A causa dell’innalzamento del rischio terrorismo in tutta Europa, allarme che si è intensificato a causa del conflitto in Medio Oriente e dopo i recenti episodi di attacchi e minacce da fondamentalisti islamici, molti paesi dell’Unione sono stati costretti a rivedere le regole del trattato Schengen. Chiudere l’area di libera circolazione, cosa comporta? Vediamo cosa cambia ora, quali paesi hanno scelto di sospendere il trattato e dove saranno ripristinati i controlli alle frontiere.

Cosa è l’area Schengen?

L’area Schengen è stata istituita dopo la conclusione del progetto avviato nel1985 nell’Unione Europea, al fine di permettere un libero scambio e circolazione di persone all’interno di una zona predefinita. Questa comprende i paesi che hanno inizialmente aderito al trattato. Una lista che si è ampliata negli anni con l’ingresso di altre nazioni. Dopo la seconda firma nel 1990, è stato stabilito che non sono effettuati controlli alle frontiere per tutti i cittadini che si spostano da un paese all’altro.

E vale per qualsiasi sia la motivazione del viaggio: vacanza, studio, lavoro, visite alla famiglia di origine. I vantaggi di questo trattato sono molteplici. Oltre a favorire l’ingresso di visitatori e i relativi spostamenti, ha permesso anche una maggiore cooperazione tra le forze dell’ordine di varie nazionalità e di sonseguenza anche più garanzie di sicurezza interna.

Si tratta attualmente della più vasta zona di libera circolazione al mondo. Chi si sposta da un paese all’altro non ha bisogno di passaporto, ma è sufficiente la carta di identità nazionale. Inoltre se si sceglie di andare a lavorare in uno di questi paesi si acquisisce naturalmente il diritto al pari della cittadinanza locale. Senza dover richiedere alcun visto, permesso per il soggiorno o per l’attività lavorativa.

Quali sono i paesi che fanno parte dell’area Schengen

I paesi che negli anni hanno aderito al trattato di Schengen sono 22 tra quelli appartenenti all’Unione Europea: Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia (entrata nel 1997), Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia. Si è poi aggiunta il 1 gennaio 2023 la Croazia.  Insieme ad altri 4 paesi non-Ue, e cioè: l’Islanda, la Norvegia, la Svizzera e il Liechtenstein.

I paesi che non hanno aderito a Schengen

Alcuni paesi, pur facendo parte dell’Europa, hanno scelto di non aderire o sono succesivamente usciti dall’area Schengen. Questi sono: l’Irlanda, che ha scelto liberamente di non partecipare. Il Regno Unito, uscito dopo la Brexit nel 2020. Cipro, Bulgaria e Romania, che pur non avendo ancora aderito al trattato sono state indicate come possibili prossime nazioni candidate all’ingresso in area di libera circolazione.

Perchè l’Italia ha sospeso il trattato Schengen e cosa cambia

Il trattato di Schengen come prevede il suo statuto può essere temporaneamente sospeso per vari motivi, soprattutto legati alla sicurezza. Il ripristino dei controlli è stato effettuato molte volte a partire dalla sua istituzione. L’ultima nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19.

Attualmente, alcuni paesi hanno deciso di sospendere di nuovo. Questo perchè sussiste il rischio terrorismo e rappresenta una grave minaccia che necessita di prevenzione. Al fine di evitare atti di violenza e attentati, e dopo l’innalzamento del livello di allerta dovuto alla crisi causata dal conflitto in Medio Oriente, 9 paesi dell’Unione Europea hanno deciso di chiudere l’area.

Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia, e Italia hanno quindi ripristinato le regole per cittadini che attraverseranno i confini. In particolare il governo Italiano ha comunicato con una dichiarazione pubblica che: “A partire da sabato 21 ottobre per 10 giorni, prorogabili, sarà riattivato il controllo di frontiera terrestre al confine con la Slovenia“.