Paola Cortellesi esordisce alla regia con il suo “C’è ancora domani“, opera prima dalla regia elegante e dal gusto raffinato che sorprende per profondità e varietà di linguaggio. Un’opera in bianco e nero dove l’interprete si cuce addosso un personaggio perfetto per il suo registro, una donna del dopo guerra che cerca di avere un rigurgito di libertà dopo una vita passata con la bocca muta in silenzio. “C’è ancora domani” è uno degli esordi femminili migliori degli ultimi tempi, un film reso ancor più valido da un cast davvero in ottima forma. Abbiamo incontrato la regista e i suoi attori durante la giornata inaugurale della Festa del Cinema di Roma.
Paola Cortellesi all’opera prima con “C’è ancora domani”, il video alla Festa del Cinema di Roma
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Paola Cortellesi è visibilmente emozionata e quasi lusingata dai tanti applausi e complimenti ricevuti dopo il suo esordio alla Festa del Cinema di Roma: “Questa storia è nata passo passo con Furio e Giulia, i miei due sceneggiatori. Avevamo la voglia di raccontare la vita di donne nei celebrate. Uno schiaffo e sulla faccia di una povera cenerentola. Sono sempre state considerate delle nullità, c’era una totale inconsapevolezza. La mia cara nonna era eccezionale e non erudita, mi dava grandi consigli e chiosava dicendo che non capiva. Volevo celebrare quelle donne attingendo ai nostri racconti personali”.
Sulla prima volta dietro la macchina da presa può solo dire cose belle: “Questo nuovo ruolo mi è piaciuto molto e sarà bellissimo continuare a dirigere. Il doppio registro è l’unico linguaggio che conosco, storie con base drammatica con un linguaggio a tratti ironico. La violenza domestica all’epoca era un dato di fatto e lo abbiamo trattato così. sorridevano di situazioni dure e surreali”, mentre conferma come sia stato faticoso dirigere se stessa “Mi hanno visto correre dal set al monitor come una pazza, essendo io interprete ho messo tre settimane di preparazione. Quando fai i film spesso sul set vengono cose buone ma bisognava decidere bene. Ho avuto da tutti loro dei suggerimenti preziosi che hanno migliorato le scene. Abbiamo provato tanto come a teatro mettendo tutto a copione e questo mi ha aiutato molto”.
La violenza viene raccontata in un modo davvero molto originale, quasi con dei passi di danza e con delle canzoni che regalano un filo di ironia. Non viene mai enfatizzata, tranne che in un unico frame: “Non volevo rendere con eccessivo realismo una scena delicata di violenza. Non volevo dare il voyeurismo, volevo raccontarlo come un rituale. Credo che il come niente fosse sia la cosa più grave da mettere in scena, noi volevamo che al pubblico a casa arrivasse questo”, poi sottolinea la denuncia verso i fatti di cronaca che riempiono i telegiornali: “Abbiamo visto gli atti processuali dei femminicidi dell’epoca, la dinamica è sempre la stessa di oggi. Noi abbiamo messo in scena quanto accadeva in quelle case lì per una dinamica che resiste. I passi sono stati fatti, ci sono delle leggi, ma il divario c’è ancora. Abbiamo voluto parlare di quanto queste cose così lontane abbiano delle forti radici nella vita contemporanea”.
L’artista sottolinea di essere stata molto fortunata nella sua vita, anche se rigetta questo aggettivo: “Una volta ho sentito il commento per il mio contratto “non male per essere una donna”. Non ho mai più voluto sentirlo, purtroppo però è così. Io ho avuto tante opportunità nel mio mestiere, non credo che la fortuna esista”.
Il cast di “C’è ancora domani”, il video con le parole di Mastandrea
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Valerio Mastandrea interpreta Ivano il marito violento di Paola Cortellesi, un ruolo complesso in cui ha voluto mettere anima e corpo: “Oggi le donne hanno più consapevolezza e hanno più coraggio, no è cambiato quel che trovano intorno. Dobbiamo raccontare un uomo debole, che non per questo deve essere sminuito perché la ricerca di questa forza purtroppo fa si che ancora oggi tanti facciano quello che fanno”.
Giorgio Colangeli è invece il padre di Ivano, che gli ha ricordato purtroppo anche alcuni momenti delicati della sua infanzia: “Quando ero piccolo ricordo voci e suoni ovattati di papà e mamma in camera da letto. Questo loro appartarsi peggiorava la percezione, il film racconta anche che tra le tre generazioni di maschi presenti non c’è molta evoluzione. Il figlio ripropone tutto il modello ideologico del padre ed anche il ragazzo che sembra diverso lo fa perché è innamorato. Tutti all’inizio sono felici, ma poi prevede l’ideologia già da fidanzato”.
Emanuela Fanelli ha invece il delicato ruolo della migliore amica e confidente della protagonista: “L’amica del cuore di Delia doveva essere custode dei momenti di leggerezza, una persona che la guarda con amore. Quando le dice che i soldi che guadagna sono suoi è importante, la spinge a guardarsi in un altro modo. Era tutto molto giovane e fresco, quello della resistenza è stato il primo momento in cui le donne si sono viste altro. Ci si poteva guardare in modo diverso, questo film parla di eredità. È bello che ci siano due eredità, la fine però è l’eredità di Delia per la figlia. Scegliere cosa lasciare al mondo è importante”.
Quando esce “C’è ancora domani”?
Dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi arriverà nelle sale dal prossimo 26 ottobre.