Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha detto che entro la metà del 2024 in alcune zone della città non potranno più circolare le auto private. Lo stop del sindaco è mosso da un intento ecologico. Ma è davvero così? Tag24 ha intervistato il consigliere della Lega Alessandro Verri per saperne di più.

Milano: lo stop alla circolazione delle auto private aumenterà il pericolo per le strade?

La scelta del sindaco Sala di dire stop alla circolazione delle auto private nel quadrilatero di Milano rappresenta un rischio per chi cammina sa solo per le vie della città, considerato l’incremento degli episodi di violenze – soprattutto contro le donne – avvenuto di recente? Tag24 lo ha chiesto ad Alessandro Verri, consigliere della Lega:

D: La decisione di Sala di mettere lo stop alla circolazione delle auto private entro la metà del 2024 secondo lei potrebbe incrementare la situazione di pericolo di chi gira per le vie di Milano? Pensiamo soprattutto alle donne, alle le ragazze che sono state vittima di episodi di violenza che trovano il coraggio di denunciare le aggressioni, come abbiamo visto su Tik Tok. Cosa ne pensa?

R: Rispondo innanzi tutto riportando un esempio. Una ragazza di recente ha raccontato di essere stata aggredita e ha testimoniato con la sua esperienza quanto sia stata fondamentale la presenza di un tassista in quel particolare frangente. E’ riuscita a salvarsi grazie al taxi. Sicuramente eliminare le auto intanto limita ancor di più il diritto – che dovrebbe essere sacrosanto – alla mobilità. Chiudere del tutto una zona, o comunque il quadrilatero della moda come ha detto Sala, secondo me è sbagliato perché rappresenta un’arteria importante per arrivare in centro, non solo per i residenti ma anche per i turisti, gli imprenditori, i lavoratori.

Questa misura sarebbe una grave penalizzazione della zona. Vietare il traffico in tal senso comporterebbe la creazione di zone deserte, soprattutto di sera. Le persone così sarebbero ancora più in pericolo, e non parlo solo delle periferie perché quanto successo a quella ragazza è avvenuto in centro. Il rischio non esiste solo nelle periferie, il pericolo c’è anche in centro: così sarebbe ancora più difficile l’attività di presidio del territorio.

D: Lei non condivide la scelta del sindaco Sala quindi?

R: Può avere senso chiudere strade commerciali – che hanno un’altra vocazione – come via Montenapoleone, che è molto stretta e si fa fatica con il passaggio delle auto. O magari via della Spiga. Ma non credo che bloccare vie, come ad esempio corso Matteotti, sia una scelta intelligente perché è uno dei fulcri della viabilità, un punto di passaggio che dà prestigio alla zona. Secondo me è una follia chiudere, non mi trovo d’accordo.

D: La contrarietà della Lega quindi non è legata al carattere ecologico della decisione del sindaco ma piuttosto alla strategia in base a cui si chiudono certe zone e al fatto che non vengano incluse le opinioni dei cittadini?

R: Esatto. Deve esserci una logica nella scelta delle zone. Il sindaco Sala è libero di fare queste sparate, per carità, ma io mi auguro che scelte come questa – cha passano sempre e solo dalla Giunta – arrivino per una buona volta anche il Consiglio. E’ giusto che ci sia un dialogo con i rappresentanti dei cittadini. Chiudere completamente il quadrilatero non è una mossa intelligente.

“I trasporti pubblici a Milano non reggeranno e a rimetterci saranno i cittadini” secondo Verri

D: Pensa che questa scelta andrà ad appesantire il funzionamento dei trasporti pubblici a Milano? La città è pronta?

R: Sarebbe interessante capire quale trasporto pubblico. Battute a parte, il trasporto pubblico locale sarà sicuramente appesantito dalla decisione di Sala. E lo stiamo vedendo già ora nel quotidiano. Il trasporto pubblico per come è strutturato adesso non è sufficiente perché nelle periferie sono diminuite le corse degli autobus, hanno tagliato alcune linee, altre sono state modificate creando enormi disagi. Oggi per arrivare in periferia ci si impiega molto più tempo rispetto a prima.

Di fatto, ancora una volta, a pagarne le conseguenze saranno i cittadini, in particolare quelli meno abbienti o che si trovano in difficoltà. Poi c’è il problema di chi deve arrivare in città – mi riferisco specialmente ai pendolari – che vengono a lavorare nel centro di Milano da comuni limitrofi. Ci sono enormi disagi a raggiungere il centro, proprio per le limitazioni imposte perché i mezzi in superficie e le metropolitane non sono state potenziate. Poi non ci sono nemmeno i parcheggi. Si sta ostacolando la circolazione in città, per tutti.

D: I cittadini meno abbienti non potranno usare le proprie auto. Questo, oltre alla possibilità di usare i mezzi pubblici, implica magari che si ricorra ai taxi, ma non tutti possono permetterselo. Basti pensare alla questione del caro vita a Milano, anche agli studenti, alle proteste di “Tende in piazza”. Gli abitanti della città si troveranno in maggiore difficoltà con la limitazione della mobilità?

R: La chiusura del centro della città è un problema. Magari per gli studenti meno, perché in quel quadrilatero non ci sono scuole o università. La proposta di Sala riguarda più in generale la mobilità su tutta la città. Il vero tema è far diventare attrattiva la periferia e distribuire su tutto il territorio le possibilità di spostarsi serenamente per lavoro, per studiare, per svago. Bisogna offrire alle persone la possibilità di avere dei mezzi con cui spostarsi in modo comodo. Articolare meglio il trasporto in questo senso, soprattutto nelle fasce serali e notturne, è una necessità. Tornare a casa in sicurezza e spostarsi comodamente in città è importante. Invece a mezzanotte praticamente chiude tutto.

Chi abita in periferia è in difficoltà. Sei fortunato se abiti in centro. Sul traposto pubblico locale Sala sta prendendo delle vere e proprie cantonate. Sulla mobilità in città c’è una rivoluzione in senso negativo. Non si può più entrare con la macchina a Milano, i costi degli affitti sono folli, non ci sono parcheggi e i pochi che ci sono hanno prezzi esorbitanti. In questo modo si disincentiva la gente ad abitare o frequentare Milano, anzi è un incentivo per andarsene via. Milano è diventata una città per soli ricchi, solo per le persone che possono permettersi di abitare in centro. Altro che decentrificazione. E’ una scelta elitaria nascosta dietro ad una politica green, che in realtà non esiste, è solo sulle spalle dei più poveri questa scelta ecologica, per chi può permettersi l’euro 5.