Il 20 ottobre 2011 segnò un momento fondamentale nella storia della Spagna: la proclamazione della cessazione definitiva delle attività terroristiche dell’ETA (Euskadi Ta Askatasuna), un’organizzazione che ha lottato per l’indipendenza dei Paesi Baschi per oltre quarant’anni. La lotta, che ha causato la morte di 855 persone e il ferimento di migliaia e migliaia di individui, ha profondamente segnato la società spagnola.

Dall’inizio alla fine della lotta armata dell’ETA: le origini e l’era di Franco

La storia dell’ETA risale alla fine degli anni ’50, fondato da studenti nazionalisti che si opponevano al regime dittatoriale di Francisco Franco. Durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939), le forze basche si erano schierate contro Franco e, con la sua vittoria, subirono dure repressioni. In risposta, nacque l’idea di un esercito di liberazione. Inizialmente legato al Partito Nazionalista Basco (PNV), un gruppo di studenti decise di formare l’ETA nel 1958, abbracciando la cosiddetta “azione diretta“.

Fondata con l’obiettivo di ottenere l’indipendenza del Paese Basco, l’ETA divenne notoria per le sue azioni violente. Il 1961 segna il debutto delle loro attività, con il tentativo di sabotare un treno. Questo atto non fu certo un’eccezione: infatti, nel 1968, il gruppo commise l’omicidio di un poliziotto, ritenuto in seguito un “errore” dalla stessa ETA.

L’ideologia dietro l’ETA

L’ETA si distingueva dal tradizionale indipendentismo basco. Mentre il PNV era e rimane centrista, l’ETA era decisamente di sinistra e secolare. La principale differenziazione era la loro ferma convinzione nell’uso della forza e, se necessario, del terrorismo per liberare il popolo basco. Questa ferma posizione pose l’ETA in contrasto con altre forze politiche nei Paesi Baschi.

Anche se l’ETA manteneva un sostegno tra alcuni segmenti della società basca, la sua popolarità vacillava spesso. Diversamente da altre organizzazioni come l’IRA in Irlanda del Nord, l’ETA ha dovuto affrontare significative proteste popolari, specialmente in seguito a gravi attentati. Anche il PNV ha condannato le azioni dell’ETA, sebbene vi fossero voci di ambiguità nei rapporti.

Il percorso verso la pacificazione è stato a ogni modo piuttosto tortuoso. La comunità internazionale ha elogiato la Spagna per la sua efficace gestione dei negoziati con l’ETA, considerandola superiore ad altri processi di pace, come quelli con l’IRA in Irlanda del Nord e le FARC in Colombia.

La lotta armata dell’ETA e il contesto storico

Il Paese Basco è una regione strategica situata principalmente in Spagna, estendendosi fino al sud-ovest della Francia. Da decenni, questo territorio ha visto nascere e svilupparsi movimenti indipendentisti, tra i quali spicca l’ETA.

La strategia dell’ETA si consolidò con attacchi mirati, come l’assassinio di Melitón Manzanas, un ufficiale noto per la repressione contro gli indipendentisti baschi. Con il passare degli anni, l’attività terroristica divenne sempre più audace, culminando con l’assassinio dell’ammiraglio Luis Carrero Blanco nel 1973. Questa azione ebbe ripercussioni politiche significative, destabilizzando come conseguenza il regime franchista.

Oltre agli attacchi mirati, l’ETA non esitò a colpire anche obiettivi civili. Il tragico attentato al centro commerciale Hipecor di Barcellona ne è un esempio: nonostante la segnalazione di una bomba, l’allarme venne ignorato, provocando 21 vittime e 45 feriti. Questa tattica violenta ebbe come conseguenza un’ampia condanna pubblica.

La risposta dello Stato e la “guerra sporca”

Il conflitto con l’ETA fu aspro, evolvendosi in una guerra clandestina con la comparsa di gruppi paramilitari. Questi ultimi furono spesso associati a figure di spicco del panorama politico spagnolo, accentuando la complessità del contesto.

Con la caduta del franchismo e la transizione alla democrazia, l’ETA perse parte delle sue motivazioni. Sebbene continuassero gli attentati, la formazione iniziò a mostrare segni di debolezza. Inoltre, le misure antiterrorismo adottate a livello internazionale dopo l’11 settembre 2001 resero la situazione ancora più sfavorevole per l’ETA.

Sotto la guida di José Luis Rodríguez Zapatero, il governo spagnolo iniziò a negoziare con l’ETA. La strada verso la pace fu tutt’altro che lineare, con l’ETA che rompeva un cessate il fuoco nel 2006. Tuttavia, l’arresto dei leader dell’ETA tra il 2008 e il 2010 cambiò radicalmente le dinamiche.

La fine della lotta armata dell’ETA: 12 anni fa l’annuncio

Il 2010 vide l’ultimo omicidio dell’ETA. I successivi negoziati portarono a significativi cambiamenti nel panorama politico basco, culminando nella Conferenza internazionale di Aiete del 2011. Questo evento segnalò l’avvicinarsi della fine del conflitto, confermato pochi giorni dopo con l’annuncio dell’ETA sulla conclusione delle attività armate.

Diversamente da altre situazioni storiche, in questo caso, l’ETA non avanzò richieste concrete in cambio del cessate il fuoco.

Negli anni a seguire, il cammino verso la pace ha visto progressi notevoli. Nel 2017, l’ETA ha reso pubblica la consegna del suo arsenale, composto anche da significative quantità di esplosivi. L’anno successivo, il gruppo ha manifestato una parziale accettazione delle sue responsabilità, esprimendo rammarico per il dolore causato durante i decenni di conflitto. Questo periodo di introspezione è culminato con la dissoluzione formale dell’organizzazione nel 2018, sebbene abbia mantenuto la posizione che la lotta per l’indipendenza dei Paesi Baschi non fosse conclusa.

Il contesto politico contemporaneo e i problemi ancora irrisolti

Oggi, i Paesi Baschi vivono in un clima di relativa pace. Bildu, considerato l’erede politico della sinistra abertzale, gioca un ruolo importante sia a livello locale che nazionale. Tuttavia, diversi esperti sostengono che il processo di riconciliazione non è ancora completo. Secondo alcuni storici, come Luis Castells, mentre l’ETA può essere stata sconfitta militarmente, la sua ideologia non ha completamente perso l’appoggio di una parte della popolazione.

Le sfide rimanenti sono infatti molteplici. Centinaia di ex membri dell’ETA non sono stati detenuti e vivono in clandestinità. Inoltre, la questione dei prigionieri politici dell’ETA, detenuti durante il periodo di conflitto, è ancora una questione dibattuta. Alcune figure chiave, come Arnaldo Otegi, pur avendo giocato un ruolo cruciale nel processo di pace, hanno mantenuto posizioni ambigue rispetto all’ideologia dell’ETA, causando ulteriori tensioni.

Le Raccomandazioni di Amnesty International

L’annuncio dell’ETA sulla cessazione della lotta armata ha portato organizzazioni come Amnesty International a sollecitare una riforma delle leggi antiterrorismo in Spagna. Per anni, l’organizzazione ha condannato le azioni dell’ETA e ha esortato il gruppo a mantenere il suo impegno verso la pace. Allo stesso tempo, ha richiesto al governo spagnolo di rivedere alcune delle sue politiche antiterrorismo, specialmente quelle che potrebbero violare i diritti umani.