Le dimissioni da direttore del Teatro comunale Abbado di Ferrara da parte di Moni Ovadia sembrano ormai irrevocabili. L’attore e scrittore di origini bulgare, milanese di adozione, ebreo di discendenza sefardita, ha deciso di dimettersi dopo le accese polemiche legate alle sue opinioni espresse sul conflitto in Medio Oriente che hanno infiammato il dibattito politico. All’indomani dell’attacco di Hamas contro Israele, l’intellettuale ha criticato il governo israeliano reo di perseguire una politica cieca, di occupazione e di colonizzazione:
“La Striscia di Gaza non è un territorio libero, è una gabbia: è vero che dentro non ci sono gli israeliani, ma loro controllano comunque i confini marittimi e aerei, l’accesso delle merci, l’energia, l’acqua. Non a caso l’Onu aveva già dichiarato Gaza zona ‘non abitabile’. La situazione è vessatoria, dirò di più: è infernale. Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esista, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano”.
Immediato il polverone di critiche che si è alzato sulle posizioni di Ovadia, soprattutto da parte di Fratelli d’Italia che ne ha chiesto le dimissioni. Dimissioni che presenterà domani, venerdì 20 ottobre 2023, e che aveva anticipato a Tag24.it qualche giorno fa.
Amareggiato ma nello stesso tempo inarrestabile nel portare avanti le sue idee, Moni Ovadia ha definito morta la democrazia nel mondo occidentale:
“Dicono di voler tutelare la libertà, poi esprimo la mia opinione liberamente e perdo il mio lavoro…questa è la famosa democrazia dell’Occidente“.
Si dimette, ci ha tenuto a precisare Ovadia, per seguire la sua coscienza e non per accontentare qualche “politicastro”. Il riferimento a FdI è puramente casuale?
Se fino a qualche giorno fa, nel pieno del caos mediatico, sembrava che ormai tutto fosse fatto e deciso, oggi, giovedì 19 ottobre 2023, Moni Ovadia, intervistato da Tag24.it, non è così netto e lascia intravedere uno spiraglio per trovare una soluzione. Non verranno accettate le sue dimissioni o non verranno più presentate?
Moni Ovadia, dimissioni dopo le opinioni su Palestina e Israele: “Le cose potrebbero trasformarsi grazie a Vittorio Sgarbi”
A giocare un ruolo importante nella vicenda è Vittorio Sgarbi, amico di vecchia data di Moni Ovadia. Il sottosegretario alla Cultura ha difeso il direttore del teatro comunale di Ferrara e ha chiesto al sindaco Alan Fabbri di respingere le dimissioni. A Tag24.it Sgarbi ha ribadito che la libertà di espressione va tutelata:
“Il consiglio d’amministrazione dovrà valutare venerdì, 20 ottobre 2023, quelle dimissioni con riferimento alle funzioni nel teatro, perché le opinioni possono essere discutibili, però ritenere che abbiano danneggiato il teatro è quello che dovrà valutare il consiglio di amministrazione. Quindi è ancora aperta la possibilità che le dimissioni vengano respinte in nome di una legittimazione della libertà d’opinione, quando essa non diventi pronunciata nel nome dell’istituzione che tu rappresenti: e non mi pare che sia questo il caso“.
L’intercessione di Sgarbi potrebbe risolvere la questione? Monia Ovadia, in esclusiva a Tag24.it, lascia qualche speranza.
“Vorrei dirle delle cose adesso, ma ci sono delle cose in fieri, non posso dire niente. Vittorio e io siamo amici, ci sentiamo spessissimo: al di là delle nostre differenti opinioni, noi siamo amici e poi con me è stato sempre molto corretto e molto amichevole. Lui sta facendo un lavoro… Le cose potrebbero trasformarsi ancora, potrebbero trasformarsi grazie proprio all’intervento di Vittorio Sgarbi“.