Julian Assange sarà cittadino onorario di Roma che diventa così la prima capitale mondiale a riconoscere l’onorificenza al giornalista e attivista australiano creatore di Wikileaks.

Julian Assange cittadino onorario di Roma: la mozione passa all’unanimità dei votanti

22 voti 22 si su 34 presenze. Così il Campidoglio si espresso sulla mozione, a prima firma dell’ex sindaca Virginia Raggi per riconoscere Julian Assange cittadino onorario di Roma. La città eterna non è l’unica nel mondo ad aver riconosciuto tale titolo al giornalista e attivista australiano in segno di sostegno alla sua battaglia e di vicinanza, ma Roma è la prima capitale al mondo a prendere in questo modo una posizione su una vicenda che ha al centro non solo la persona del creatore di Wikileaks detenuto senza processo in un carcere di massima sicurezza e a rischio di estradizione negli Stati Uniti, ma anche il concetto stesso di libertà di stampa, fondamento necessario di ogni democrazia.

La pronuncia dell’aula Giulio Cesare arriva dopo mesi di pressioni degli attivisti appartenenti a gruppi come FreeAssange Italia e Articolo 21 hanno fatto sentire la loro voce con manifestazioni e sit in per spingere le istituzioni della capitale a prendere una posizione sul caso Assange attraverso il riconoscimento della cittadinanza onoraria.

Una delle tante azioni che attivisti di tutto il mondo pongono in essere da anni per non far dimenticare l’uomo recluso senza mai aver subito una sentenza di condanna nel carcere di massima sicurezza di Londra in condizioni che l’Alto Commissariato Onu per la tortura ha definito compatibili con il concetto di tortura fisica e psicologica.

La votazione in Campidoglio è stata accolta con soddisfazione dalla ex sindaca oggi consigliera Virginia Raggi autrice della mozione che in un lungo post su Facebook ha commentato:

“L’ Assemblea Capitolina ha approvato un atto in cui si afferma che la libertà di stampa, la libertà e i diritti inviolabili delle persone, sono valori fondamentali che Roma Capitale difende e tutela sempre a garanzia della piena efficacia della democrazia. E sapete perché la libertà di stampa va difesa e tutelata sempre? Perché solo se la stampa e i giornalisti sono liberi, liberi davvero, noi cittadini avremo la possibilità di essere correttamente informati e formarci una opinione corretta sui nostri Governanti, al di là delle versioni che ci vengono raccontate. Ecco perché la vicenda di Julian Assange riguarda tutti noi, il nostro ruolo di cittadini liberi e informati e il futuro della nostra stessa democrazia. Nel frattempo ho già depositato la proposta di delibera per formalizzare la cittadinanza onoraria: il percorso per la concessione deve continuare velocemente perché non c’è un attimo da perdere”.

Chi è Julian Assange, fondatore di WikiLeaks

E in effetti un attimo da perdere non c’è veramente, perché la magistratura del Regno Unito deve pronunciarsi a breve sul destino dell’attivista e i sostenitori di Julian Assange temono che la decisione sia quella di consentire l’estradizione del fondatore di Wikileaks negli Stati Uniti paese nel quale pendono sul capo dell’attivista 18 capi di imputazione penali che potrebbero costargli fino a 175 anni di carcere.

Julian Assange è considerato da molti sostenitori e attivisti, molto più che un giornalista, un vero e proprio combattente per la libertà di stampa. Il 4 ottobre 2006 lancia WikiLeaks. Si tratta di una vera e propria organizzazione, conosciuta per il proprio sito internet, di cui fanno parte attivisti, giornalisti, scienziati, liberi cittadini di ogni parte del mondo. Il fine principale dell’organizzazione è mettere a disposizione una piattaforma in cui riversare documenti riservatissimi, anche coperti dal segreto di stato. Ai contributors è assicurato che il proprio nome non verrà mai rivelato grazie a una complessa impalcatura di ingegneria informatica e codici che rende impossibile risalire alle fonti della “soffiata” o del documento.

Con la sua piattaforma, il giornalista e attivista australiano Julian Assange è anche diventato il nemico pubblico numero uno dell’intelligence a stelle e strisce. E’ successo da quando ha deciso di divulgare, tramite WikiLeaks, documenti secretati che, tra le altre cose, hanno messo in luce i misfatti delle forze americane nelle loro missioni in Iraq e Afghanistan. Documenti spesso provenienti da insider a cui Wikileaks ha garantito l’anonimato. Documenti che, una volta diffuso, hanno concretizzato la più grande violazione della sicurezza Usa della storia. Da allora Julian Assange è diventato una sorta di nemico pubblico per le autorità statunitensi che ne chiedono l’estradizione per poterlo sottoporre a processo.