Il vaccino contro il tetano rappresenta una valida arma di prevenzione contro l’infezione da batterio Clostridium tetani, responsabile di una malattia acuta che provoca gravi sintomi neurologici e respiratori e può portare le persone contagiate al decesso in poco tempo. L’antitetanica è obbligatoria per i bambini nei primi mesi di vita, ma successivamente occorre fare richiami periodici, specialmente in caso di ferite a rischio. Vediamo quindi come funziona la somministrazione, quanto dura, come sapere se si è protetti o no e quando bisogna rinnovare la copertura.
Vaccino tetano: come funziona e quanto dura
L’antitetanica è la vaccinazione preventiva contro il tetano. Una malattia infettiva grave provocata da un batterio ma non contagiosa tra uomo e uomo. Il contagio infatti può avvenire in seguito all’ingresso dell’agente patogeno tramite ferite profonde in alcune circostanze. A causa di questo microorganismo si può rischiare lo sviluppo di sintomi molto gravi che possono portare alla paralisi e al blocco cardiocircolatorio, e solo gli anticorpi immessi nell’organismo grazie al vaccino possono riuscire a bloccare l‘infezione prima che sia troppo tardi per intervenire.
La prima dose è obbligatoria per tutti i nuovi nati in Italia, a partire dal terzo mese di vita. Successivamente sono necessari richiami per rinnovare la copertura. La profilassi infatti è garantita dalle dosi periodiche che possono essere fatte ogni dieci anni circa, o in seguito a eventi a rischio.
Come si fa a sapere se si è coperti da antitetanica?
Rinnovare la vaccinazione contro il tetano non è obbligatorio dopo le dosi che per legge devono essere somministrate da bambini. Pertanto in caso di lesioni o ferite a rischio, è bene sempre controllare se si è coperti. Per capire da quanto tempo è stato fatto l’ultimo richiamo occorre richiedere il certificato vaccinale presso l’azienda sanitaria locale del comune di residenza.
Disponibile attualmente anche tramite certificato sanitario elettronico al quale si può accedere online con Spid nella maggior parte delle regioni. In caso non si riesca a stabilire una data certa o sia passato troppo tempo, è opportuno recarsi presso il medico di base o un pronto soccorso per verificare se una ferita è sospetta o no ed in caso rinnovare la copertura antitetanica.
Quali sono le ferite a rischio tetano
Il tetano, a differenza di quanto si possa credere non è stato debellato, e non esiste per questo batterio la possibilità di raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, anche in caso di vaccinazioni di massa. Perchè la copertura non dura per tutta la vita. Le ferite a rischio possono essere anche quelle considerate banali e non gravi e non solo i tagli profondi. Come ad esempio una scheggia, una spina o un chiodo.
Il batterio infatti si sviluppa in ambiente anaerobico, cioè in assenza di ossigeno, e durante il periodo di incubazione, che va dai 3 ai 21 giorni, può produrre gravi tossine che contaminano tutto l’organismo. Il primo consiglio quindi è quello di disinfettare immediatamente la lesione con acqua ossigenata, e successivamente accertarsi di avere ancora la copertura vaccinale attiva. In caso contrario si può chiedere una nuova somministrazione o un richiamo che sarà offerto gratuitamente dal servizio sanitario pubblico.
Ogni quanto bisogna fare il richiamo del vaccino contro il tetano
Partendo dal presupposto che il vaccino contro il tetano ha una durata attiva in media di dieci anni a partire dall’ultimo richiamo obbligatorio fatto in età infantile, successivamente occorrerà rinnovare la copertura. Questo per evitare il rischio di infezioni e prevenire il contagio del batterio.
Quindi la soluzione può essere quella di tenere sotto controllo tutte le date e recarsi periodicamente a ricevere una nuova somministrazione quando la vecchia scade, specialmente se si fanno lavori a rischio contaminazione. Oppure in caso di ferita sospetta, recarsi dal medico per farsi rinnovare l’antitetanica. In quest’ultimo caso bisogna fare il vaccino anti tetano entro massimo 48 ore dall’evento. L’ideale sarebbe comunque non superare le 24 ore.