In merito ai conflitti in corso in tutto il mondo, Sergio Mattarella invita l’Europa a far valere “i propri valori di pace, cooperazione, rispetto dei diritti delle persone e dei popoli”. Il capo dello Stato ha partecipato in mattinata alla cerimonia di consegna delle onorificenze ai nuovi Cavalieri del lavoro, nominati lo scorso 2 giugno.
Il presidente della Repubblica non poteva esimersi dal trattare gli argomenti più caldi, tracciando per l’Europa la rotta da seguire in un momento così difficile per il mondo intero.
La storia ci chiama a un’ora di responsabilità. L’aggressione russa in Ucraina, il barbaro attacco di Hamas contro Israele con la spirale di violenze che si è perseguita, la destabilizzazione che rischia di coinvolgere l’intero Medio Oriente – per restare solo nell’area del Mediterraneo allargato – reclamano un’Europa capace di esercitare la propria positiva influenza. Un Continente capace di testimoniare con convinzione i propri valori di pace, cooperazione, rispetto dei diritti delle persone e dei popoli.
Sul banco degli imputati la stessa Ue, che talvolta, sottolinea Mattarella, “stenta a dispiegare la forza del suo insieme”. Ciò è dovuto “a una costruzione ancora incompleta, all’attardarsi in polemiche sterili sulla necessità di essere coesi e tempestivi, e non lenti e separati, a fronte dei problemi”.
Mattarella invoca l’intervento dell’Europa e dei “propri valori di pace” nei conflitti e si congratula con i giovani Alfieri del lavoro
Prima di trattare tematiche come Medio Oriente, guerra e terrorismo, però, Mattarella ha colto l’occasione per congratularsi con i giovani Alfieri del lavoro, i quali “hanno ottenuto nei loro percorsi di studi le valutazioni più elevate”.
Non bastano doti personali e l’impegno per conseguire alti traguardi: è necessaria anche la passione. Sentimento che – vi auguro – non vi abbandoni mai.
Lavoro significa avere la “titolarità di un diritto e, insieme, attribuzione di un dovere: quello di svolgere un’attività o una funzione che, appunto, concorra alla crescita materiale o spirituale della società”.
“Concorrere alle spese pubbliche è un dovere di ciascun cittadino”
A proposito di lavoro, il capo dello Stato coglie l’attenzione per menzionare la questione delle tasse, sempre più al centro del dibattito pubblico. Se lavorare è un diritto, Mattarella invoca la “simmetria tra diritti e doveri dell’essere cittadini, che troviamo in molte parti della Carta”.
A partire dai “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale”, “sino all’articolo 53 sul dovere di ciascuno di concorrere alle spese pubbliche in ragione della sua capacità contributiva”.