Ufficializzata la presenza del lacrosse a Los Angeles 2028, il mondo forse ammirerà anche la Nazonale Irochese in un contesto olimpico
La Nazionale Irochese di lacrosse e le possibilità di vederla ai Giochi Olimpici di Los Angeles 2028
La scelta fatta dal CIO è di qualche giorno fa e subito ha fatto il giro del mondo, suscitando consensi, riscontri positivi e qualche polemica (specialmente riguardo le discipline lasciate fuori o in attesa di una decisione: pugilato, pentathlon moderno e sollevamento pesi). Durante gli incontri di questi giorni a Mumbai, il Comitato Olimpico Internazionale ha approvato per i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028 la presenza di cinque nuovi sport: cricket, baseball/softball, flag football, lacrosse e squash. Prima della votazione che aveva sancito l’ufficialità della loro presenza, Thomas Bach, presidente del CIO aveva dichiarato:
“La scelta di questi cinque nuovi sport è in linea con la cultura sportiva americana e permetterà di mostrare al mondo gli sport americani iconici, portando al contempo negli Stati Uniti sport internazionali. Queste discipline renderanno unici i Giochi Olimpici di LA28. La loro inclusione permetterà al Movimento Olimpico di coinvolgere nuove comunità di atleti e tifosi negli Stati Uniti e nel mondo”.
Il presidente di LA28 Casey Wasserman si è dichiarato subito entusiasta per la possibilità di inaugurare questi nuovi capitoli nella storia delle olimpiadi, considerando che alcune delle discipline sopracitate ritorneranno nel contesto olimpico, mentre per altre è un vero e proprio esordio, vedi il caso di flag football e squash. Nello specifico la forma di cricket presente alle Olimpiadi di Los Angeles 2028 sarà quella del Twenty20 cricket, conosciuto anche come il T20. Attualmente il cricket può contare su ben 2,5 miliardi di appassionati sparsi per il mondo. Inoltre, considerando la cospicua presenza della comunità indiana proprio negli Stati Uniti, questo sport può rappresentare una grande possibilità di coinvolgimenti. Un altro aspetto importante, sottolineato in queste ore dall’International Sport Press Association (AIPS) riguarda invece il ruolo della comunità degli indiani nativi d’America – nello specifico quella degli irochesi – nel lacrosse. Questo gioco, cinque secoli fa, deve la sua nascita proprio alla popolazione irochese ed è una colonna portante della loro identità. Senza dimenticare che gli irochesi giocano questa disciplina ad alti livelli, confermandosi ancora come terza nazione nella graduatoria mondiale di questo sport. La Nazionale Irochese di Lacrosse è composta da giocatori presenti nelle nazioni Mohawk, Oneida, Onondaga, Cayuga, Seneca e Tuscarora e con l’opportunità di queste olimpiadi, ci si chiede se sia arrivato il tempo per vedere giocare questa rappresentanza sotto la propria bandiera e il proprio inno nazionale.
Nazionale Irochese di lacrosse: il riconoscimento e il percorso verso le Olimpiadi
Negli anni ’80 la Federazione Internazionale di Lacrosse ha riconosciuto gli Irochesi come nazionale, ma questo riconoscimento ha rappresentato solo un inizio per il lungo processo di affermazione che ha coinvolto la popolazione chiamata anche Haudenosaunee. Nel 2010, ai Campionati del mondo di Manchester, il Regno Unito sccettatò il passaporto Haudenosaunee e si dovette ricorrere ad un permesso speciale – per i britannici ancora insufficiente – di Hillary Clinton, a quei tempi segretario di Stato americano. Altro problema avvenne nel 2022, ai Mondiali di Birmingham (Stati Uniti). Gli Irochesi, non facendo parte dei 206 Comitati Olimpici Nazionali accettati dal CIO, non vennero inseriti nella competizione. Queste dinamiche iniziavano intanto ad interessare sempre di più l’opinione pubblica e tutto il mondo dello sport ed ora che il CIO ha accolto il lacrosse alle Olimpiadi, accoglierà anche la Nazionale che ha inventato e che vive di questo sport, praticandolo con successo? A dare risposta a queste domande ci ha pensato anche uno dei rappresentati di spicco di questa nazionale, ovvero Lyle Thompson. Come riportato dal sito ufficiale di International Sport Press Association, Thompson ha dichiarato che la sua squadra e il suo popolo sono pronti per lottare in nom della sovranità davanti il CIO. Una sovranità basata sulla “nostra terra, le nostre leggi, capi e leader“, di conseguenza “è importante portare la nostra bandiera“.