È indagato per omessa custodia dell’arma e concorso in omicidio colposo, Giacomo Stella, l’81enne vicino di casa della donna uccisa per sbaglio dal figlio di 8 anni ad Ariano Polesine, in provincia di Rovigo, il 28 marzo scorso. Stando a quanto ricostruito finora, il bambino stava giocando insieme al fratello di 10 anni nel cortile esterno all’abitazione di campagna in cui viveva insieme alla famiglia, presa in affitto proprio da Stella, quando, dopo aver impugnato una pistola dell’anziano per gioco, sparò alla madre, provocandole ferite mortali.
Donna uccisa per sbaglio dal figlio di 8 anni a Rovigo: al vaglio la posizione del vicino di casa
La vittima si chiamava Rkia Hannaoui, aveva 32 anni ed era di origine marocchina. Insieme al marito e ai due figli viveva in un casolare di campagna fuori Rovigo, ad Ariano, preso in affitto dal vicino di casa 81enne, Giacomo Stella, ora indagato per omessa custodia dell’arma e concorso in omicidio colposo per la morte della donna.
I fatti risalgono al 28 marzo scorso. Rkia si trovava in cucina quando, di rientro da un pomeriggio di giochi, il figlio minore, di 8 anni, le aveva puntato una pistola addosso, colpendola e provoncadole ferite mortali. Era in compagnia del fratello di 10 anni: insieme, dopo aver visto la madre riversa a terra, avevano iniziato ad urlare “la mamma sta male, sta morendo”, attirando l’attenzione di Stella.
Una volta entrato nell’abitazione, l’81enne aveva dato l’allarme. All’arrivo dei soccorsi le condizioni della donna erano parse subito disperate: poco dopo il ricovero in ospedale, nonostante il tentativo dei medici di salvarla, era morta. Nel suo cranio era stato trovato un proiettile. Nessuna traccia, invece, della pistola usata per sparare, che sarebbe stata trovata, qualche giorno dopo, in cortile: una Beretta calibro 6.35 Browning appartenente a Stella.
Il punto di vista della difesa
I due bambini, essendo minori di 14 anni, non sono perseguibili. L’81enne, invece, potrebbe presto finire a processo. Potrebbe. Perché il legale che lo difende, l’avvocato Franco Modena, ha presentato un’istanza di riesame, chiedendo l’archiviazione del caso.
Secondo lui l’anziano sarebbe innocente: deteneva la pistola per uso personale, nel caso in cui avesse dovuto difendersi da qualche malintenzionato (visto che viveva in una zona isolata). Pertanto poteva tenerla anche in un luogo accessibile e non custodito, a differenza dei fucili da caccia che deteneva, regolarmente chiusi in un armadio blindato.
A mio avviso un’incolpazione di questo tipo è prodotta dalla somma di tante, troppe, forzature, quasi che vi sia una necessità di individuare comunque un colpevole di questo doloroso omicidio che ha avuto un’ampia eco mediatica,
ha spiegato l’avvocato. Lo riporta il Gazzettino.
La ricostruzione del delitto, le indagini
In effetti la vicenda aveva sconvolto l’opinione pubblica che, con curiosità e sgomento, ne aveva seguito tutti gli sviluppi. In un primo momento si era ipotizzato che la donna potesse essere stata vittima di un banale incidente domestico, cadendo e sbattendo la testa al muro. Poi, dopo il ritrovamento del proiettile nel suo cranio, la Procura aveva aperto un’inchiesta per omicidio.
Il marito al momento dei fatti era assente: i sospetti si erano dunque concentrati sui due figli minori della coppia e sul vicino di casa, colui che, per primo, aveva soccorso Rkia. Qualche giorno dopo la morte della 32enne si era riusciti a ricostruire la dinamica dell’accaduto e a trovare l’arma “incriminata”, che fin da subito Stella aveva riconosciuto come propria.
I successivi accertamenti, balistici e non, avevano fatto il resto. Adesso, con la chiusura delle indagini preliminari e la notifica dell’atto all’unico indagato, la vicenda si avvia a una conclusione. In questo articolo avevamo parlato dell’evoluzione del caso a pochi giorni dai fatti: Donna morta a Rovigo: a sparare sarebbe stato il figlio di 8 anni per errore.