Dopo la bufera dei circa 2.000 reperti rubati, le opere del British Museum di Londra saranno digitalizzate. Ad annunciare il provvedimento, che investirà l’intera collezione del museo, è il presidente del consiglio di amministrazione George Osborne.

L’obiettivo è quello di evitare nuovi furti interni, dopo l’ultima, clamorosa denuncia di oltre 1.000 manufatti rubati durante l’estate appena trascorsa. A riportare la notizia è il quotidiano The Telegraph, che cita le parole di Osborne.

Stiamo portando avanti un grande progetto per digitalizzare l’intera collezione, in modo che questo grande patrimonio nazionale che possediamo sia registrato in maniera più adeguata.

Un discorso pronunciato davanti ai membri del Parlamento, durante un’audizione davanti alla commissione per la Cultura e i Media. Le autorità britanniche chiedevano lumi sulle nuove misure per proteggere gli “oggetti di inestimabile valore” custoditi nel museo.

Opere digitalizzate per prevenire i furti, il British Museum: “Prese misure per rafforzare la sicurezza”

Il progetto del museo londinese avrà una durata quinquennale. Ci sarà infatti bisogno di molto tempo per la digitalizzazione di tutte le opere. A confermarlo al Telegraph alcune fonti interne all’istituto, che hanno sottolineato che il contenuto della collezione per intero, che ammonta a circa 8 milioni di manufatti, “era un mistero persino per il personale”.

Dopo il furto epocale, il British Museum è riuscito a recuperare una piccola parte (circa 350) dei reperti scomparsi. In merito allo scandalo che ha coinvolto l’ente, il presidente del museo ha ribadito come alcuni cimeli siano stati messi in vendita su Internet. Un’ulteriore conferma del fatto che il British Museum sia stato vittima di “un’operazione condotta dall’interno”.

Osborne ha comunque chiarito che sono state prese una serie di misure per rafforzare la sicurezza del vasto patrimonio culturale.

Con la digitalizzazione milioni di oggetti antichi accessibili online

Con la digitalizzazione sarà reso possibile l’accesso online a milioni di oggetti antichi.

La speranza delle istituzioni londinesi è che questo possa mettere la parola fine allo scandalo, finito anche nel mirino di un’indagine di Scotland Yard. Il maxi furto aveva portato alle dimissioni del direttore del museo Hartwig Fischer e del suo vice, Jonathan Williams. Il curatore Peter Higgs è stato invece licenziato.