Partito da Palermo ancora giovanissimo, all’età di 16 anni è approdato a Roma con una valigia piena di sogni. La maggior parte li ha realizzati. Gaetano D’Agostino con i giallorossi si è affacciato al calcio professionistico, e dopo una stagione al Bari ha definitivamente spiccato il volo. Udinese, Fiorentina e tante altre maglie vestite in carriera, con determinazione e talento ha portato a casa 10 stagioni consecutive in Serie A. Prestazioni importanti, che gli sono valse anche la convocazione in Nazionale da parte di Marcello Lippi. Per commentare l’Italia di Spalletti, D’Agostino è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tag24.

L’Italia di Spalletti, D’agostino a Tag24

Con la sfida contro l’Inghilterra si chiude la seconda sosta per gli impegni della Nazionale italiana. Una vittoria, contro Malta e una sconfitta, la mano di Spalletti inizia a dare i suoi frutti ma ci sarà ancora molto da lavorare in vista degli Europei che si disputeranno in Germania nel 2024. Gli azzurri non sono ancora certi del posto, per strappare il pass dovranno battere Macedonia e Ucraina il mese prossimo. Per commentare la nuova Italia di Spalletti, D’Agostino, ex calciatore che ha indossato anche la maglia della Nazionale, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Due partite, con Malta e Inghilterra, la mano di Spalletti inizia a vedersi?

Nel primo tempo di ieri direi di sì. Dopo i primi 10 minuti l’Italia ha iniziato ad essere padrona del campo, ma va detto che le partite durano 90 minuti e per portare a casa il risultato pieno si devono mantenere il ritmo e la concentrazione dall’inizio alla fine. L’idea di Spalletti si è vista, la differenza però tra Inghilterra e Italia è evidente nei singoli giocatori e il tecnico su questo, con tutto il rispetto, non può fare miracoli”.

La squadra più forte insomma ha battuto quella più debole, è una questione di singoli?

“Banalmente possiamo fare il gioco delle figurine. Il numero 10 dell’Inghilterra si chiama Bellingham, uno dei centrocampisti in questo momento più forti al mondo. Quello dell’Italia si chiama Berardi, un calciatore sicuramente forte, ma di uno spessore diverso. Basta pensare all’abitudine a giocare ogni singola partita, più o meno importante che sia. Ma vado avanti. L’attaccante azzurro ieri era Scamacca, buonissimo giocatore, buonissimo potenziale, quello inglese è Harry Kane. Sono esempi stupidi, banali, ma eloquenti. Per me la Nazionale italiana ha buoni giocatori e un grandissimo allenatore; l’Inghilterra è comporta da un buon allenatore ma da 5/6 campioni”.

Pensi che lo scandalo scommesse e l’arrivo delle forze dell’ordine a Coverciano potrebbe aver influenzato l’Italia?

“Non penso sinceramente. La partita più difficile sotto l’aspetto emotivo poteva essere Malta, che avrebbe potuto nascondere mille insidie. Dopo tutto il polverone che si era alzato l’ambiente poteva essere destabilizzato, e invece così non è stato. I ragazzi hanno risposto bene, pur non giocando una partita meravigliosa. Con l’Inghilterra invece si è vista un’Italia grintosa, volenterosa, che finché ha retto ha fatto bene, ma quando gli inglesi hanno preso la territorialità del campo non c’è stata più partita. Determinate giocate le fanno solo i grandi calciatori”.

 Come pensi che si concluderà questa vicenda?

“Sono l’ultimo a poter parlare perché non sono addentrato e non mi interessa neanche. Ho solo un grande dispiacere nel vedere ragazzi così giovani che si sono rovinati e che adesso dovranno superare un grande ostacolo. Sono argomenti complicati. Sento parlare tutti di ludopatia, ma qualcuno l’ha mai vissuta? Non siamo dottori, né esperti. Trovo solo una grande incoerenza nel calcio. I calciatori vengono usati spesso come testimonial di siti e portali su cui scommettere, quello va bene? Quando sono pagati per fare pubblicità va tutto bene. I giocatori non devono scommettere, e non dovrebbero neanche pubblicizzare determinate cose. Se dobbiamo essere eticamente bravi dobbiamo anche rinunciare a promuovere le scommesse. Questi ragazzi vanno aiutati, perché mi auguro che un giorno dalla loro esperienza possa nascere qualcosa di buono. Chi non ha passato niente di simile però non si metta a fare il professore”.

Chiudiamo sulla Nazionale, sei fiducioso per la qualificazione agli Europei?

“Lo sono perché abbiamo un grande mister e dei ragazzi di talento, che dalle difficoltà verranno fuori. È ovviamente una squadra che dovrà molto migliorare. I principi di Spalletti, anche in una squadra di club, ci vuole tempo per assimilarsi e in Nazionale ancora di più. Sono sicuro però che con l’esperienza del mister si potrà portare il risultato a casa”.