Chi ha inventato i droni? Ormai da più di un anno la parola “drone” è entrata nel nostro quotidiano a causa del loro uso sempre più diffuso in ambito militare.
Prima del 2022 infatti il drone o APR (Aerei a Pilotaggio Remoto) veniva usato essenzialmente per applicazioni nel settore fotografico, meteorologico o aerospaziale ma anche per altri scopi come il trasporto dei medicinali e quello degli organi da trapiantare. Con lo scoppio della guerra in Ucraina però questa tecnologia aerea è sempre più spesso associata a impieghi bellici.
Questo loro impiego però non è così lontano dalla sua natura. Infatti come molte altre tecnologie di uso quotidiano come il web o il Gps anche i droni sono un’invenzione nata per uno scopo principalmente militare, che poi con il tempo sono stati riconvertiti ad un uso civile o persino ricreativo.
Chi ha inventato i droni: i primi modelli
Il primo modello di drone della storia risale a una creazione dei fratelli Jacques e Louis Bréguet, che lo provarono insieme al medico premio Nobel Charles Richet.
Questo prototipo venne chiamato Gyroplane ma di fatto non poteva essere venduto, era necessario l’intervento di ben quattro uomini per riuscire ad arrestarlo e riuscì a sollevarsi da terra di soli 60 centimetri. Nonostante queste iniziali difficoltà la forma di questi strumenti che vediamo oggi deriva proprio da questo primo esempio rudimentale.
Nei primi anni del ‘900 l’Aerial Target di Ruston Proctor & Co. fu il primo vero mezzo aeromobile guidato senza pilota. Si trattava di un aereo nato dalla tecnologia inventata da Nikola Tesla che doveva essere una vera e propria bomba volante. L’AT poteva essere pilotato verso i nemici e fatto esplodere all’occasione.
Nonostante la sua creazione però non venne mai utilizzato in guerra, anche se fu in grado di aprire la strada ai droni militari di oggi.
Nel 1918, l’ingegnere americano Charles Franklin Kettering, progettò l’Unmanned Aerial Vechicle, un siluro radiocomandato che oggi viene considerato l’antenato degli odierni APR. Il modello si chiamava proprio “Kettering Bug” ovvero l’insetto di Kettering proprio a causa del suo aspetto.
La parola “drone” deriva dal tedesco drohne, che significa fuco, il maschio dell’ape. L’oggetto infatti si chiama così per via del tipico ronzio che produce quando si alza in volo, simile proprio ad uno sciame di api.
Durante la seconda guerra mondiale, l’esercito tedesco introdusse il “Fritz X”, nome in codice del FX-1400, prima vera arma telecomandata effettivamente usata nel campo bellico.
Il “Fritz X” non fu solo il primo APR militare ad essere utilizzato, ma anche un antenato dei moderni missili anti-nave e di tante altre armi telecomandate.
L’impiego in guerra
Il vero boom arrivò negli anni ’60. Infatti grazie alle tante novità nel campo della tecnologia i droni erano diventati disponibili ad un costo ragionevole.
In molti negli Stati Uniti, si potevano, di fatto, permettere degli aerei radiocomandati, dai modellini per l’uso in spazi chiusi o ristretti a quelli più elaborati adatti al volo in spazi più grandi.
Nel 2001, dopo i tragici eventi dell’11 Settembre, la CIA inviò droni armati sull’Afghanistan per scovare ed abbattere i bersagli talebani.
A Febbraio 2002 un APR Predator, senza pilota venne impiegato per colpire un uomo considerato proprio Osama Bin Laden. L’uomo però era un semplice civile e questo provocò molti dubbi sull’uso dei droni in guerra e sulla loro affidabilità.
In guerra i droni più utilizzati sono quelli per la ricognizione. Questi hanno il compito di monitorare e accumulare informazioni su un particolare territorio o un soggetto e per riuscirci sono dotati di sensori di ultimissima generazione. Utilizzati poi spesso anche quelli di sorveglianza che riescono a tenere sotto controllo una specifica zona e impedirne l’accesso ai nemici.
Le dimensioni
La maggior parte dei droni è di piccole o medie dimensioni. Negli Stati Uniti, il Dipartimento della Difesa ha stilato una classifica dove i droni piccoli sono quelli che arrivano fino a un peso di 9 kg, quelli medi fino a 25 kg e quelli grandi arrivano fino a circa 600 kg.
Infine le ultime due categorie raggruppano i droni più pesanti di 600 kg che si differenziano dagli altri per le loro diverse caratteristiche. Questi strumenti infatti sono in grado di operare fino a 5-6.000 metri di altezza e di raggiungere velocità superiori ai 500 km/h.
Al momento non esiste una standardizzazione internazionale per questo ogni stato e ogni area geografica ha la sua classificazione. In Europa il tutto è regolato dall’EASA, l’European Aviation Safety Agency.