A Lucca la maggioranza di centrodestra che guida il consiglio comunale ha deciso di bocciare una mozione presentata dal consigliere Daniele Bianucci (Sinistra con) per intitolare una via della città alla memoria dell’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini.

La bocciatura della mozione – e una discussione circa i tempi concessi ai consiglieri per rilasciare la loro dichiarazione di voto – ha scatenato così una vera e propria bagarre durante il consiglio comunale e non solo.

Secondo le opposizioni, infatti, negando l’intitolazione di una via a una figura centrale della storia repubblicana l’amministrazione di Lucca ha scritto «una delle pagine più tristi e nere» della storia della città.

Lucca, bocciata l’intitolazione di una strada a Sandro Pertini. La rabbia dell’opposizione

Lucca non avrà, dunque, una strada dedicata alla memoria dell’ex presidente della Repubblica e partigiano Sandro Pertini. La ragione ufficiale del diniego, come spiegato dal consigliere di FI Giovanni Ricci è la presenza di «priorità differenti» individuate dall’amministrazione per la toponomastica lucchese.

Motivazione, questa, ribadita anche dal sindaco Mario Pardini che, definendo la polemica come strumentale, ha ricordato come «nessuno abbia parlato della figura del presidente Pertini, né sia entrato nel merito». Il motivo del no all’assegnazione della strada, secondo il sindaco, sarebbe dunque di carattere procedurale e non ideologico.

La motivazione, tuttavia, non ha assolutamente convinto i consiglieri di opposizione. Proprio gli stessi, infatti, hanno diffuso una nota per denunciare come la scelta sia dovuta alle simpatie nostalgiche di parte della maggioranza, e in particolare dei rappresentanti del gruppo «Difendere Lucca» afferente a Casapound.

Per comprendere come siano andate le cose, la redazione di TAG24 ha raggiunto Francesco Raspini, consigliere di opposizione a Lucca per il PD protagonista dello scontro con l’assessore Fabio Barsanti e con l’intero gruppo di maggioranza.

Raspini: «La vicenda evidenzia il potere che ha Casapound nel consiglio comunale»

Consigliere Raspini, si aspettava lo scoppio di una simile bagarre in consiglio sulla proposta di intitolare una via all’ex presidente della Repubblica Pertini?

«No. Sicuramente avevamo immaginato come ci sarebbe stato qualcuno della maggioranza insofferente alla nostra proposta. Il riferimento è ai due assessori e ai tre consiglieri di Casapound che siedono in Consiglio comunale. Non ci aspettavamo però che tutti – ad eccezione di un consigliere – votassero in blocco no.

Mi sorprende poi l’atteggiamento del sindaco di Lucca, Mario Pardini, che vuol passare come un moderato e come un civico ma non spende una parola pubblicamente sulla vicenda. Il suo silenzio vale più di mille parole ed evidenzia come il sindaco abbia, nei confronti di queste forze, un potere abbastanza scarso».

Il consigliere che ha votato a favore della vostra proposta, Luciano Panelli, è però un membro proprio della lista civica del sindaco.

«Sì, e per questo si è preso anche un insulto da parte di uno degli assessori. Purtroppo non si vede nel video ma noi abbiamo potuto leggere il labiale. Gli ha dato del testa di c…».

Nel consiglio comunale a Lucca c’è dunque una forte corrente di centrodestra?

«C’è proprio Casapound che ha preso il 10% alle ultime elezioni e che aveva presentato un candidato sindaco che oggi è assessore [Fabio Barsanti, ndr]. L’apparentamento fatto al secondo turno con la sua lista ha permesso all’attuale sindaco la vittoria per poche centinaia di voti».

Fa riferimento alla lista Difendere Lucca?

«Sì, non si sono presentati come Casapound per una decisione fatta a livello centrale a Roma. Ma loro ancora fanno parte di Casapound».

Raspini: “Lucca città legata ai valori della Resistenza. Da un anno dalla maggioranza tentativi di revisionismo”

Nel suo intervento ieri lei parla di «un’operazione di revisionismo che va avanti da un anno». Ci spiega meglio?

«Il significato di questa affermazione lo vediamo nel modo in cui l’amministrazione comunale ha rifiutato, in questo anno, diverse nostre proposte legate ai momenti istituzionali dedicati alla memoria.

A Lucca si è arrivati a celebrare lo stesso giorno la Giornata della memoria e il Giorno del ricordo. Parliamo di due momenti storici tragici, ma come sappiamo diversamente contestualizzati. Per loro però è importante unire in un unico calderone fatti diversi per poter poi mettere una pietra sopra circa alcune verità storiche.

In questo modo questi personaggi vanno avanti e tagliano le radici di Lucca, una città molto legata ai valori della resistenza e dell’antifascismo, oltre che a quelli repubblicani della Costituzione.

Il sindaco non è che si rifiuti di partecipare alle celebrazioni, ma certamente il gruppo afferente a Casapound non si è mai fatto vedere».

Il sindaco si difende dicendo che la mozione non è stata bocciata per giudizio su Pertini.

«Il problema è che questo sindaco, dal mio punto di vista, è poco consistente sia a livello personale che politico. Non sapendo come uscire da questa figuraccia ha provato a mettere una toppa che è peggiore del buco. Dunque sì, ha detto che non si parlava del presidente Pertini e che nessuno si è espresso negativamente sulla sua figura. E ci mancava pure, aggiungo io.

Il dato però è che sono stati tutti zitti. Anzi, hanno affidato la risposta a un giovane consigliere di Forza Italia che ha motivato il no parlando di altre priorità del Comune in materia di nomi alle strade. Secondo loro, poi, siccome abbiamo governato dieci anni non abbiamo diritto di fare una simile richiesta.

Ecco da dove nasce la sintesi del sindaco, la quale a mio giudizio è indice di un uomo fortemente in imbarazzo».

No alla strada a Sandro Pertini: le reazioni della politica al voto del consiglio comunale di Lucca

Quanto accaduto a Lucca lunedì – con il voto contrario della maggioranza all’intitolazione di una strada per Sandro Pertini – ha rapidamente superato i confini comunali diventando, un vero e proprio caso nazionale.

Intervenuta oggi, anche la segretaria del Pd Elly Schlein ha voluto condannare quanto accaduto, definendo i fatti «sconcertanti» e interrogandosi sui «valori che guidano la destre in Italia».

La vicenda, peraltro, non sembra destinata a chiudersi qui. La vicepresidente dei deputati dem Simona Bonafé ha infatti annunciato un’interrogazione parlamentare sul caso.

Anche il leader dei Verdi Angelo Bonelli, definendo il fatto come «disgustoso e inaccettabile» e sottolineando come l’artefice sia un «esponente di Casapound noto per essersi dichiarato pubblicamente fascista» ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno.

Non si è fatto poi attendere, infine, il commento dell’ANPI che ha parlato di «intollerabile offesa all’immagine della massima carica della Stato, oltre che alla Resistenza». Il fatto, secondo l’Associazione Nazionale Partigiani, evidenzia inoltre come ci sia nel Paese una «deriva anticostituzionale e fascistoide» cui si assiste nel Paese.

Durissimo, infine, anche il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.