Toncoin è la valuta virtuale utilizzata all’interno dell’ecosistema di Telegram. Il suo debutto risale al 2018, su impulso di Nikolai e Pavel Durov e sin dai primi passi si è giovata proprio del rapporto con la popolare app di messaggistica. Un debutto estremamente contrastato che ha costretto gli sviluppatori ad abbandonare la pista inizialmente scelta, quella di TON.
Una scelta derivante dalla decisa opposizione della Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, motivata dal fatto che, secondo l’agenzia, i token GRAM rappresentavano titoli non registrati. Chiusa la porta, i fratelli Durov hanno però aperto in seguito un portone, quello rappresentato appunto da Toncoin.
Toncoin: cos’è e come funziona
Toncoin è la criptovaluta nata in seno al Telegram Open Network (TON). Il suo sviluppo è basato su tre livelli:
- la masterchain, al primo livello, imperniata su un protocollo Proof-of-Stake. Indicata come Blockchain Of Blockchain, è stata progettata alla stregua di una catena che contiene informazioni sulle altre, servendo per la loro sincronizzazione;
- le workchain al secondo livello, ovvero blockchain di tipo layer 1 o L1, in grado di gestire transazioni e smart contract. Possono avere regole di consenso diverse, ma sono obbligate a soddisfare determinati criteri di interoperabilità. Ognuna di esse è in grado di interagire con le altre tramite l’Instant Hypercube Routing;
- le shardchains, catene di frammentazione, al terzo livello. Si tratta di una forma di sharding per il network, consentendo una suddivisione “logica” delle workchains la quale consente la velocizzazione delle transazioni e una esecuzione in parallelo.
A questi punti di forza, il network ne aggiunge molti altri, tra cui l’archiviazione decentralizzata con il sistema TON Storage, la possibilità di indirizzare velocemente i dati, gli alti livelli di privacy del TON Proxy, la presenza di smart contract e il DNS decentralizzato.
Per quanto riguarda la tokenomics, Toncoin prevede un’emissione massima di 5 miliardi di monete virtuali. Il mining si svolge con l’ausilio di un meccanismo di consenso definito IPoW (Initial Proof-of-Work) in cui i validatori provvedono alla verifica delle transazioni tramite staking.
La criptovaluta all’interno della blockchain svolge diverse funzioni, a partire da quella di governo, permettendo ai suoi possessori di partecipare alle votazioni relative allo sviluppo del progetto. E, ancora, funge da propulsore per l’effettuazione di operazioni cross-chain native all’interno della rete, o il pagamento dei servizi offerti dalle app decentralizzate all’interno della rete.
L’utilizzo del token non prevede costi di transazione e avviene grazie all’utilizzo di un bot che rappresenta un vero e proprio portafogli elettronico. In questo modo, gli utenti di Telegram sono in grado di inviare e ricevere Toncoin tramite le chat, oppure usare il bridge decentralizzato per trasferirli verso Ethereum e BNB Chain.
TON: le prospettive
Toncoin è stato gratificato da un’ottima accoglienza sin dal suo (controverso) debutto. Il motivo è in fondo molto semplice: rappresenta un sistema per il trasferimento di risorse all’interno della comunità di Telegram. Per capire meglio, basterà ricordare che l’app di messaggistica ha oltre un miliardo e mezzo di utenti, in ogni parte del mondo.
Una comunità gigantesca, su cui i fratelli Durov hanno fatto leva, avendo perfettamente capito le potenzialità e le opportunità che la stessa presentava per chi fosse in grado di offrirle servizi. Grazie al suo supporto, TON ha rapidamente scalato la classifica relativa alla capitalizzazione di mercato, attestandosi all’11° posto tra le criptovalute.
Una posizione quindi di grande forza, da cui ora Toncoin potrebbe spiccare un ulteriore balzo. A prevederlo sono molti addetti ai lavori, che apprezzano le caratteristiche tecnologiche del progetto. Spinti a farlo, del resto, proprio dal legame con l’app, tale da fare del token la risposta a esigenze del mondo reale. Una caratteristica che potrebbe largamente premiarlo nel futuro.