In 18 pagine di sentenza, la Corte d’appello della Federazione Italiana Rugby ha accolto il ricorso presentato da Petrarca Padova e Rugby Rovigo, riducendo dunque drasticamente la maxisqualifica che aveva lasciato lo sport italiano a bocca aperta. Ben 62, tra tecnici, giocatori e dirigenti, erano stati infatti sanzionati in seguito a una grande rissa scoppiata a tre minuti dalla fine di una partita amichevole pre-campionato tra le due squadre, giocata a Rovigo il 15 settembre e fino a quel punto piuttosto corretta. Le sanzioni ora toccano “soltanto” 10 tesserati: comunque un successo dopo la prima pazzesca sentenza-record.
Maxisqualifica all'”amichevole” di rugby ridotta in appello da 62 a 10 tesserati
Al di là di quanto sarebbe avvenuto tra Edoardo Ferraro (in realtà Facundo Diederich Ferrario, ndr) del Rovigo e Matteo Maria Panunzi del Petrarca “nessun atleta colpisce altro giocatore”, solo alcuni intervengono, si trattengono, si spingono e si separano e, quindi, gran parte dei giocatori “è rimasta nell’occasione del tutto estranea a quanto stava accadendo”.
Così si legge nella sentenza, citando il testo del ricorso avverso alla prima decisione in cui venivano fermati 30 tesserati del Rovigo e 32 del Petrarca perché tutti coinvolti (ignari passanti compresi, viene da pensare). Di tutt’altro tenore sono state invece le immagini prodotte dai due club. Tra queste, le foto di giocatori tranquillamente seduti in panchina, minimamente interessanti alla scazzottata iniziale. Difatti i giudici citano proprio quelle immagini.
Decisive le immagini prodotte dai club in cui si vedono giocatori tranquilli in panchina
Dalla visione del filmato, risulta che se la gran parte dei giocatori non ha partecipato alla “baruffa” e alcuni si sono attivamente prodigati affinché tutto si concludesse in breve e senza degenerazioni, altri, invece, siano arrivati da lontano per aggiungersi.
In parole povere: rissa c’è stata, ma non sul modello delle “royal rumble” del wrestling anni ’80 come all’inizio si diceva. Il bello è che le squalifiche sono comunque tutte scadute e con la Nazionale ancora impegnata al Mondiale (tanto per fornire una bella pubblicità). È la figuraccia che non viene cancellata. Mentre in molti si interrogano sui tanti motivi dell’oramai scarso appeal del massimo campionato italiano di rugby.