoi confronti dal procuratore della prima inchiesta, il quale ha fatto pressione alla struttura universitaria al fine di negare l’esistenza dei titoli professionali di Politi: “Tutto ciò è agli atti del procedimento romeno che mi ha scagionato da ogni accusa“.

In Romania ho esercitato legittimamente sotto ogni profilo la professione sanitaria di chirurgo estetico. La mia attività è stata svolta in perfetta osservanza delle norme romene in campo medico, sanitario e imprenditoriale.

Politi: “Un domani mi vedo a fare legittimamente ciò per cui ho studiato, il medico chirurgo”

Tornando a parlare degli anni universitari, Politi spiega di aver scelto di intraprendere la specializzazione in chirurgia estetica per seguire il desiderio di “curare i difetti del corpo umano che rendono le persone insicure di loro stessi e le limitano nella loro personalità“, provando un senso di appagamento nel rendere felice i pazienti:

Non si tratta di “bellezza per la bellezza”, nel mio caso l’intento era la “bellezza per l’intima sicurezza”. Ho sempre operato per rendere il corpo umano armonico nel suo insieme e posso con orgoglio affermare di non essere parte di quella chirurgia estetica che invece di migliorare la persona la rende purtroppo spesso ridicola.

I mesi trascorsi in carcere, prima a Bucarest, poi in Italia, rappresentano per Politi il “momento più basso della mia vita, mi sono sentito perso in un mare di ingiustizia nel quale rischiavo di annegare“. Adesso il 43enne si trova a Mestre, dove vede il supporto delle persone della città ed è affiancato dai genitori. Il desiderio di Politi adesso è quello di tornare “a fare legittimamente ciò per cui ho studiato, il medico chirurgo“.