Il 6 aprile di 26 anni fa, ci fu letteralmente un passaggio di consegne: Pioli e Allegri cosa facevano nel 1996/1997, quando la Juventus campione d’Europa e del mondo in carica sconfisse il Milan al Meazza per 6-1?
Intanto sappiamo che domenica sera i due, oggi allenatori rispettivamente di Milan e Juve si affronteranno per l’ennesima volta in carriera in occasione della 9ª giornata di campionato che mette di fronte le loro squadre.
Stefano Pioli e Massimiliano Allegri sono tra l’altro i due tecnici che si sono incrociati di più, per l’esattezza 21 volte. L’allenatore emiliano ha avuto modo di confrontarsi con il tecnico livornese da 6 panchine differenti: Chievo Verona, Bologna, Lazio, Inter, Fiorentina e Milan.
Il bilancio è decisamente a favore di Massimiliano Allegri che ha vinto 15 volte ogni volta che si scontrato con il collega ad ha perso solamente 2 volte. Solo in 5 occasioni non è uscito vincitore né l’uno né l’altro.
C’è un dato molto curioso che li coinvolge, anzi che fa più contento Pioli che non Allegri. Da quando Allegri ha deciso di ritornare ad allenare la Juve non è stato più capace di vincere contro Pioli, nelle due stagioni precedenti il tecnico parmense sulla panchina del Milan ha strappato prima due pareggi nel 2021/2022 e poi due vittorie nel 2022/2023.
Nella stagione 1996/1997 invece tra Milan e Juventus finì in modo impeccabile per la Juve che travolse i rivali rossoneri col risultato di 6-1 in trasferta a San Siro, ma Pioli e Allegri in quella stagione cosa facevano? Giocavano, allenavano, dov’erano?
Pioli e Allegri cosa facevano nella stagione 1996/1997
L’annata 1996/1997 era iniziata all’insegna della Juventus campione d’Europa in carica che prima a novembre grazie ad un eurogol di Del Piero a Tokio si laureò campione del mondo vincendo contro il River Plate la Coppa Intercontinentale e poi dopo una cavalcata incredibile in campionato la sera del 6 aprile 1997 pose attraverso un dominio ineccepibile la mano sul suo 24esimo scudetto allorché Zidane, Vieri e soci imposero una dura lezione di calcio al Milan con un 1-6 storico.
Dunque quando Zidane, 2 volte Vieri e 2 volte Jugovic e infine Amoruso trafissero Sebastiano Rossi, Pioli e Allegri cosa facevano?
Erano tutti e due ancora calciatori professionisti, mentre Pioli quasi a fine carriera giocava in C1 con la Pistoiese dopo essere stato ceduto dal Padova nella sessione invernale di calciomercato, Allegri giocava la prima parte di stagione col Perugia in A e poi la seconda parte in serie B al Padova.
Ironia della sorte hanno fatto parte della stessa rosa del Padova nella stessa annata ovvero nella stagione 1996/1997 ma non hanno giocato insieme perché uno è andato via e l’altro è arrivato.
Pioli e Allegri: Milan e Juve nel loro destino
Stefano Pioli ha giocato con la Juventus e ha vinto anche dei titoli sotto la guida di Giovanni Trapattoni. Uno scudetto, una supercoppa europea e una coppa campioni sono i trofei che ha collezionato con la squadra bianconera ma non l’ha mai allenata.
Allena però da tre anni il Milan, fortemente voluto da Paolo Maldini è riuscito a vincere il 19esimo scudetto della storia del club che ha coinciso col suo primo titolo italiano da allenatore di serie A.
Massimiliano Allegri non ha giocato nella Juventus e nemmeno nel Milan, a differenza di Pioli pur essendo dotato di qualità calcistica eccelsa non ha mai avuto la fortuna di vestire la maglia di una big.
In compenso quello che non è riuscito a fare da calciatore se l’è preso con tutti gli interessi da allenatore. Al primo anno sulla panchina del Milan nel 2010/2011 ha vinto subito lo scudetto per l’esattezza il 18esimo del club rossonero e poi qualche anno più tardi trasferitosi a Torino per allenare la Juventus si è reso protagonista di vittorie e record ineguagliabili. Ha vinto 5 scudetti di fila come solo Carcano dal 1930 al 1935 ha fatto, 4 copps Italia consecutive e tre supercoppe italiane.
Ha purtroppo per lui e per la Juventus incontrato nelle finale del 2015 e del 2017 di Champions, il più forte Barcellona di sempre e uno stratosferico Real Madrid che gli hanno negato a gioia di alzare la Coppa dalle grandi orecchie.