Nonostante una serie di processi, sentenze, appelli e successive assoluzioni, il caso dell’omicidio di via Poma rimane irrisolto, costituendo una delle vicende di cronaca nera più celebri degli anni Novanta.
Simonetta Cesaroni, quanti anni aveva quando è stata uccisa?
Simonetta Cesaroni aveva 20 anni quando fu uccisa, il 7 agosto 1990, negli uffici dell’Associazione Alberghi della Gioventù in via Poma a Roma, dove lavorava come segretaria. L’autopsia, eseguita nei giorni successivi al delitto, stabilì che il decesso era avvenuto tra le 17:30 e le 18:30, sebbene il corpo fosse stato ritrovato solo alle 22:30 da sua sorella Paola. Quest’ultima aveva allertato il fidanzato e il datore di lavoro di Simonetta, e insieme si erano recati all’ufficio nel quartiere Prati.
La giovane, secondo le indagini, era deceduta a causa di un trauma cranico, ma il suo assassino l’aveva colpita in modo brutale 29 volte con un tagliacarte, infliggendo ferite profonde che interessarono il cuore, la giugulare e la carotide. Il corpo venne ritrovato con le gambe divaricate, privo di indumenti intimi, e con il reggiseno sollevato. Gli inquirenti della III Corte d’Assise di Roma conclusero che la giovane aveva aperto la porta a qualcuno che conosceva molto bene.
Dove abitava Simonetta Cesaroni a Roma?
Simonetta Cesaroni viveva a Roma, nel quartiere Don Bosco, zona Lamaro, precisamente in Via Filippo Serafini, 6.
La sua famiglia era originaria di Genzano di Roma, paese dei Castelli Romani. Suo padre Claudio (1939-2005) lavorava come conducente di tram presso l’A.co.tra.l (l’azienda tranviaria di Roma e del Lazio), mentre sua madre Anna Di Giambattista (nata nel 1939) era impegnata nelle mansioni domestiche. Aveva anche una sorella di nome Paola (nata nel 1963), che nel 1990 aveva una relazione con un coetaneo di nome Antonello Barone. Simonetta, a sua volta, era fidanzata con Raniero Busco, un giovane quattro anni più grande di lei, residente nel quartiere di Morena.