Il secondo acconto delle partite Iva, che può essere pagato a rate da gennaio 2024 anziché in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2023, coinvolgerà 3,5 milioni di contribuenti. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei contribuenti (il 90%), di persone fisiche in possesso di partita Iva, con limite di compensi e ricavi nell’anno di imposta 2022 non eccedente i 170mila euro. E’ quanto stabilisce l’articolo 4 del decreto legge numero 145 del 2023 (cosiddetto decreto “Anticipi”), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 244 dello scorso 18 ottobre.

Il provvedimento, collegato alla legge di Bilancio 2024, consente di rinviare a gennaio prossimo il pagamento del secondo acconto risultante dalla dichiarazione dei redditi. Il relativo importo si può suddividere in cinque rate mensili a partire da gennaio 2024. Tuttavia, non sono poche le limitazioni e i paletti ai quali i contribuenti dovranno prestare attenzione, a iniziare da chi possa ricorrere a questo istituto e quali siano i redditi rientranti nell’agevolazione.

Acconto partite Iva a rate da gennaio 2024: chi può rateizzare e per quali imposte

Arriva il pagamento a rate del secondo acconto delle partite Iva, la cui scadenza, normalmente fissata al 30 novembre, slitta a gennaio prossimo, con possibilità di versare poco per volta. A prevedere la nuova modalità di pagamento dell’acconto del 2023 relativo al periodo d’imposta 2022 è il decreto legge 145 del 2023 (decreto “Anticipi”) che ha stabilito una serie di istituti tra i quali questa agevolazione a favore delle partite Iva. Al posto della scadenza del 30 novembre 2023, il provvedimento consente il pagamento in cinque rate mensili a partire da gennaio 2024. Tuttavia, il decreto legge 145 del 2023 prevede una serie di regole affinché si possa pagare a rate.

In primis, il pagamento a rate è previsto per il solo anno 2023, in attesa dell’entrata in vigore dei decreti attuativi della legge delega di riforma fiscale, quest’ultima approvata dal Parlamento la scorsa estate. Sono ammessi al pagamento rateale i soli possessori di partita Iva. Dall’ambito soggettivo della norma risultano esclusi, pertanto, tutte le società e gli studi associati, nonché anche i loro soci e associati nel caso in cui non abbiano, a loro volta, una posizione personale.

Acconto partite Iva rate 2024, chi deve effettuare il pagamento entro il 30 novembre 2023

Rimangono fuori dal perimetro dei soggetti che possono versare a rate il secondo acconto di novembre 2023 anche le persone fisiche che non siano titolari di partita Iva, a prescindere dal tipo di reddito prodotto. Il decreto legge 145 del 2023 fissa anche il tetto massimo di compensi e di ricavi che i soggetti indicati devono rispettare per la fruizione del piano rate di gennaio.

Il limite, infatti, è pari a 170mila euro. Pertanto, per i soggetti che nel modello dei Redditi del 2023 abbiano dichiarato un volume di compensi e di ricavi eccedente rispetto a detto importo, persiste l’obbligo di effettuare il pagamento per l’acconto secondo le regole consuete, ovvero entro il 30 novembre 2023.

Come effettuare il versamento rateale e in un’unica soluzione

Il pagamento a rate dell’acconto, inoltre, si riferisce esclusivamente alla dichiarazione dei redditi, tenendo fuori sia l’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) – peraltro non pagata più già dalle persone fisiche – che i contributi assistenziali e previdenziali, nonché i premi assicurativi Irap.

In alternativa al piano rate da pagare in cinque mesi da gennaio prossimo, il decreto 145 stabilisce anche la possibilità per i soggetti obbligati di effettuare il versamento in un’unica soluzione con scadenza fissata al 16 gennaio 2024. Le cinque rate mensili, invece, hanno sempre scadenza fissata al 16 del mese, iniziando il piano dal 16 gennaio 2024 e proseguendo fino al 16 maggio successivo.

Per le rate susseguenti alla prima, è previsto il pagamento degli interessi che sono calcolati secondo quanto prevede il comma 2, ,dell’articolo 20, del decreto legislativo numero 241 del 1997. Il tasso di interesse attuale è del 4 per cento.