Il noto programma televisivo “Fuori dal Coro” ha portato alla luce un fenomeno sempre più diffuso: uffici culturali trasformate in moschee abusive, ma anche scantinati o stanze di edifici. Il servizio del programma ha messo sotto la lente di ingrandimento Milano, in particolare via Zambelli, dove le aree di culto abusive risultano essere gestite da Ahmed Kabir, immigrato già condannato per una serie di reati: “Tanta gente parla male di me ma della condanna non ho visto ancora niente.”
Alla sua voce si unisce quella dei tanti frequentatori dei luoghi, alcuni dei quali estremisti che inneggiano ad Hamas:
“Quello che sta facendo Hamas contro il governo di Israele è giusto. Tutta quella terra è della Palestina, è una guerra giusta e tra un po’ arriverà anche qua.”
Milano, moschee abusive: “Gli permettono di fare quello che vogliono”
A parlare sono i residenti del luogo, che denunciano la situazione alle telecamere ed evidenziano come a Kabir sia permesso fare tutto: “Gli permettono di fare quello che vuole. Davanti a mia figlia si è tirato giù i pantaloni.”
L’uomo gestisce le moschee abusive dal 2013 nonostante le condanne per stalking, molestie, violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale: il tutto è valso una condanna a quattro anni e sette mesi di reclusione.
Le moschee in Italia: quante sono e dove sono
In Italia sono presenti numerosi luoghi di culto per le comunità musulmane, tuttavia solo una minima parte di queste possono essere considerate moschee vere e proprie. Quelle riconosciute dallo Stato italiano sono 12, tra cui quelle di Roma e Milano ad esempio. Infinitamente maggiori sono i centri islamici indipendenti, il cosiddetto fenomeno delle “moschee in garage” che difficilmente vengono censite e sono scollegate da ogni possibile controllo.
Sul tema si è espresso Fratelli d’Italia, che ha intenzione di presentare una proposta di legge volta a vietare la conversione in moschee di garage e capannoni. Si tratta di un tema spinoso perché può potenzialmente andare a ledere la libertà di culto, ma è chiaro che una regolamentazione in tal senso merita di essere fatta. L’argomento torna prepotentemente in auge ora, nel pieno di un nuovo conflitto tra Israele e Gaza e con il crescere degli allarmi terrorismo in tutta Europa.