Sono state fissate le date per la domanda dei contributi a fondo perduto del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per le consulenze riguardo all’innovazione dei beni 4.0. Le pratiche si potranno iniziare a compilare sul portale messo a disposizione a partire dal 26 ottobre 2023. Gli incentivi mettono a disposizione dei richiedenti fino al 50 per cento di contributi a fondo perduto sulle spese sostenute e ritenute ammissibili dalle condizioni fissate dal bando del ministero. In tutto, le risorse stanziate ammontano a 75 milioni di euro.

La misura consente alle imprese di ottenere consulenze qualificate dal punto di vista della transizione tecnologica e digitale delle imprese, per mezzo di professionisti qualificati, il cui elenco può essere consultato sul portale del Mimit.

Contributi a fondo perduto Mimit innovazione beni 4.0, fissate le date per la domanda

Si potranno iniziare a compilare dal 26 ottobre 2023 le domande per la richiesta dei contributi a fondo perduto dei fondi messi a disposizione dal ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) per le consulenze relative all’acquisto di beni 4.0. L’obiettivo è quello di sostenere la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, in particolare per le piccole e medie aziende.

Tutto il tessuto produttivo potrà avvalersi della consulenza di figure manageriali e di professionisti qualificati che possano sostenere le realtà aziendali nelle scelte di ammodernamento dell’assetto gestionale e organizzativo delle imprese.

Contributi consulenze 4.0, dove trovare l’elenco dei professionisti Mimit

L’elenco dei professionisti qualificati può essere consultato sul portale del Mimit. I consulenti possono supportare l’impresa anche nell’accesso ai mercati finanziari e di capitale. Dopo la compilazione della pratica che può essere predisposta già dalle ore 12 del 26 ottobre prossimo, le imprese possono procedere con l’invio vero e proprio della domanda degli incentivi a decorrere dal 29 novembre 2023. Ecco quali sono gli incentivi del bonus transizione 5.0 del 2024.

Quali sono le spese ammissibili dal bando Mimit

Le imprese ammesse alla richiesta degli incentivi sulle consulenze aziendali del Mimit sono le piccole e medie imprese e le reti di imprese, di numero non inferiore a tre Pmi, che sostengano costi per la consulenza nelle materie di Beni 4.0 e Imprese 4.0. Sostanzialmente si tratta di spese di consulenze specifiche relative all’implementazione di tecnologie avanzate, quali:

  • big data;
  • prototipazione rapida;
  • robotica;
  • realtà aumentata e realtà virtuale;
  • sicurezza cybernetica;
  • stampa in 3D;
  • integrazione delle procedure di produzione in azienda con le tecnologie digitali;
  • apertura del capitale di rischio alle procedure di venture capital o di private equity;
  • implementazione di nuovi strumenti di finanza alternativa, quali invoice financing, crowdfunding, ricorso ai mini bond.

Come stipulare il contratto con i manager e professionisti di transizione digitale

Le consulenze devono essere effettuate da professionisti specializzati, il cui albo si trova sul portale del ministero. Le imprese che si dovessero avvalere di questi servizi dovranno inserire il contratto di consulenza, di durata minima di 9 mesi. Il contratto deve essere sottoscritto sia dal legale rappresentante dell’impresa che dal professionista stesso e deve presentare data successiva a quella nella quale l’impresa abbia inoltrato la domanda degli incentivi.

Quanto spetta di incentivo a ogni impresa?

I contributi a fondo perduto che verranno erogati a favore delle piccole e medie imprese per le consulenze in beni. 4.0 sono differenti a seconda delle tipologia di azienda richiedente. Infatti, per le micro e piccole imprese, il contributi è fissato nel 40 per cento delle spese ritenute ammissibili. Il tetto di contributi richiedibili è fissato in 40.000 euro.

Per le imprese di medie dimensioni, invece, il contributo a fondo perduto è pari al 30 per cento delle spese ammissibili dal bando del ministero. Infine, per le reti di impresa si arriva a contributi a fondo perduto del 50 per cento, con un tetto di costi fissato a 80.000 euro.