Nel pagamento delle pensioni di novembre 2023 saranno pagati anche gli arretati di 10 mesi di rivalutazione degli assegni. E’ quanto prevede il decreto “Anticipi, approvato dal Consiglio dei ministri del governo guidato da Giorgia Meloni insieme al disegno di legge di Bilancio 2024. L’Inps, dunque, anticiperà il conguaglio della differenza di indicizzazione delle pensioni per effetto del tasso di inflazione. Il calcolo degli adeguamento è stato effettuato non sul dato definitivo dell’Istat, ma su quello provvisorio, comunicato dall’Istituto di Statistica il 20 novembre 2022.

Il conguaglio avrebbe dovuto essere pagato con il cedolino delle pensioni di gennaio 2024, come avviene di norma. In tutto, gli arretrati spettanti riguardano dieci mensilità, mentre la quota di differenza entrerà nel cedolino mensile di pensione.

Pagamento pensioni novembre 2023, nel cedolino anche gli arretrati di 10 mesi di rivalutazione

Con il pagamento delle pensioni del mese di novembre 2023 l’Istituto di previdenza verserà anche gli arretrati per la quota di mancata indicizzazione degli assegni al tasso di inflazione. Lo scarto deriva dal fatto che le indicizzazioni delle pensioni per l’anno 2023 sono state effettuate sul tasso di inflazione provvisorio comunicato dall’Istat il 20 novembre 2022. Tale tasso è stato pari al 7,3 per cento.

Il dato definitivo è stato pari all’8,1 per cento. Per effetto della differenza dei valori, lo 0,8 per cento dovrà essere pagato ai pensionati insieme agli arretrati spettanti. Il conguaglio riguarderà, pertanto, i mesi da gennaio a ottobre 2023. La quota dello 0,8 per cento entrerà a regime nel cedolino di pensione dei percettori Inps.

La procedura è prevista dal decreto “Anticipi” che è stato approvato dal Consiglio dei ministri del governo di Giorgia Meloni il 16 ottobre scorso, in sede di approvazione anche del disegno di legge di Bilancio del 2024.

Pagamento pensioni novembre aumenti, ecco di quanto

L’aumento delle pensioni seguirà lo stesso meccanismo di indicizzazione che da gennaio ha permesso ai pensionati di ottenere la rivalutazione degli assegni. Pertanto, sulle pensioni di importo pari a 2.101 euro al lordo, corrispondenti agli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, lo 0,8% sarà recuperato al 100%. Percentuali più basse di recupero sono previste per le pensioni di importo superiore. Nella fascia massima, l’aumento mensile corrisponde a 16,81 euro.

Per gli assegni da quattro a cinque volte il trattamento minimo, il recupero sarà dell’85%. Ciò significa che ai pensionati non verrà riconosciuto lo 0,8% pieno, ma solo lo 0,68 per cento. Pertanto, per pensioni da 2.101 a 2.626 euro al lordo, l’incremento mensile sarà di 17,86 euro. Le pensioni da 2.626 a 3.152 euro al lordo, avranno un incremento del 53% dello 0,8%, pari allo 0,424 per cento: l’aumento sarà di 13,36 euro nella fascia massima.

Calcolo degli incrementi degli assegni di pensione 2023

Le pensioni da 3.152 a 4.203 euro avranno un incremento del 47% dello 0,8%, pari allo 0,376 per cento. Nel cedolino di pensione, l’incremento è fisato a 15,80 euro. Per chi prende una pensione da 4.203 a 5.253 euro lordi, l’incremento mensile è di 15,55 euro, pari al 37% dello 0,8%. Infine, per chi prende una pensione maggiore di 5.253 euro lordi, l’aumento è del 32% dello 0,8%, pari allo 0,256 per cento. Nel cedolino di pensione si avranno in più 13,45 euro.

Arretrati Inps 2023, ecco di quanto

Per effetto di questi aumenti di novembre, una pensione lorda di 1.000 euro al mese avrà un aumento mensile di 8 euro e passerà a 1.008 euro. Nel cedolino di pensione di novembre arriveranno gli arretrati pari a 80 euro, considerando le dieci mensilità da gennaio a ottobre 2023. Il meccanismo di rivalutazione delle pensioni al tasso di inflazione calcolato dall’Istat dovrà essere applicato anche agli aumenti degli assegni del 2024.