Manolo Portanova lavora sodo e prova a pensare solo al campo. Da quando è arrivato a vestire la maglia della Reggiana, in prestito dal Genoa, si è concentrato solo sul rettangolo verde e i risultati sono arrivati. La sua posizione giuridica però resta difficile e addirittura si complica. È notizia di questa mattina infatti che la Procura Generale dello Sport ha richiesto 5 anni di squalifica, per il calciatore, indagato per violenza sessuale di gruppo, con proposta di radiazione. Una tegola pesante, che se accolta porterebbe alla chiusura prematura della carriera di un ragazzo di appena 23 anni. Per commentare questa proposta e fare luce sulle ultime novità sul caso Portanova, l’avvocato Bordoni, legale del calciatore, è intervenuto in esclusiva a Tag2.
Caso Portanova, l’avvocato Bordoni a Tag24
Non c’è pace per Manolo Portanova. Il calciatore in forza alla Reggiana, arrivato in prestito dal Genoa in estate, rischia di essere radiato. Il centrocampista ex Juventus, è già stato condannato in primo grado a sei anni per stupro di gruppo, reato di cui è accusato insieme allo zio Alessio Langella e per cui adesso sta aspettando che arrivi il momento dell’appello. Nel frattempo lui lavora sul campo, gioca, si diverte e pensa a fare gol, ma la Procura Generale dello Sport gli ha dato l’ennesima stangata. Nella giornata di ieri, infatti, mercoledì 18 ottobre, ha presentato ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport, chiedendo nei confronti di Portanova una squalifica di 5 anni con successiva proposta di radiazione.
In precedenza, il Procuratore Nazionale dello Sport, aveva proposto un reclamo presso la Corte Federale di Appello della Figc, che però era stato respinto. Dopo la sentenza di condanna in primo grado, arrivata con rito abbreviato, tra l’altro, il centrocampista era stato deferito, per la violazione dell’art.4 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva. Per commentare le ultime notizie e rispondere a questa richiesta di squalifica, sul caso Portanova, Bordoni, avvocato del calciatore, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Procura Generale dello Sport ha richiesto 5 anni di squalifica con proposta di radiazione. Come risponde? È una richiesta attuabile?
“Il termine per promuovere questa azione è irrimediabilmente perento da mesi; con argomenti sempre mutevoli quanto inconsistenti lo si vorrebbe recuperare, ma i principi ordinamentali stabili lo escludono. Si tratta di un argomento processuale, ma deve essere rispettato senza tentare di scavalcarlo in spregio alle norme vigenti”.
Come ha reagito Manolo a queste ultime news? Riesce a rimanere concentrato?
“Manolo è giovane, ma è un professionista e sa restare concentrato nonostante queste vicende processuali; è amareggiato ma, da innocente, trova in questa sua consapevolezza la forza di essere sempre sè stesso, in campo e fuori”.
Ci sono prove e altri aspetti che non sono ancora stati presi in considerazione?
“Tutte, la nostra difesa è stata trascurata integralmente, nemmeno una riga di fronte a 60 pagine di argomenti e decine di documenti oggettivamente rilevanti. E questo ha mareggiato me più di lui”.
Nei prossimi mesi ci sarà l’appello. Quando dovrebbe essere e cosa vi aspettate?
“Penso durante l’inverno, ma non è ancora stabilita una data. Ci aspettiamo che i nostri argomenti vengano considerati perché, quando lo saranno, la sentenza di condanna sarà riformata”.
C’è qualcos’altro che ci tiene ad aggiungere?
“È un caso che è divenuto estremamente mediatico, perché Manolo gioca a calcio. Ma sarebbe bene che se ne parlasse con equilibrio e che lo facessero soltanto quelli che conoscono gli atti di indagine; diversamente, si tratta soltanto di prendere una parte emotivamente e su nessuna base razionale”.