Cos’è il GPS spoofing? Negli scorsi giorni l’OPS Group, associazione di esperti di operazioni aeree, ha affermato di aver riscontrato diversi casi di malfunzionamento ai sistemi elettrici di molti velivoli che stavano sorvolando Iran e Iraq.
Le prime analisi hanno evidenziato che probabilmente si è trattato di un tentativo di compromissione esterna per danneggiare i sistemi GPS.
Vediamo allora cosa sia questa tecnica avanzata di hackeraggio.
Cos’è il GPS spoofing: come funziona
Il GPS spoofing è la manomissione dei sistemi GPS di bordo di un mezzo attraverso un segnale esterno. È quindi un’azione avanzata di hackeraggio che impedisce ai piloti di ottenere le corrette informazioni sul percorso.
La segnalazione dello scorso 26 Settembre non è la prima in assoluto. Già nel Marzo del 2023 la European Union Aviation Safety Agency aveva rilevato episodi simili e in notevole crescita rispetto al passato.
In quel caso si era poi evidenziato come il GPS spoofing non fosse ormai una tecnica unicamente impiegata nelle zone di conflitto. I casi registrati coinvolgono tutto il Mar Mediterraneo orientale, il Mar Baltico e l’area artica.
Con questa tecnica sofisticata, l’hacker riesce ad introdursi nei sistemi GPS di bordo e manomettere le informazioni senza che gli operatori e i piloti riescano a sospettare dell’attacco. In pratica il GPS di bordo mostra una posizione errata e costringe così piloti di volo, ma anche comandanti nautici a seguire un cambiamento di rotta, senza che però fosse necessario.
Si tratta perciò di un tentativo di dirottamento elettronico senza l’uso della forza e la presenza fisica di un terrorista a bordo. Per questo motivo è decisamente preoccupante il numero in aumento di questi attacchi.
Sebbene non ci sia ancora una conferma ufficiale che i malfunzionamenti siano stati generati dall’opera di un hacker esterno, il numero di velivoli coinvolti suggerisce che i problemi non siano tecnici.
I possibili rischi
Nel caso particolare di voli tra Iran e Iraq, i piloti hanno infatti subito controllato i dati tramite le stazioni di controllo a terra una volta riscontrato anomalie al sistema di GPS. Ricalcolando quindi la posizione del velivolo, si è potuto capire che la strumentazione era impazzita. Tuttavia non sempre il personale di bordo riesce a capire che si tratta di un tentativo di hackeraggio o comunque non in tempi brevi.
Con l’aumento dei casi di attacco di GPS spoofing sale di conseguenza la preoccupazione sulle possibili ripercussioni. Perché gli hacker utilizzano questa tecnica? È solo un metodo di disorientamento dei velivoli o della flotta nemica in caso di guerra o c’è di più?
Il rischio è che l’obiettivo possa essere il dirottamento di questi mezzi al fine di compiere atti terroristici da remoto. Le conseguenze potrebbero essere così terribili. Ad esempio nel caso di un aereo, il cambio di rotta non controllato potrebbe portare a collisioni in volo o a dirigersi verso aree montuose pericolose.
Non solo areoplani o navi però. Il GPS spoofing potrebbe essere usato per dirottare il trasporto terrestre di merci, viveri, soccorsi e approvvigionamento militare in caso. In questo modo sarebbe in pericolo non solo l’incolumità del conducente del mezzo ma anche il carico merci.
Il GPS spoofing può essere inoltre utilizzato per camuffare la propria posizione volutamente. È il caso di criminali che possono così dimostrare di essere stati in posti diversi da quelli collegati ad esempio ad un furto.
Come difendersi
Il Dipartimento di Sicurezza interna degli Stati Uniti suggerisce di nascondere le antenne GPS o sostituirle con dispositivi fasulli che ingannino il segnale di sabotaggio. Infatti se il tentativo di hackeraggio viene confuso da falso segnale, l’attacco non va a segno.
La più facile azione da compiere è quella però di disattivare ogni sistema GPS del mezzo se non strettamente necessario o utilizzare nuovi software di cybersicurezza che rilevino e blocchino sul nascere l’attacco.
Non ci sono però solo aspetti negativi. Il GPS spoofing può essere utilizzato per difendere persone o carichi merci sensibili ad attentati, manipolando così la posizione dell’obiettivo dell’attacco fisico.