È giusto, come canta Guccini, che

le tv sono un rombo di tuono per l’indifferenza scostante dei gatti

ma è pur vero che ieri moltissime (qualcuno sintetizza drasticamente: troppe) fossero sintonizzate sulle nuove e sorprendenti rivelazioni di Fabrizio Corona sul caos scommesse che sorprendenti, poi, non sono state. Anzi, altro che rombo di tuono. Poveri gatti… Quale idea si è fatto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo? Interpellato da Tag24, la storica firma del “Corriere dello Sport-Stadio” si dichiara anzitutto sorpreso “che questa storia e tutta la vicenda del Calcioscommesse debba ruotare intorno alle rivelazioni di un pregiudicato che ha trovato vantaggio economico dalla cosa peraltro dall’emittente di Stato. Forse sarebbe stato opportuno rivelare tutte queste cose all’autorità giudiziaria evitando la spettacolarizzazione. Mi sembra che tutta questa vicenda sia stata troppo strumentalizzata da una persona che – non lo dico io, piuttosto i precedenti penali – non dovrebbe avere affidabilità nelle dichiarazioni”.

D’Ubaldo (OdG Lazio) su Corona: “Sorprendente che sulle scommesse ruoti tutto intorno a un pregiudicato”

Sorride D’Ubaldo quando gli chiediamo se la vicenda sia indicativa dello stato del giornalismo italiano. “No, questo non è il giornalismo italiano. Fortunatamente quello è ben altra cosa. Si basa sulle inchieste, combatte le fake news, racconta cosa sta succedendo dai luoghi di guerra e la nostra categoria lo sta portando avanti con professionalità, anche rischiando la vita in alcuni casi”.

Capitolo a parte quello del cachet. Proprio Corona ha parlato di 30.000 euro per le ospitate a “Belve” e ad “Avanti Popolo“. “Non è un tema che riguardi l’Ordine. Le trasmissioni tv fanno audience con i personaggi che sono tali in quel momento. Lui è il personaggio di questi giorni e viene chiamato, ma è qualcosa che andrebbe valutata meglio dai vertici dell’azienda”.

D’Ubaldo (OdG Lazio): “Calcioscommesse? Nulla di paragonabile allo scandalo del 1980”

Resta il Calcioscommesse e, con esso, gli inevitabili raffronti con i casi del passato. Su tutti il capostipite: lo scandalo del 1980 con tanto di arresti in campo. “Una situazione diversa – è il pensiero del presidente dell’OdG Lazio – lì si trattava per lo più di campioni sul viale del tramonto che avevano messo a rischio la propria professione per trarre un vantaggio economico. Qui mi sembra che il vantaggio economico sia l’ultima cosa e parliamo di giovani che forse avvertono la solitudine e il peso delle responsabilità del calciatore che non sono facili da gestire a quell’età. Può capitare allora che questi ragazzi trovino la soddisfazione nel gioco nonché nell’adrenalina, ma più per le scommesse perse che per le vincite”.