Italrugby, il capitano della Nazionale Michele Lamaro è stato ospite su Radio Cusano Campus nel programma ‘Tuttosport’ condotto da Debora Carletti e Emanuele Landi e ha parlato del cammino con il ct Crowley e dell’avventura mondiale in Francia.
Michele Lamaro elogia il percorso fatto con Crowley: “Grande lavoro di crescita personale e non solo”
L’Italia del Rugby ha chiuso il suo Mondiale, uscendo ai gironi, con un terzo posto che ha garantito la qualificazione ad Australia 2027. Due belle vittorie e due pesanti ko: il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? A fare un bilancio ci ha pensato il capitano degli azzurri, Michele Lamaro ai microfoni di Radio Cusano Campus, nel programma “Tutto Sport”, dal lunedì al venerdì dalle 20 alle 21 con Debora Carletti ed Emanuele Landi. Il 25enne romano ha spaziato tra la rassegna iridata, il percorso personale e l’immediato futuro che l’aspetta con la Benetton Rugby Treviso.
“È stato un percorso lungo, iniziato un paio d’anni fa, da quando è stato annunciato l’arrivo del CT Kieran Crowley e da allora siamo cresciuti molto. Le prime partite erano, sicuramente, più alla portata ma abbiamo portato avanti l’idea del nostro Rugby, anche con qualche errore ma che, poi, si è visto specialmente nella seconda partita (contro l’Uruguay dove gli azzurri hanno vinto in rimonta, ndr)”.
Il capitano della Nazionale Italiana di Rugby ha proseguito il suo intervento parlando del tecnico neozelandese che ha lasciato la nazionale post Mondiale. “Kieran Crowley è stato un CT che ci ha dato tanto, soprattutto la responsabilità individuale nel credere che quello che abbiamo creato può essere duraturo e che possa funzionare nel tempo. Ciò ha fatto sì che ognuno sviluppasse la propria identità nel migliore dei modi. Dispiace a tutti che sia andato via ma ha fatto un gran lavoro che sono sicuro porteremo avanti anche col nuovo allenatore”.
Nuova Zelanda e Francia, quali gli errori commessi
Sui ko contro Nuova Zelanda e Francia, il capitano ha sottolineato come: “Potevamo dare qualcosa in più nelle ultime due gare. Potevamo, forse, prepararle meglio anche se la sconfitta con gli All Blacks è stata dura a livello mentale e un po’ può aver condizionato. Ci abbiamo messo un po’ per superarla prima di focalizzarci nella sfida coi padroni di casa. Non siamo contenti di quelle due partite. La testa ha pesato e non siamo riusciti a dare quello che potevamo: la prestazione con la Francia è stata migliore rispetto alla precedente ma è stata una conseguenza di quella con la Nuova Zelanda”.
“Negli ultimi due-tre mesi ci siamo guadagnati il rispetto di giocare certe sfide con squadre forti messe spalle al muro – questi gli aspetti positivi che il capitano Lamaro e la nazionale azzurra si portano dietro post Mondiale – quando vedi squadre del genere, di altissimo livello, costrette a dare tutto, in partite più complicate del normale, ci dà un’esperienza in più che ci fa anche crescere: questo è un insegnamento che io e la squadra ci portiamo dietro”.
Michele Lamaro post RWC, considerazioni pre-Campionato
A livello personale, essendo giovane, ho guadagnato molta più esperienza, ho capito come si prepara un Mondiale e quanto alto sia il livello rispetto ad altri Tornei come il Sei Nazioni o i test di novembre. Ho capito anche cosa magari devo trasmettere alla squadra in situazioni più complicate oltre che nei momenti positivi come le 4 vittorie di fila (contro Romania, Giappone, Namibia e Uruguay). In quelle gare che sembrano sulla carta più alla portata ho apprezzato l’approccio perché bisogna dare tutto contro i più forti ma anche dare il meglio nelle gare apparentemente meno complicate”.
“Abbiamo cercato di riportare l’entusiasmo attraverso il movimento rugbistico. Il lavoro che vediamo al Sei Nazioni o in un Mondiale, quando si è in nazionale, è frutto di quello che si fa col club”. Chiude così l’intervista il giocatore del Benetton Rugby Treviso e capitano dell’Italrugby. “Ci credo in questa stagione col club: se non ci credessi non praticherei questo sport. Abbiamo obiettivi ambiziosi e fin da questo sabato daremo tutto per provare a riuscirci”.
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