Nuovi aggiornamento sull’inchiesta relativa al calcioscommesse. Dopo aver indicato i nomi di Fagioli, Zaniolo e Tonali, Fabrizio Corona ha annunciato di essere pronto per nuove rivelazioni. L’ex agente fotografico ha accusato anche Gatti, Casale ed El Shaarawy all’interno di un servizio di Striscia la notizia che andrà in onda questa sera. Ma lo scoop di Corona è stato immediatamente sconfessato dalla Procura di Torino, che, stando a fonti giudiziarie, avrebbe ribadito come non ci siano evidenze sul coinvolgimento dei tre calciatori.
Calcioscommesse, la Procura smentisce Corona: le sue accuse a Striscia la notizia
El Shaarawy, Gatti e Casale sono stati tirati in ballo da Corona durante la consegna del Tapiro d’oro nel consueto spazio di Striscia la Notizia. “Altri nomi dopo quelli di Zaniolo, Fagioli, Tonali e Zalewski? Tiro fuori El Shaarawy, non mi hanno fatto nemmeno una domanda quando l’ho accennato in studio. Casale, che ha litigato con l’Under21, è inguaiato fino al collo. Poi Gatti, di cui ha parlato Fagioli. Te ne potrei fare trenta di nomi”, ha svelato Corona. Durante la conversazione con Valerio Staffelli sarebbero emersi anche degli audio che testimonierebbero il coinvolgimento dei giocatori nella vicenda.
Casale contro Corona: le parole del suo legale
Ma la risposta dei diretti interessati non si è fatta attendere. Nicolò Casale, difensore della Lazio classe 1998, ha deciso di agire per vie legali contro Fabrizio Corona. Guido Furgiuele, legale dell’ex Verona, ha sottolineato come il centrale non abbia mai scommesso su una competizione sportiva e abbia dedicato la sua vita esclusivamente all’impegno agonistico.
Sono state messe in circolazione accuse infondate e calunniose sul suo coinvolgimento nell’inchiesta riguardante le scommesse nel mondo del calcio. Attesa la sua totale estraneità all’indagine, e ai fatti a cui si riferisce, e la gravità delle accuse mosse nei suoi confronti sporgeremo querela e perseguiremo in ogni sede giudiziaria gli autori della diffamazione e/o calunnia, nonché gli editori e i responsabili dei canali d’informazione con cui siano divulgate tali illecite accuse. Ciò a tutela della sua immagine e della sua onorabilità.