Gli alunni di un liceo scientifico di Francavilla Fontana, nel brindisino, si ritrovano a studiare e dibattere il libro del generale Vannacci a scuola. “Il mondo al contrario” è stato scelto infatti da una docente nel percorso didattico di educazione civica sul tema del pensiero critico.
Il libro del generale Vannacci si studia a scuola: “Il mondo al contrario” nell’ora di educazione civica
Alla preside Giuseppina Pagano sembra strano il clamore sollevatosi intorno alla scelta di un’insegnante dell’istituto superiore da lei guidato, il liceo scientifico Ribezzo di Francavilla Fontana in provincia di Brindisi, di adottare come lettura per il percorso didattico di educazione civica di una quinta classe il libro dell’ormai famoso generale Roberto Vannacci “Il mondo all’incontrario”, e all’Ansa dice di non capire “davvero il problema dove sia” e di aver registrato a fronte della singolare scelta, solo la protesta di un unico genitore.
La preside Pagano pur avendo un impiego pubblico in Salento deve aver preso qualche mese di aspettativa ed essersi trasferita temporaneamente su Marte negli scorsi mesi, perché altrimenti, comunque la si pensi, una certa reazione su questa scelta di una sua docente, avrebbe dovuto aspettarsela.
Perché il libro in questione ha suscitato, al momento della sua uscita, una bufera di polemiche che sono durate settimane ed è oggetto di accuse di xenofobia, omofobia e sessismo, tanto per citarne due. Tra chi si è erto a difensore del pensiero critico e della possibilità di svegliarsi la mattina e pubblicare qualsiasi cosa passi per la testa anche essendo un alto ufficiale e rivestendo un ruolo importante all’interno di un’istituzione, e chi invece ha immediatamente condannato il fatto, sia sul piano formale dell’inopportunità di prese di posizione discutibili da parte di alto ufficiale dell’esercito, sia di merito, relativamente al contenuto di “Il mondo al contrario”.
Aspettarsi che la scelta di un’insegnante di una scuola pubblica di proporre quel testo così discusso ad una classe di maturandi passasse sotto silenzio, è un atteggiamento da attribuire, se non alla vacanza su Marte, a una dose abbondante di ingenuità.
Ma tornando al fatto, a scegliere il discusso titolo scritto dal generale Roberto Vannacci in cui l’ufficiale ha racchiuso una summa del suo pensiero su argomenti vari come femminismo, immigrazione, diritti LGBTQ+, “non si può più dire niente” e quant’altro, è stata una docente che si occupa del corso di educazione civica, il cui tema centrale è “Il pensiero critico”.
La preside ha tenuto a riprendere le parole della stessa docente che ha sostenuto di aver fatto tale scelta anche perché “per prendere le distanze da un libro bisogna leggerlo.” E questo non fa in effetti una piega, ma questo vale per “Il mondo al contrario” come per tutti gli altri mai prodotti. Perché dibattere proprio di quello pensando già di dover poi prendere le distanze terminata la lettura? Ed ecco le spiegazioni.
Il libro è stato scelto, secondo quanto spiegato all’ agenzia dalla preside Pagano, per stimolare il pensiero libero dei ragazzi e perché tratta di argomenti con cui poi i ragazzi vengono a contatto anche al di fuori della scuola. Giuseppina Pagano ha anche sottolineato che stimolare il dibattito su quei temi in un ambiente come la scuola, con ragazzi che si stanno preparando all’esame di stato è importante, perché sono abbastanza grandi e nel percorso di dibattito non vengono abbandonati come accade quando si imbattono su certi temi navigando nei social network per esempio, ma seguiti dai docenti.
A chi le ha fatto notare che il pensiero critico dei maturandi poteva essere anche stimolato con un libro di Calvino o altri, la direttrice scolastica ha sottolineato che il libro del generale avrebbe avuto più presa sugli studenti proprio in forza del fatto che è stato, parole sue: “travolto dalla cresta dell’onda”. La preside, non si sa bene perché, sottolinea inoltre che nessuno studente è stato spinto ad acquistare il libro del generale (già best seller su Amazon), e che molti lo avevano già in pdf.