In Italia, la bolletta energetica cambia notevolmente da una città all’altra. Le variazioni possono dipendere da numerosi fattori, ma uno studio recente ha portato alla luce alcuni dati significativi sul mercato energetico italiano.
Nel periodo compreso tra giugno 2021 e settembre 2023, le bollette di luce e gas in Italia hanno registrato significativi aumenti. Infatti, secondo le statistiche dell’Unione Nazionale Consumatori, basate sull’indicatore Istat dedicato all’Energia elettrica, gas e altri combustibili, l’aumento medio nazionale si è attestato al 68,1%. Tuttavia, alcune città hanno registrato rincari che sfiorano il 90%.
Bollette luce e gas: variazioni da giugno 2021 a settembre 2023
Durante questo periodo, il mercato libero ha visto un significativo aumento dei prezzi dell’elettricità, con un incremento del 109,6%. Al contrario, il mercato tutelato ha registrato un aumento più modesto, del 21,3%. Analizzando i dati sul gas, nel dicembre 2021, il mercato libero ha mostrato un aumento del 47,4% mentre il mercato tutelato ha evidenziato una diminuzione dell’11,4%.
La differenza tra i prezzi nei due mercati è quindi evidente. Ad esempio, nel dicembre 2022, il mercato tutelato ha registrato una diminuzione dei prezzi dell’elettricità del 52,4% rispetto al 45,6% nel mercato libero. Analogamente, il gas nel mercato tutelato ha visto una diminuzione del 38,8%, a fronte di una diminuzione del 37,2% nel mercato libero.
Anche in settembre 2023, il mercato tutelato ha continuato a offrire prezzi più bassi. La luce ha mostrato una diminuzione del 27,6% rispetto a settembre 2022 nel mercato tutelato, mentre nel mercato libero la diminuzione è stata dell’8,7%. Analogamente, il prezzo del gas nel mercato tutelato ha visto una riduzione del 29,8%, rispetto al 5,6% nel mercato libero.
La stabilità offerta dal mercato tutelato ha contribuito a proteggere i consumatori da forti variazioni dei prezzi. Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’UNC, ha sottolineato la necessità di mantenere il mercato tutelato attivo fino almeno gennaio 2025, date le attuali tensioni internazionali che influenzano i prezzi energetici, al fine di garantire sicurezza sia ai consumatori italiani sia agli operatori del settore.
Aumento bollette luce e gas: le città più colpite dagli incrementi
Aosta e Alessandria sono risultate essere le città con le maggiori variazioni dei prezzi. Aosta ha visto un aumento del 94,6%, mentre Alessandria ha registrato un +85,3%. Questi dati sono stati elaborati in base alle informazioni Istat aggiornate a settembre 2023. A Cuneo, invece, le tariffe sono cresciute dell’83,2%.
Segue una serie di altre città del Piemonte, come Vercelli (+82,8%), Biella (+82,1%), Torino (+81,3%) e Novara (+80,3%). Fuori dal contesto piemontese, Teramo ha segnato un +78,4%, Campobasso un +77,5% e Imperia ha chiuso la top ten con un +77,3%.
Per città che hanno ricevuto gli incrementi più alte, ci sono altre che hanno avuto aumenti tariffari più contenuti. Tra queste, spicca Potenza, che nonostante abbia subito degli aumenti, ha registrato il rialzo meno pronunciato con un +46,4%. Napoli ha visto le tariffe crescere del 55,4%, mentre Reggio Calabria ha subito un aumento del 55,9%.
Le tendenze di settembre 2023
Settembre 2023 ha portato dati interessanti in termini di tendenze. Aosta, sebbene abbia avuto il rialzo più alto nel confronto con giugno 2021, ha registrato un incremento limitato del 3,9% rispetto all’anno precedente. Allo stesso modo, città come Alessandria, Genova e Cuneo hanno visto modesti aumenti rispetto all’anno precedente.
Da un punto di vista positivo, alcune città hanno assistito a una significativa riduzione delle tariffe. Bolzano e Trento hanno registrato i cali più significativi, con una diminuzione del 30,8% e del 30% rispettivamente, seguite da Potenza con un -21,1%.
Leggi anche: Come non farsi fregare dallo shelf marketing e spendere il giusto al supermercato
L’impatto sulla spesa familiare
L’Unione Nazionale Consumatori ha evidenziato che l’aumento complessivo delle spese, quantificato in 210 euro mensili rispetto al 2021, è dovuto in gran parte all’inflazione. Tuttavia, in termini reali, la spesa media mensile delle famiglie italiane nel 2022 è rimasta relativamente stabile, attestandosi a 2.625 euro.
Tuttavia, un fatto preoccupante è che, secondo l’Istat, il 29,5% delle famiglie ha dovuto limitare la quantità o la qualità del cibo acquistato nel 2022.
L’Unione Nazionale Consumatori ha evidenziato l’importanza del mercato tutelato per contenere i prezzi. Come già anticipato, l’associazione suggerisce di prorogarne l’esistenza almeno fino a gennaio 2025. Come ulteriore passo, l’Unione chiede un nuovo decreto e la reintroduzione di sconti sulle bollette energetiche, in particolare per chi ha un reddito inferiore a 35.000 euro all’anno.