La situazione internazionale richiede prudenza e così l’Italia ha stabilito la reintroduzione dei controlli al confine con la Slovenia, con una sospensione de facto del trattato di Schengen.

Anche altri 10 Paesi dell’area Ue hanno seguito l’esempio di Roma, inviando notifiche ufficiali alla Commissione europea sulla sospensione della libera circolazione prevista dal patto internazionale stipulato nel 1985.

Alla base della propria decisione, il governo Meloni ha spiegato che “le misure di polizia alla frontiera italo-slovena non risultano adeguate a garantire la sicurezza richiesta”, come spiegato ieri dal ministro Piantedosi. La vigilanza italiana sarà rafforzata anche al confine con altri territori, come Austria e Svizzera.

Ai microfoni di LaPresse è intervenuta una portavoce della Rappresentanza slovena presso l’Unione Europea, avvalorando la bontà del provvedimento.

La Slovenia sottolinea la necessità del carattere temporaneo e proporzionale di questa misura, le misure devono essere proporzionate e amichevoli nei confronti dei nostri cittadini, in modo da non rompere i legami culturali, di amicizia e familiari delle persone che vivono lungo il confine.

Sospensione Schengen, oltre a Slovenia e Italia altri 9 Paesi ripristinano i controlli: ecco quali

Sono complessivamente undici, dunque, i Paesi che hanno reintrodotto i controlli ai confini. Oltre ad Italia e Slovenia, gli altri Paesi sono Austria, Germania, Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia, Danimarca e Norvegia. Quest’ultima non fa parte dell’Unione ma aderisce ugualmente all’area Schengen.

In merito al possibile allarme terrorismo, Antonio Tajani sottolinea come la guardia sia “alta”. Ciononostante, afferma il ministro degli Esteri, in Italia “non abbiamo rischi di attentati”. Nel mirino, come ha spiegato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ieri, ci sono dei possibili lupi solitari che potrebbero rendersi responsabili di gesti folli.

350 agenti italiani al confine sloveno

Per i prossimi 10 giorni, salvo proroghe, al confine con la Slovenia ci sarà un presidio di 350 agenti. La sorveglianza interesserà sia i valichi principali, con vigilanza 24 ore su 24, sia quelli secondari.

Nelle attività di controllo dei documenti, circa 140 uomini tra Esercito e Polizia saranno stanziati per la sola Trieste. Almeno 110 andranno a Udine, 75 a Gorizia. Lungo i circa 100 chilometri da presidiare, assicura l’assessore all’Immigrazione del Friuli-Venezia Giulia Pierpaolo Roberti, non ci saranno barriere fisiche.