Ex calciatore, poi allenatore. Una carriera intensa, fatta di tanti successi e soddisfazioni importanti. Cesare Prandelli ha raggiunto probabilmente l’apice con la Fiorentina, portando la viola a competere ad alti livelli anche in Europa. Un percorso, durato qualche anno, che poi gli è valso la chiamata dalla Nazionale italiana. quattro anni sulla panchina degli Azzurri, agli Europei del 2012 la sua squadra arriva fino in finale, ma è costretta ad inchinarsi di fronte alla Spagna. Poi l’esclusione al primo turno nei Mondiali del 2014 e la fine della sua esperienza a Coverciano. Per commentare la Nazionale di Spalletti, Prandelli è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Nazionale di Spalletti, Prandelli a Tag24

Spalletti sapeva che non sarebbe stato semplice, ma il suo lavoro inizia a dare qualche frutto. La qualificazione per gli Europei del 2024 passerà dalle sfide con Macedonia e Ucraina, ma intorno all’Italia adesso c’è fiducia. Il nuovo C.t. riparte da ciò che di positivo si è visto contro Malta e Inghilterra durante questa seconda sosta stagionale. Il selezionatore, d’altronde, è un mestiere completamente diverso, specie per chi è abituato a lavorare con la propria squadra 7 giorni su 7 e si ritrova invece ad avere a disposizione solo qualche giorno. Lo sa bene anche Cesare Prandelli, che l’Italia l’ha guidata dal 2010 al 2014 ed è intervenuto, ai microfoni di Tag24, per commentare la Nazionale di Spalletti.

Due partite della Nazionale italiana, si comincia a vedere la mano di Spalletti?

“Assolutamente sì. Nel primo tempo l’Italia se l’è giocata alla pari con una delle squadre più forti d’Europa, che può contare su almeno tre top player di caratura mondiale. La mano del nuovo C.t. si vede eccome, la squadra non deve far altro che continuare ad ascoltare Luciano. La svolta però, a mio avviso, deve arrivare dal punto di vista mentale. Nel secondo tempo di Londra ho avuto la sensazione che non ci credessero abbastanza. Probabilmente non erano così convinti di poter portare a casa un risultato così grande, ma la strada intrapresa è quella giusta e va seguita”.

Segnali importanti anche sul fronte offensivo, c’è ancora posto per Immobile in Nazionale?

“Ci mancherebbe altro, parliamo di un grande attaccante che deve solo tornare al massimo dal punto di vista psicofisico. Non appena recupererà la condizione ottimale tornerà anche in Nazionale. Ha fatto oltre 200 gol, con la Lazio ha fatto vedere di che pasta è fatto, segnerà ancora. È l’unico bomber italiano che ti può dare una garanzia. E a parte Immobile, confido anche nella genialità di Luciano. Riuscirà sicuramente a valorizzare anche le qualità degli atri calciatori. Ho bene a mente il primo tempo contro l’Inghilterra e l’Italia ha creato 3 o 4 opportunità molto molto importanti, soprattutto con gli interni di centrocampo, Frattesi e Barella”.

La qualificazione per Germania2024 non è ancora certa, ma c’è fiducia?

“Assolutamente, sono pienamente d’accordo con le parole di Spalletti quando dice che nessuno deve mettersi in testa pensieri negativi. Macedonia e Ucraina sono due partite alla nostra partita. Sicuramente difficili da un punto di vista mentale, ma dobbiamo arrivare pronti perché abbiamo le qualità e le capacità di arrivare pronti ai prossimi Europei”.

A proposito di centrocampo, Fagioli, Tonali, vedremo cosa succederà con Zaniolo, saranno potenzialmente assenze importanti che possono condizionare la Nazionale italiana?

“Parliamo di giocatori che ruotano attorno alla Nazionale, Tonali era un titolare fisso ed è certo che, in caso di squalifica, mancherà. È un argomento molto delicato, e a mio avviso dobbiamo aspettare un attimo prima di dare giudizi affrettati. Spalletti dovrà essere bravo anche lì. Adesso la cosa principale è aiutare questi ragazzi ad uscire da questo tunnel e da questo periodo sicuramente difficile e particolare”.

Archiviata la sosta si torna a pensare alla Serie A. Che campionato sarà e quali sono le squadre che saranno coinvolte fino alla fine nella lotta scudetto?

Sarà un campionato avvincente ed equilibrato fino alla fine. Non ci sono squadre che hanno dato un riferimento decisivo. Le due milanesi ovviamente sono un pochino avanti, ma la Juve deve solo trovare continuità di risultati per tornare in corsa. Secondo me è una delle papabili. Il Napoli invece ha un problema grande all’interno. Bisognerà capire come riusciranno ora a gestirla e a risolverla. È chiaro che situazioni del genere tra società e allenatore pesano poi sulla stagione. Questa è l’unica spiegazione, perché la squadra è praticamente la stessa dello scorso anno che ha vinto lo scudetto, facendo un calcio straordinario, concreto, di qualità e con grandi idee. Poi ci sono altre squadre. La Lazio secondo me è molto forte e Sarri è un grandissimo allenatore. Speriamo solo di poter coinvolgere tanti tifosi da qui alla fine e che possa crescere sempre di più l’interesse nei confronti di questo campionato”.