Originario di Sacrofano, un piccolo comune alle porte di Roma, sognava di laurearsi in Ingegneria meccanica e di costruirsi una vita con la fidanzata: chi era Gabriele Sangineto, il 21enne morto investito sulle strisce pedonali ieri, 19 ottobre, a Labaro. Un filo invisibile lega il suo tragico destino a quello di altri tre ragazzi: Leonardo Lamma, Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli, anch’essi vittime di incidenti nella Capitale.
Chi era Gabriele Sangineto, il 21enne morto investito sulle strisce a Roma
Gabriele era iscritto alla Sapienza e stava studiando per diventare ingegnere. Sui social in molti lo ricordano come un ragazzo “tranquillo” e con “la testa sulle spalle”, sempre disponibile e sorridente. Ieri, mentre attraversava la strada lungo la Flaminia, all’altezza della stazione ferroviaria di Labaro, è stato investito da due auto, un taxi Toyota e un Doblò, riportando ferite letali: ricoverato al Sant’Andrea, era morto – poco dopo – nonostante il tentativo dei medici di salvarlo.
Era nato nel piccolo paese di Sacrofano, in cui tanti, oggi, lo piangono.
La nostra comunità è in lutto per la prematura e tragica scomparsa di Gabriele Sangineto, nostro giovane concittadino di appena ventuno anni, investito questa mattina a Labaro,
ha dichiarato nelle scorse ore il sindaco Patrizia Nicolini parlando a nome dell’intera Amministrazione comunale, esprimendo solidarietà e vicinanza alla famiglia della giovane vittima. All’arrivo dei soccorsi ieri le sue condizioni erano parse subito disperate. Anche i conducenti delle due auto coinvolte nell’incidente, di 38 e 46 anni, erano stati portati al pronto soccorso, ancora sotto schock. Sono risultati negativi ai test di alcol e droga. Ma saranno comunque chiamati a rispondere dell’accaduto. L’ipotesi di reato è di omicidio stradale.
La perdita dell’amico Leonardo Lamma in un incidente e le storie delle altre due ragazze morte investite
Quella di Gabriele non è la sola giovane vita spezzata. L’anno scorso, ad aprile, lo stesso tragico destino era toccato anche a un suo compagno di classe, “Leo”, Leonardo Lamma, morto a 19 anni dopo essere caduto dallo scooter su Corso Francia in circostanze ancora da chiarire e amico, a sua volta, di Gaya von Freymann e Camilla Romagnoli, le due ragazze di 16 anni investite da un’auto nel dicembre del 2019.
Insieme al primo Gabriele era andato al liceo ai Parioli. Le due forse le aveva conosciute per caso: facevano parte della stessa comitiva, degli stessi giri di Roma Nord. Per uno strano scherzo del destino, alla fine ad accomunarli è stata anche la morte. Una morte che accomuna in realtà tutte le vittime degli incidenti, sempre più numerosi, della Capitale. Solo ieri se ne erano registrati tre. Martedì uno aveva causato la morte della 58enne Laura Pessina, investita nei pressi del Teatro Marcello mentre era in compagnia del marito, rimasto ferito.
Le ultime notizie di cronaca dalla Capitale
Nella serata di ieri a Nord di Roma un 44enne già noto alle forze dell’ordine era sfuggito a un posto di blocco dando il via a un inseguimento con sparatoria. Sono al vaglio degli inquirenti le esatte dinamiche dell’accaduto. Ma sembra che l’uomo, dopo diverse ore, sia stato fermato e portato in caserma. Tra le accuse, quella di aver tentato di investire un militare.
A Montecitorio si discute, intanto, la storia di Stefano Dal Corso, trovato morto impiccato in carcere il 12 ottobre 2022. Sul suo caso, archiviato come “suicidio”, la Procura di Oristano, in Sardegna, è tornata ad indagare. L’obiettivo è rispondere ai numerosi interrogativi rimasti aperti, escludendo una volta per tutte l’ipotesi – trapelata da “nuove prove” acquisite dai familiari – di un possibile omicidio mascherato da suicidio.
In questo articolo ripercorriamo l’intera vicenda, da molti assimilata a quella di Stefano Cucchi: Stefano Dal Corso morto suicida in carcere? I dubbi della famiglia e le nuove prove che riaprono il caso.