Chi sono i Fratelli Musulmani? E’ quello che si chiedono in molti in queste ore, dopo che il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha tirato in ballo il calciatore Karim Benzema, accusandolo di avere legami con l’organizzazione islamista, considerata dalla Francia terroristica.

Chi sono i Fratelli Musulmani?

I Fratelli Musulmani rappresentano un movimento di portata internazionale che ha una presenza predominante, in particolare, nei paesi a maggioranza islamica. Questo movimento unisce varie fazioni e partiti che seguono i principi dell’“Islam politico”. Il loro scopo primario è la creazione di società che si fondino sui valori della fede musulmana. Dal punto di vista politico, ciò si traduce in un’apparente mancanza di separazione tra il dominio religioso e quello civile all’interno delle strutture statali. Contestualmente, i Fratelli Musulmani promuovono il ritorno a una visione dell’Islam che sia priva di influenze o contaminazioni occidentali.

Rispetto ai gruppi jihadisti terroristici, va notato che i Fratelli Musulmani si distinguono per il fatto di non adottare la violenza armata come mezzo di azione. Tuttavia, negli ultimi anni, soprattutto in nazioni come la Libia e la Siria, si sono verificati casi in cui sono emersi gruppi affiliati alla Fratellanza impegnati in attività terroristiche o conflitti armati.

Le origini dell’organizzazione

Nel 1928, nella città egiziana di Ismaila, emerse il movimento dei Fratelli Musulmani sotto la guida di Hasan Al Banna, un insegnante. Le prime aspirazioni ideologiche si concentravano principalmente su questioni sociali. In Egitto, il movimento manifestò un particolare interesse per le condizioni dei lavoratori, sostenendo la solidarietà tra le fasce sociali meno privilegiate. Tuttavia, il loro sguardo si estendeva anche alle norme e ai costumi sociali dell’epoca. In questo contesto, i Fratelli Musulmani vedevano nell’Islam l’unica guida etica per risvegliare l’Egitto e l’intero mondo arabo.

Il loro principale obiettivo teorico era unire le forze per resistere all’occidentalizzazione e promuovere la costruzione di una società islamica capace di preservare i suoi valori. Inizialmente, i Fratelli Musulmani divennero un punto di riferimento anche per il nazionalismo egiziano, poiché il paese era all’epoca sotto il protettorato britannico, con un crescente desiderio di ottenere l’indipendenza completa. Di conseguenza, il movimento guadagnò popolarità tra diverse fasce della società egiziana.

Il primo manifesto dei Fratelli Musulmani

Hasan Al Banna, dichiarò la sua affinità con il partito Wadfista nel 1942, il quale coniugava gli ideali nazionalisti nel campo politico con valori conservatori a livello religioso. Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale, i Fratelli Musulmani iniziarono a considerare il capitalismo e il marxismo come due facce della stessa medaglia, entrambe ritenute responsabili dell’oppressione del cittadino comune.

Questa prospettiva portò alla stesura del primo manifesto dei Fratelli Musulmani, compiuta da Sayyid Qutb, un insegnante che si unì all’organizzazione nel 1952. Nello stesso anno, in Egitto, avvenne il colpo di Stato che depose Re Faruq e portò al potere il generale Nasser. Inizialmente, i Fratelli Musulmani e Qutb appoggiarono il nuovo corso politico, ma ben presto si verificarono divergenze tra gli ideali dei militari e quelli della fratellanza. La principale divergenza riguardava l’aspetto politico della religione: Nasser istituì uno Stato laico, una decisione che non trovò sostegno tra Qutb e i Fratelli Musulmani.

Qutb fu arrestato nel 1954 e passò diversi anni in prigione. Durante la sua detenzione, scrisse il manifesto del movimento noto come “Pietre Miliari”. In questo documento, tra le altre cose, si afferma: “La comunità musulmana deve essere riportata alla sua forma originaria. Oggi è sepolta sotto il peso di tradizioni artificiali accumulate nel corso delle generazioni e oppresse da leggi e usanze estranee agli insegnamenti dell’Islam”.

Lo scontro con Nasser

La storia dei Fratelli Musulmani è intimamente connessa con l’Egitto del periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Il movimento conosce un notevole aumento di popolarità e sostegno, ma entra in conflitto con il nuovo governo di Nasser. Le divergenze riguardanti la visione della società, il ruolo della religione e i principi fondamentali dell’Islam causano crescenti tensioni tra le due parti. Il 26 ottobre 1954, Nasser sopravvive miracolosamente a un attentato in cui i Fratelli Musulmani vengono accusati, e i loro leader principali iniziano ad essere perseguitati.

Il movimento venne dichiarato ufficialmente fuorilegge. Tuttavia, va notato che i Fratelli Musulmani operavano già in clandestinità dal 1948, quando il Re Faruq manifestò preoccupazioni riguardo alla loro opposizione alla monarchia. Il fondatore, Al Banna, fu assassinato nello stesso anno da un membro delle forze di sicurezza. La vera persecuzione avvenne durante il periodo di Nasser, e uno dei principali esponenti, Sayyid Qutb, fu condannato a morte ed impiccato nel 1966.

Nel 1970, Nasser morì improvvisamente a causa di un infarto. Il suo successore, Anwar Sadat, mantenne i Fratelli Musulmani fuori legge, ma consentì loro maggior spazio di manovra. Nonostante la loro condizione illegale, il movimento continuò a guadagnare popolarità e a radicarsi profondamente nella società egiziana.

L’era Mubarak e la primavera araba

Il 6 ottobre 1981 avvenne l’omicidio di Anwar Sadat. Tra i membri del commando assassino anche Ayman Al Zawayri, un giovane diventato poi il leader di Al Qaeda. I Fratelli Musulmani furono estranei all’attacco. A compiere l’attentato fu il gruppo della Jihad, uno dei primi a sostenere la lotta armata. Anche se Al Zawayri fu influenzato dagli scritti di Qutb nella sua giovinezza, il gruppo a cui apparteneva si distaccò dai Fratelli Musulmani alla fine degli anni ’70. Quindi, ci fu un’influenza ideologica da parte del movimento, ma non una simpatia per la lotta armata.

Hosni Mubarak divenne il successore di Sadat come presidente. Con il nuovo Capo di Stato, i Fratelli Musulmani uscirono parzialmente dalla clandestinità. Nel 1984 parteciparono alle elezioni, coalizzandosi con alcuni partiti laici dell’opposizione. Nel 2011, il radicamento territoriale e sociale dei Fratelli Musulmani emerse durante le proteste della cosiddetta “primavera araba”.

Il governo di Mubarak cadde e furono i gruppi vicini alla fratellanza a prendere il potere. Subito dopo la fuga dell’ex presidente dal Cairo, i Fratelli Musulmani fondarono il partito “Libertà e Giustizia” e candidarono Mohammed Morsi per la presidenza. Nel 2012, Morsi fu eletto presidente.

Tuttavia, il mandato di Morsi si rivelò una breve parentesi. Molti egiziani, preoccupati per il futuro laico dello Stato, tornarono in piazza e l’esercito intervenne per destituire il presidente. Da allora, i Fratelli Musulmani sono nuovamente guardati con sospetto dal potere egiziano.

La diffusione fuori dall’Egitto

Negli anni ’80 e ’90, i Fratelli Musulmani si diffusero anche al di fuori dell’Egitto. L’intero mondo islamico assistette all’ascesa del movimento. Nei primi anni del 2000, la fratellanza trovò due grandi sponsor internazionali: la Turchia e il Qatar. Soprattutto dal 2002, quando Recep Tayyip Erdogan è salito al potere, la Turchia è diventata un grande sostenitore dei Fratelli Musulmani. Il suo obiettivo infatti è da sempre quello di introdurre maggiori ideali islamici nella politica turca, tradizionalmente laica fin dalla fondazione della Repubblica nel 1932.

D’altro canto, il Qatar finanzia i Fratelli Musulmani per ampliare la propria influenza politica nella regione, distinguendosi dall’Arabia Saudita e dalle altre monarchie del petrolio. Ankara e Doha forniscono sostegno finanziario, politico e mediatico alle moschee, alle associazioni, ai partiti e alle scuole che diffondono il pensiero della fratellanza nel mondo musulmano. Inoltre, danno sostegno ai gruppi affiliati al movimento presenti nei Balcani e in Europa. In questo modo, la galassia dell’Islam politico si fa sempre più presente. Tra i partiti affiliati, spiccano Ennahda in Tunisia, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo in Marocco, il Movimento della Società per la Pace in Algeria, il Raggruppamento Nazionale per la Riforma e per lo Sviluppo in Mauritania, il Partito del Congresso Nazionale in Sudan e il Fronte Islamico d’Azione in Giordania.

I Fratelli Musulmani sono anche coinvolti nelle attuali instabilità interne e nelle guerre civili che affliggono i paesi arabi. In Libia, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo riunisce diversi membri dei Fratelli Musulmani, anche se il movimento, in generale, è frammentato in molti altri partiti. In Siria, diversi movimenti affiliati alla fratellanza vanno contro il presidente Assad all’inizio della guerra civile. Nel 1982, i Fratelli Musulmani si organizzano nella città di Hama, dove hanno un forte radicamento, e scatenano una rivolta importante contro l’allora presidente Hafez Al Assad. Damasco reagisce bombardando la città e dichiara fuorilegge l’organizzazione. Nello Yemen, i Fratelli Musulmani sono rappresentati dal partito Al Islah.

Come accennato in precedenza, il partito Akp in Turchia, guidato dal presidente Erdogan, è collegato alla fratellanza. È stato fondato nel 2002 e ancora oggi è al governo in Turchia. Infine, anche in Somalia (dove l’influenza della Turchia è in crescita), vi è una formazione affiliata ai Fratelli Musulmani chiamata Partito per la Pace e lo Sviluppo.

I Fratelli Musulmani in Palestina

Un caso speciale è quello della Palestina. Dal 1987, esiste il partito chiamato Hamas, che è sorto durante la prima intifada e si è radicato principalmente nella Striscia di Gaza. Hamas è affiliato ai Fratelli Musulmani e, fin dalla sua fondazione, ha unito le rivendicazioni territoriali palestinesi con quelle islamiste. Anche se il partito ufficialmente non persegue la lotta armata, diverse fazioni di Hamas nel corso degli anni hanno compiuto numerosi attacchi terroristici in Israele. Nel 2009 e nel 2021, Hamas ha rivendicato il lancio di migliaia di missili sul territorio israeliano. Fino ad oggi, l’organizzazione non riconosce ufficialmente il diritto all’esistenza dello Stato d’Israele. A causa di ciò, Tel Aviv e Washington considerano Hamas un’organizzazione terroristica.

Nel 2005, il partito Hamas ha vinto inaspettatamente le elezioni parlamentari all’interno dell’Autorità Nazionale Palestinese, superando per la prima volta Al Fatah. I due principali partiti sono entrati in conflitto nel 2007, scatenando una vera e propria guerra civile tra i palestinesi. Al termine di questo conflitto, Hamas ha preso il pieno controllo della Striscia di Gaza. In Egitto, l’organizzazione è considerata illegale e Al Sisi, presidente dal 2014, la considera una minaccia per la sicurezza e l’integrità nazionale. In Maghreb, i Fratelli Musulmani sono presenti sul fronte politico con Ennahda in Tunisia, dove godono di un ampio consenso elettorale. In Libia, la loro influenza è molto forte nella Tripolitania, mentre ad est sono contrastati dal generale Haftar. In Marocco e Algeria, i partiti affiliati alla fratellanza sono all’opposizione, anche se in quest’ultimo Paese hanno ottenuto importanti progressi nelle elezioni del 12 giugno 2021.