Gli oracoli sono un’altra risposta data dalla finanza decentralizzata alla necessità di avere a disposizione dati attendibili provenienti dal mondo reale per poter condurre in porto un investimento. Una difficoltà contro cui si scontrano spesso gli sviluppatori sulla blockchain. In pratica, è necessario che tali dati possano essere portati all’interno della catena per essere integrati e proprio questa è la funzione che si sono assunti gli oracoli.

Tra le piattaforme che hanno deciso di implementarli un posto di assoluto rilievo spetta a Band Protocol. Si tratta infatti di un software progettato nel preciso intento di incentivare un network di utenti a fornire dati reali alle dApp (applicazioni decentralizzate) che utilizzano la blockchain. Andiamo quindi a vedere meglio cosa sia e, soprattutto, come funzioni.

Band Protocol: cos’è e a cosa serve

Band Protocol (BAND) è stato lanciato nel 2017, sotto forma di una rete oracolo di dati cross-chain la quale, dopo aver aggregato dati nel mondo reale, provvede a connetterli ad API e smart contract. In pratica permette un proficuo scambio di informazioni tra fonti di dati che si trovano dentro e fuori la catena, a vantaggio delle applicazioni decentralizzate.

Se in origine era stato progettato per girare sulla blockchain di Ethereum, nel giugno del 2020 Band Protocol ha effettuato la sua transizione su Cosmos, nel preciso intento di abbattere le commissioni troppo elevate che caratterizzavano ETH prima del Merge. 

Nel suo compito di rete oracolo la funzione di intermediazione svolta agevola l’esecuzione di smart contract basati su eventi e informazioni reali provenienti dall’esterno. Funzione tanto più apprezzabile alla luce del fatto che senza oracoli affidabili le applicazioni decentralizzate hanno notevoli difficoltà ad operare in maniera affidabile con fonti di informazione trasparenti.

In particolare, i dati esterni prima di essere affidati alla blockchain devono essere sottoposti a giudizio da parte dei validatori, coadiuvati in tal senso da un software. Per quanto riguarda il meccanismo di consenso su cui è impostato il sistema, è il Delegated Proof-of-Stake. Il sistema approntato mette in competizione Band Protocol con Chainlink, il progetto che si è maggiormente giovato dell’apporto degli oracoli nel corso degli ultimi anni.

Come funziona Band Protocol

Come abbiamo già ricordato, Band Protocol utilizza una blockchain indipendente, BandChain, costruita con Cosmos SDK. Gli sviluppatori possono a loro volta utilizzarla al fine di riuscire a sviluppare script oracoli personalizzabili in grado di fornire dati reali off-chain per le applicazioni decentralizzate e gli smart contract. Gli script in questione vanno ad includere i dati, la loro fonte, il numero dei validatori necessari per dare legittimità ai dati e la metodologia di aggregazione degli stessi.

Il flusso che viene avviato una volta che sia messo in esecuzione uno script oracolo si compone delle seguenti fasi:

  • la richiesta dei dati da parte di una dApp allo script personalizzato:
  • la ricezione della richiesta da parte di un insieme di validatori scelti in maniera assolutamente casuale;
  • l’estrazione dei dati dalla fonte indicata, da parte degli stessi validatori;
  • l’aggregazione dei rapporti sui dati secondo le indicazioni fornite dagli script personalizzati;
  • l’immissione a scopo conservativo permanente dei dati aggregati su BandChain con conseguente produzione di una prova ad essi relativa;
  • il definitivo trasferimento dei dati validati nella dApp o nella blockchain da cui è partita la richiesta.

A proposito di Band Protocol

Lo sviluppo di Band Protocol è avvenuto ad opera dell’omonima startup, di stanza in Thailandia. L’azienda è stata fondata da Soravis Srinawakoon, che ha assunto il ruolo di CEO, Sorawit Suriyakarn, a sua volta CTO, e Paul Nattapatsiri, Chief Product Officer.

Nel corso del 2019 Band Protocol ha ricevuto finanziamenti pari a 3 milioni di dollari da società di venture capital, tra cui l’unità indiana di Sequoia Capital. A questo primo flusso di capitali ne è poi seguito un secondo nello stesso anno, stavolta pari a circa 5,85 milioni di dollari, in una Initial Exchange Offering (IEO).

Per quanto riguarda la fornitura iniziale, per 100 milioni di token BAND, il 12,37% di essi è stato assegnato nella fase di prevendita. A questa prima fase si sono poi aggiunte altre cessioni di token, che hanno permesso di racimolare altri 2 milioni di dollari. 

Se in totale, oltre il 27% dei token di BAND è stato venduto ai primi investitori, un altro 25% è stato invece destinato all’ecosistema. Infine, il 22% è stato messo a disposizione della fondazione e del gruppo cui è affidato lo sviluppo del progetto.