Aurelio De Laurentiis vuole Antonio Conte al posto di Rudi Garcia. E’ stato un motivo di dibattito durato tutta la sosta per le nazionali fino a quando il proprietario dei campioni d’Italia ha deciso di interromperlo nel tardo pomeriggio dopo aver assistito all’allenamento del Napoli. La squadra azzurra andrà avanti con il tecnico francese che è considerato responsabile di questo inizio di stagione sottotono alla pari della dirigenza e dei calciatori, chiaramente però si attende un cambio di passo per avvicinarsi al Milan capolista. De Laurentiis ha fatto anche il punto sulla vicenda Victor Osimhen, tornato infortunato dal ritiro della Nigeria, il cui futuro in Campania non è più così certo come qualche mese fa quando l’accordo per il rinnovo sembrava ad un passo.
Nessun dualismo fra Conte e Garcia per De Laurentiis
Sette punti dalla vetta con le sconfitte contro Lazio e Fiorentina che hanno fatto infuriare i tifosi. Il Napoli ha cominciato la nuova stagione al di sotto delle aspettative in campionato, i favori del pronostico erano per i Campioni d’Italia che invece si ritrovano ad inseguire il Milan con Rudi Garcia che è stato messo più volte in dubbio nel corso di questi pochi mesi. Ad accendere la miccia i troppi infortuni muscolari durante il ritiro estivo fino ad una tenuta difensiva troppo ballerina passando per i problemi legati ai big Kvaratskhelia e Osimhen dopo le sostituzioni con Genoa e Bologna.
Aurelio De Laurentiis è rimasto sempre convinto della bontà della sua scelta dopo l’addio di Luciano Spalletti anche se in alcuni momenti la pazienza ha vacillato fortemente. La sconfitta interna al Diego Armando Maradona Stadium nell’ultimo turno di Serie A ha poi scoperchiato il vaso di Pandora con l’allenatore francese che sembrava prossimo all’addio e le voci di un imminente arrivo di Antonio Conte. Rumor che hanno infastidito il patron azzurro come ha rivelato uscendo da Castel Volturno.
Antonio Conte? Non voglio domande al riguardo, sarebbe un’azione di disturbo. Ho fatto con lui una vacanza anni fa alle Maldive, c’era anche la sua famiglia, e da quel momento abbiamo mantenuto i rapporti. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja… il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e che mi infastidisce.
Dopo la sconfitta con la Fiorentina ho letto di tutto. Nella vita si possono avere dubbi e va valutato il proprio operato, se c’è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità. Ma da qui a dire di cambiare l’allenatore. Un cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la difesa alta, come successo con Sarri e Spalletti.
In questo periodo ho avuto tanti impegni, ora sono tornato e mi sono riavvicinato alla squadra per darle serenità. È una mia colpa non essere stato sufficientemente vicino alla squadra a inizio stagione, ma avevo altre incombenze. Una volta risolte, mi sono dedicato al Napoli e sarà così per tutto il resto del campionato. L’anno scorso abbiamo vinto con 16 punti sulla seconda ma chi l’ha detto che ci dovremmo ripetere, tra l’altro con un altro allenatore? Lo speriamo, certo, ma tutto ciò non è scritto da nessuna parte.
Noi siamo il Napoli, ci siamo qualificati in Europa per 15 anni di fila, non è che ogni volta un cerino incendia un pezzo di carta bisogna gridare che va a fuoco tutto. I pompieri siamo noi stessi, le decisioni vanno fatte con serenità e senza errori dettati dalla fretta. Parliamoci chiaro: non è che tutti gli allenatori vogliono rischiare di venire in un posto dove c’è il paragone con Spalletti, che ha vinto con 16 punti di vantaggio. Chi glielo fa fare? Io gli dico: non sapete cosa vi perdete a non venire a vivere a Napoli, l’energia che c’è qui non si trova altrove
Rinnovata la fiducia quindi a Rudi Garcia ma che sarà un osservato speciale di Aurelio De Laurentiis stesso. Il patron ha deciso infatti di seguire gli allenamenti della squadra durante la marcia di avvicinamento al ritorno in campo contro l’Hellas Verona allo stadio Bentegodi. Il messaggio è arrivato forte e chiaro: non sono accettati più errori da nessuno. Il banco di prova arriva sabato quando l’imperativo è vincere per riprendere il cammino in campionato.
Il futuro di Osimhen
La bufera di questi mesi ha minato anche i rapporti fra la socieà e Victor Osimhen. La rabbia dell’attaccante con Garcia dopo la sostituzione contro il Bologna e il video su Tik Tok che ha fatto infuriare il giocatore e il suo procuratore Roberto Calenda. Problemi che hanno portato nuvole pronte alla tempesta dopo i mesi estivi di assoluto sereno con il rinnovo di contratto che sembrava essere diventata una pura formalità. Adesso la firma sembra essere una soluzione molto complicata ma non per volere di Aurelio De Laurentiis.
Non sono mai stato non sereno nei confronti di Osimhen, ma si è sempre in due in queste cose: io sono rimasto lo stesso, se il suo umore è cambiato non posso farci nulla. Se dopo una stretta di mano le cose cambiano, la cosa dispiace, ne prendiamo atto ma poi la vita va avanti. Con lui ci sono ottimi rapporti, la scadenza del contratto è nel 2025, c’è tempo. Non dimenticate che ho venduto Koulibaly all’ultimo.
Nel frattempo il nigeriano ha abbandonato il ritiro della propria nazionale a causa di un infortunio. Gli esami strumentali svolti in Italia hanno evidenziato una lesione di medio grado del bicipite femorale della coscia destra che ha messo ko lo scorso capocannoniere della Serie A per circa trenta giorni. Non è la prima volta che il Napoli perde un calciatore a causa degli impegni delle nazionali e questo è un punto su cui De Laurentiis chiede un intervento deciso.
Dal 2013 a oggi abbiamo incassato circa 4 milioni di euro di rimborsi come partecipazione dei nostri giocatori alle partite delle nazionali, pur avendo sempre più di 10 giocatori convocati. Dovrebbe essere lasciata la scelta al club di poter mandare o meno in nazionale un giocatore convocato, la possibilità di dire no se si tratta di un’amichevole, per esempio. Se io ho pagato un giocatore 50 milioni e mi torna infortunato, dovrebbero risarcire il club del costo per giorno di tutto il periodo in cui starà fuori. Pensate a Neymar
Scandalo scommesse
Battuta finale sulla triste vicenda che sta catalizzando le polemiche di questi giorni intorno alle scommesse fatte su piattaforme illegali di alcuni calciatori. In attesa che le indagini della Procura di Torino arrivino ad una conclusione, il produttore cinematografico ha rivelato di adottare una linea di condotta quando acquista calciatori per il Napoli
Le scommesse si fanno in maniera ortodossa e poco ortodossa, esiste una centrale ad Hong Kong che fattura più di 50 miliardi di dollari l’anno. Tre anni fa parlai di un libro americano “Calcio mafia”, argomento poi ripreso da Raffaele Cantone in “Football clan”, dove si parlava di scommesse. Eppure non si è approfondito l’argomento, adesso se ne torna a parlare anche se non si sa ancora bene in che termini. Non parlo di ludopatia, di vizi, di troppi soldi che girano, di persone poco mature: per quel che mi riguarda sono sempre stato molto attento ad assumere calciatori la cui realtà familiare e provenienza geografica mi assicurassero una certa tranquillità psicologica e una certa tutela.
Tengo molto alla cultura del lecito, il Napoli fa anche un’azione di ‘sorveglianza’ su atleti che credo siano ragazzi per bene e che hanno famiglie a posto. Poi è chiaro che gestire una ricchezza improvvisa è un problema, non tutti sanno farlo. Se una persona non ha altri interessi, poi può essere abbagliato da altro. Non è giustificabile ma poi si può essere preda da altre allucinazioni