Nei giorni scorsi è arrivata un’importante novità sulle pensioni di vecchiaia e su chi esce dal lavoro in questo e nei prossimi anni. Il requisito anagrafico di chi sia prossimo alla pensione rimarrà bloccato fino a tutto il 2026. Non ci sarà, pertanto, alcun aumento legato alla speranza di vita, con la conferma dei 67 anni di età anche nel biennio 2025-2026.

Il meccanismo di indicizzazione dell’età all’aspettativa di vita è in vigore da oltre dieci anni e determina gli aumenti più consistenti dell’età necessaria per la pensione, soprattutto per quanto riguarda le lavoratrici. Le donne, infatti, nel giro di pochi anni, hanno visto pareggiare la propria età di uscita con quella degli uomini.

Tuttavia la speranza di vita, per il terzo biennio di seguito, ha segnato una decrescita. Ciò significa che, per la popolazione con almeno 65 anni di età – che è quella sulla quale l’Istat effettua i calcoli sugli sviluppi demografici inerenti la previdenza – la speranza di vita è leggermente in decrescita.

Pensioni vecchiaia fino al 2026, ecco chi esce

Con la riduzione della speranza di vita della popolazione ultra 65enne, l’Istat ha certificato che anche nel biennio 2025-2026 l’età per la pensione di vecchiaia rimarrà stabile. A tal proposito, si ricorda che anche i requisiti contributivi necessari per la pensione anticipata rimarranno bloccati fino a tutto il 2026, come stabilito dal decreto 4 del 2019.

Per effetto di quest’ultimo provvedimento, gli uomini possono uscire in anticipo rispetto all’età della pensione di vecchiaia se hanno maturato 42 anni e dieci mesi di contributi; per le donne, invece, vige l’anno di sconto, motivo per il quale sono sufficienti 41 anni e dieci mesi di contributi versati.

Calcolo requisiti previdenziali e contributivi

Sia la pensione di vecchiaia che quella anticipata subiranno modifiche, nei requisiti anagrafici e contributivi, solo a partire dal 1° gennaio 2027. Sulla pensione di vecchiaia, tuttavia, il ministero del Lavoro dovrà tener conto del mese di riduzione della speranza di vita calcolato per il biennio 2025-2026. Ciò deriva dal fatto che i mesi in negativo di aspettativa di vita non possono determinare una riduzione del requisito anagrafico, ma dovranno essere sottratti alla rilevazione successiva. Il provvedimento si trova nella Gazzetta Ufficiale numero 243 del 18 ottobre 2023.

Pensioni, aggiornati i requisiti di età dei prossimi anni

I requisiti anagrafici della pensione di vecchiaia sono stati modificati dalla riforma Fornero del 2011. In particolare, i lavoratori dipendenti del settore privato potevano uscire a 66 anni di età nel 2012, mentre l’incremento a 67 anni è scattato nel 2021. Per le lavoratrici del settore privato, nel 2012 si poteva uscire a 62 anni, requisito modificato nel 2014 (63 anni e sei mesi), nel 2016 (65 anni) e nel 2018 (66 anni). A decorrere dal 2021 anche le lavoratrici escono a 67 anni di età.

Per tutti, il requisito dei contributi è pari a 20 anni. Chi si trovi nel regime contributivo puro (cioè sia stato assunto per la prima volta dopo il 31 dicembre 1995), nel caso in cui non raggiungesse i 20 anni di contributi entro i 67 anni, può andare in pensione a 71 anni con 5 anni di versamenti.

Pensioni vecchiaia, ecco chi esce nel 2023-2026

Per effetto della conferma dei 67 anni di età per andare in pensione di vecchiaia, si può calcolare la propria data di uscita semplicemente dalla data di nascita. Infatti, considerando che fino al 31 dicembre 2023 continueranno a uscire tutti i lavoratori nati entro il 31 dicembre 1956, il prossimo anno potranno uscire dal lavoro i nati del 1957. Di seguito, nel 2025, potranno uscire i nati nel 1958 e, infine, nel 2026 i classe 1959.