Il Terzo Polo non esiste più. Italia Viva e Azione divorziano ufficialmente. Matteo Renzi, leader di IV, sulla sua enews, annuncia la separazione da Calenda e Azione, che chiama ancora amici, e spiega di aver provato fino all’ultimo a tenere in piedi il rapporto ma la risposta sprezzante del segretario di Azione alla richiesta di fare la lista unitaria alle prossime elezioni europee è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Renzi e Calenda, dunque, vanno ognuno per la propria strada.
L’ex senatore del Pd Enrico Borghi, oggi capogruppo al Senato di Italia Viva, fa eco a Renzi e, ai microfoni di Tag24.it, comunica la decisione di cambiare il nome dei gruppi parlamentari in Italia Viva – Il Centro – Renew Europe.
“Ora ognuno si prenda le sue responsabilità“,
dice Borghi.
Italia Viva Borghi (Italia Viva) sulla rottura con Azione: “Mesi di spettacolo e non di politica, ognuno si prenda le sue responsabilità”
Si mette così la parola fine sulla telenovela che andava avanti da mese. Hanno una risposta anche le domande: l’alleanza fra Renzi e Calenda reggerà fino alle Europee? Azione ed Italia Viva avrebbero mantenuto uniti i gruppi parlamentari? La risposta di Enrico Borghi ad entrambi i quesiti è semplice quanto lapidaria: no.
Le accuse sono circostanziate e mirano soprattutto a Carlo Calenda, indicato da Borghi come principale responsabile della rottura politica, nonostante lo scorso maggio avesse detto l’opposto:
“Il gruppo di Italia Viva, Renew Europe e Centro, con la presenza di 7 componenti su 11, ha deciso di mutare la denominazione del gruppo in conseguenza della decisione dei componenti di Azione, supportate dal loro rappresentante il senatore Calenda, di non voler far parte della lista unitaria alle prossime elezioni europee, contravvenendo oltre ad un auspicio politico anche ad una precisa indicazione che nello scorso maggio avevamo assunto all’unanimità all’interno del gruppo”.
Politica e non spettacolo: è questo che serve agli elettori italiani, non “baruffe chiozzotte”. Borghi indica precisamente cosa imputare a Calenda e al suo partito, il voler continuamente spostare l’attenzione dalle azioni politiche ai battibecchi personali fra i leader:
“Io credo che dopo tanti mesi di uno spettacolo che ha visto sostituire alla politica altre cose sia il caso di fare un punto di chiarezza: per quel che mi riguarda ho tentato fino all’ultimo momento una strada di composizione, dopodiché ognuno si assume le proprie responsabilità. In questo momento serve chiarezza: noi la chiarezza la costruiamo sulla linea politica, noi vogliamo costruire una proposta politica di centro riformista, democratico, popolare, che sia in grado di parlare a quegli italiani che non si sentono rappresentati”.
Enrico Borghi: “Serve chiarezza: la nostra linea politica è coerente, Azione si è rimangiata gli impegni”
Per Borghi Italia Viva ha una proposta politica chiara ma soprattutto coerente, cosa che manca ad Azione. Il partito di Renzi ha fatto diverse “capriole” politiche che non sembrano essere state capite dagli elettori italiani, specie sul salario minimo:
“Lo zigzag che abbiamo visto anche da parte di Azione su alcuni temi qualificanti, penso al tema del salario minimo piuttosto che alle riforme istituzionali, dove Azione si è rimangiata gli impegni assunti davanti al corpo elettorale non viene compreso alla fine dai cittadini e quindi serve chiarezza”.
Alla domanda su come verranno “divisi gli alimenti” (non solo i voti, ma anche i mezzi per gestire i gruppi politici), Borghi fa una smorfia di fastidio e cerca di riportare il discorso su ciò che gli sta più a cuore: proposte politiche concrete. Italia Viva non soffrirà il confronto con Azione, perché è un partito che si sta aprendo anche al mondo della società civile:
“Questi sono aspetti che non comprendono quelli politici: oggi stiamo sulla politica. Abbiamo già discusso troppo di questioni personali, di battute, di esagerazioni personalistiche: torniamo alla politica. Noi non andremo allo scontro con nessuno: noi ci presenteremo davanti al corpo elettorale con chiarezza, con una leadership che si proporrà come l’unica vera leadership in grado di consentire a questo paese di portare in Europa una voce che non sia la voce dei nazionalisti o la voce dei populisti e siamo convinti che la candidatura di Matteo Renzi insieme con l’apertura che stiamo facendo ad altri mondi, ad altre esperienze, a forze civiche, esponenti politici del mondo della cultura popolare e non solo, saranno la strada con la quale conseguiremo un risultato significativo, perché noi da questo momento parleremo con un’unica voce e i cittadini italiani potranno finalmente sentire proposte politiche e non baruffe chiozzotte“.