Bitcoin Cash è il fork più famoso in assoluto. La sua nascita è avvenuta nel 2017, al culmine di un serrato dibattito in seno alla comunità di BTC, conseguente al manifestarsi di una serie di problemi relativi alla lentezza delle transazioni e al loro eccessivo costo. Per cercare di risolverli, alcuni minatori proposero di aumentare il limite della misura di blocco, trovando però opposizione da parte degli altri.
Un problema reale che poi BTC risolse con l’aggiornamento noto come Segregated Witness (SegWit). Una implementazione la quale, però, fu osteggiata dai dissidenti, i quali decisero di dare vita alla separazione dalla catena principale, con la conseguente nascita di Bitcoin Cash. Un processo cui parteciparono tra gli altri Jihan Wu (co-fondatore di Bitmain) e Roger Ver (CEO di Bitcoin.com)
Bitcoin Cash: cos’è e come funziona
Bitcoin Cash è una valuta digitale che opera su una blockchain, facendo leva sull’algoritmo di consenso Proof-of-Work. Anche nel suo caso l’offerta massima di token è limitata a 21 milioni, configurandosi di conseguenza come un asset deflazionistico. Il suo funzionamento, quindi, è molto simile a quello di Bitcoin, di cui rappresenta del resto una variante.
Se sin qui abbiamo visto i punti di contatto, occorre sottolineare che dopo il fork, BCH ha evidenziato una serie di differenze che gli hanno consentito di focalizzarsi sui pagamenti. Un aspetto in cui, in effetti, fornisce prestazioni migliori rispetto all’icona di Satoshi Nakamoto.
La prima e decisiva diversità è appunto quella relativa al limite della misura di blocco, che dopo essere stato impostato inizialmente a 8 MB e poi salito a 32. Ne consegue quindi la possibilità di includere più transazioni in ogni blocco, anche se raramente la misura degli stessi ha superato un MB.
Se ambedue i progetti provvedono a regolare la difficoltà di mining tramite il cosiddetto difficulty adjustment algorithm (DAA), Bitcoin la stabilisce ogni 2016 blocchi, mentre su Bitcoin Cash viene utilizzata dopo ogni singolo blocco.
Nel 2019, inoltre, Bitcoin Cash ha deciso di adottare la firma di Schnorr, un algoritmo alternativo in grado di modificare la modalità di utilizzazione delle firme digitali. Più semplice e sicura, questa tecnologia conferisce un maggior livello di scalabilità senza sacrificare la riservatezza.
Mentre è stato rimosso EDA, un algoritmo di regolazione della difficoltà di emergenza che era stato aggiunto per facilitare il mining, incentivando altri minatori ad unirsi alla comunità. Il motivo di questa rimozione è da individuare nei problemi di stabilità che comportava. Nel periodo in cui ha operato ha però permesso di aggiungere migliaia di blocchi in più rispetto alla blockchain di BTC. Un gap che è poi rimasto.
Le prospettive di Bitcoin Cash per il 2024
Non è Bitcoin, ma BCH è comunque riuscito ad usufruire almeno in parte della popolarità della regina crypto, dopo la separazione. Tanto da essere ancora oggi, dopo un periodo di prolungata flessione e un ulteriore fork, da cui è nato Bitcoin SV (Satoshi Vision), al 17° posto della classifica di settore.
Proprio il suo evidente legame con BTC costituisce allo stesso tempo il maggior pregio e il maggior difetto di Bitcoin Cash. Può infatti giovarsi dell’ormai tradizionale effetto di trascinamento del primo, nei momenti in cui il mercato cresce. Nei periodi di magra, però, la creazione di Satoshi Nakamoto può evidenziare quelle caratteristiche di bene rifugio che BCH non possiede in maniera compiuta.
Per il 2024, comunque, si profila una situazione che potrebbe avvantaggiare notevolmente la comunità degli scissionisti. Il previsto quarto halving di Bitcoin dovrebbe scatenare una nuova bull run. Una corsa dei prezzi verso l’alto che, come è accaduto nel passato, dovrebbe riguardare l’intero settore, o quasi. In queste condizioni non è quindi difficile prevedere una crescita anche di Bitcoin Cash.