Il primo ministro belga Alexander De Croo ricorda come “uno degli elementi decisivi” dell’attacco terroristico di Bruxelles stia nel fatto che l’autore, un cittadino tunisino, sia “un immigrato illegale“. L’uomo aveva infatti chiesto asilo in Belgio ma la sua richiesta era stata respinta.
Lo ha ribadito oggi, mercoledì 18 ottobre, in un punto stampa nella capitale belga, seduto accanto al premier svedese Ulf Kristersson e alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Un importante campanello d’allarme per l’Ue, chiamata ancora una volta a reagire alle sfide dell’immigrazione irregolare.
È una cosa che dobbiamo affrontare e l’unico modo per farlo è farlo in modo coordinato.
Attacco a Bruxelles ad opera di un immigrato illegale, von der Leyen: “Paesi di origine devono assumersi responsabilità”
A proposito del tema sicurezza, i Ventisette necessitano di “più strumenti” per gestire gli arrivi, e in particolare per rimpatriare chi richiede asilo e, non avendone diritto, non lo ottiene.
Secondo il premier De Croo, occorrono “più accordi di rimpatrio” con i Paesi di origine. Questi ultimi devono dunque conservare un ruolo chiave. “Per gli aiuti al nostro vicinato”, spiega, l’Unione Europea “non è seconda a nessuno”, ma non per questo tali aiuti possono essere “senza condizioni”.
A fargli eco il premier svedese Ulf Kristersson, profondamente toccato dalla tragedia. Le due vittime dell’attentato erano infatti due cittadini svedesi sulla sessantina, in Belgio per assistere ad una partita della loro Nazionale di calcio, poi annullata. Al fianco di von der Leyen, il leader di Stoccolma invita l’Europa a “non rinunciare ai suoi valori”.
Essere fermi sulla democrazia, l’apertura e la libertà richiede di essere fermi sulla sicurezza. Bisogna alzare le misure di sicurezza per proteggere le società libere e democratiche. E dobbiamo poter proteggere i nostri confini, sapendo chi è presente legalmente e chi illegalmente.
Ancor più dura è la presidente della Commissione Ue, che sottolinea come, in cambio degli investimenti che l’Ue è pronta a fare, “i Paesi di origine e di transito devono assumersi la responsabilità dei loro cittadini”. Ciò significa che, se questi ultimi non hanno diritto di asilo in Europa, “se li devono riprendere“.
La terza cosa sulla quale dobbiamo lavorare è il lato operativo: servono molte più operazioni congiunte, per esempio attraverso Frontex, che è uno strumento comune europeo.
Il profilo del killer di Bruxelles: già condannato per droga, era irreperibile dal 2019
Si chiamava Abdesalem Lassoued, aveva 45 anni ed era di origini tunisine autore dell’attacco. Dopo una condanna in Svezia nel 2012 per reati legati al traffico di droga, l’uomo era stato arrestato a Malmo. Condannato ad una pena di due anni e due mesi di reclusione per il possesso di una notevole quantità di cocaina, aveva dovuto lasciare il Paese.
Oltre allo stupefacente, circa 100 grammi, gli era stata sequestrata una somma pari a 38mila corone svedesi, oltre 3300 euro.
A riportare questi ultimi aggiornamenti è l’emittente svedese SVT Nyheter, ripresa oggi dai media belgi. Secondo una persona vicina ad Abdesalem, ascoltata dalla stessa emittente, pur essendo profondamente religioso, appariva improbabile che l’uomo potesse avere legami con organizzazioni estremiste.
Dei suoi ultimi movimenti si sa che, nel novembre 2019, aveva chiesto asilo in Belgio ma la sua richiesta era stata respinta. Da allora si era reso irreperibile.