Il primo impatto con il mondo del lavoro di una studentessa è segnato da pesanti molestie sessuali subite durante lo stage, ma la 19enne denuncia e manda a processo il datore di lavoro che per mesi la tormentava con apprezzamenti, domande inopportune e anche tentativi di approccio fisico.
Molestie sessuali durante lo stage: la denuncia di una 19enne, nei guai il datore di lavoro
Il primo impatto con la vita vera fuori dalla scuola, con il mondo adulto, quello del lavoro e della professione, per una giovane studentessa è stato segnato da un altro bel bagno di realtà fuori dal contesto scolastico: quello con le molestie sul posto di lavoro. Che per lei sono arrivate ben prima di una regolare assunzione.
La giovane di 19 anni che nelle scorse ore a Torino ha denunciato il responsabile dello studio professionale in cui svolge uno stage, era entrata in quel luogo già durante l’ultimo anno di liceo, come previsto dall’alternanza scuola-lavoro. Poi, le era stata riconosciuta la possibilità di svolgere nello stesso studio di dottori commercialisti uno stage.
Si tratta di due canali, spesso poco o per niente retribuiti che permettono a molti giovani di mettere per la prima volta piede nel mondo dell’attività lavorativa. Momenti importanti per chi sta facendo i primi passi per costruire la propria vita adulta.
Per la ragazza protagonista di questa vicenda però, questi primi passi nella vita ‘dei grandi’ si sono tradotti nell’esperienza diretta anche dei lati oscuri della vita adulta, concretizzatisi nella scoperta che su un posto di lavoro, ciò che può venir chiesto a una persona, una ragazza o una donna in particolare, in stage, quindi anche in una posizione di inferiorità contrattuale, non è solo efficienza, concentrazione, o volontà di imparare, ma anche la “pazienza” per subire apprezzamenti pesanti, commenti fuori luogo, continue allusioni sessuali fino ad approcci fisici. Il calvario di una ragazza che, alla fine, esasperata, si è fatta forza e ha deciso di denunciare il datore di lavoro, è durato mesi. La ragazza sarebbe stata infatti “attenzionata” sin da subito dall’uomo, e già al momento della sua esperienza nello studio per l’alternanza scuola-lavoro sarebbero iniziati i commenti sgradevoli, che si sono fatti poi sempre più pesanti e numerosi, espressi anche di fronte a colleghi. Uno stillicidio fatto di domande gravemente inopportune sulla sfera intima della ragazza, apprezzamenti imbarazzanti, situazioni che hanno alimentato di giorno in giorno il disagio crescente di recarsi sul luogo in cui la giovane sperava di fare soprattutto la sua prima esperienza lavorativa.
Dagli apprezzamenti pesanti all’approccio fisico: la procura rifiuta il patteggiamento
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha comprensibilmente spaventato ancor di più la ragazza è stata in occasione del momento in cui l’uomo, dalle parole ha deciso di passare i fatti. E dagli approcci verbali sarebbe passato all’approccio fisico, cercando di costringere la malcapitata a baciarlo. Un avvicinamento fisico che non è rimasto unico ma si sarebbe ripetuto, finché la diciannovenne, non potendone più, ha deciso di sporgere denuncia contro il datore di lavoro.
Le prove raccolte dalle indagini della procura, hanno convinto il magistrato a respingere la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali dell’uomo che è stato rinviato a giudizio ed ora sarà chiamato a rispondere delle molestie sessuali ai danni della diciannovenne in stage presso il suo studio commercialista, direttamente davanti a un giudice in tribunale.
Secondo una recente pronuncia della Cassazione, sul luogo di lavoro il licenziamento disciplinare è possibile anche nel caso di pesanti allusioni sessuali, una forma di molestia, a prescindere dal contesto e dal successivo o contestuale approccio fisico alla vittima, In questo caso, ad agire le molestie è però il datore di lavoro, che si sottoporrà nei prossimi mesi al giudizio della magistratura.