In pensione con l’Ape sociale: per chi sarà ancora possibile nel 2023?. Al momento, l’uscita anticipata dal lavoro a 63 anni, con almeno 30 anni di contributi, è consentita solo per coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2023.

Dal 2024, la musica cambierà, e l’anticipo pensionistico Ape sociale sarà soggetto a nuovi cambiamenti previsti nella Manovra finanziaria 2024. Vediamo insieme chi può beneficiare dell’Ape sociale e quali sono le novità per il 2024.

Pensioni: chi può prendere l’Ape sociale?

L’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, stabilisce che i beneficiari dell’indennità Ape sociale sono coloro che maturano i requisiti minimi di legge, ovvero 63 anni di età e almeno 30 anni di versamenti. Per essere ammessi al trattamento economico, i lavoratori devono essere risultare iscritti presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, le forme sostitutive ed esclusive della stessa, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata.

L’Ente Nazionale della Previdenza Sociale, nel rilasciare il diritto all’Ape sociale, tiene conto della categoria di appartenenza di colui che presenta la richiesta, nello specifico:

  • si trova in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • al lavoratore che assiste, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104);
  • invalidità civile riconosciuta dalla Commissione ASL – INPS che certifica la ridotta capacità lavorativa, superiore o uguale al 74%.

Il beneficio pensionistico per i lavoratori gravosi

Nell’allegato 3 della legge 234/2021, è contenuto l’elenco dei lavoratori gravosi che possono beneficiare dell’anticipo pensionistico Ape sociale con un requisito contributivo da 32 o 36 anni a seconda dei casi. Questo elenco include:

  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

È importante ricordare che, per le lavoratrici, i requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.

Quanti contributi ci vogliono per andare in pensione con l’Ape sociale?

L’accesso all’Anticipo pensionistico Ape sociale per i lavoratori è condizionato dalla presenza di un montante contributivo di 32 anni e da altri criteri, tra cui:

  • almeno sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa o almeno sei anni negli ultimi sette di carriera lavorativa, cocco;
  • per gli operai edili, per i dipendenti delle imprese edili ed affini, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta.

In scadenza la domanda per la pensione Ape sociale 2023

Tutti coloro che soddisfano i requisiti normativi entro il 31 dicembre 2023 possono presentare la richiesta preliminare per il rilascio del diritto al trattamento Ape sociale. Questa domanda dovrà essere presentata entro e non oltre il 30 novembre 2023.

L’INPS rilascia ai beneficiari un assegno fino a 1.500 euro al mese per 12 mensilità. L’indennità Ape sociale  non comprende la rivalutazione, l’integrazione al minimo e la reversibilità.

Al compimento dei 67 anni, il beneficiario dell’Ape sociale passerà alla pensione di vecchiaia o altro trattamento ordinario.

Quali sono le novità per il 2024?

Nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 54, sono previste alcune revisioni per il 2024, tra cui le modifiche che riguardano l’Ape sociale:

“L’innalzamento a 36 anni del requisito contributivo per gli uomini; requisiti diversi per le donne e quota 104 con alcune specifiche che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere al lavoro”.