Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta volando in queste ore verso Israele. Poco prima della partenza è però arrivata una notizia che lascia sgomenti: il bombardamento verso l’ospedale di Gaza, causando oltre 500 morti e un bilancio ancora in divenire. Il leader USA ha ribadito di essere indignato e ha chiesto al suo team di raccogliere quante più informazioni possibili per comprendere quanto sia effettivamente accaduto e di chi siano le responsabilità.
Hamas e Israele si rimpallano le colpe in questo momento, anche se la matrice potrebbe essere israeliana va detto che un’azione del genere poche ore prima dell’arrivo del presidente Biden non può agevolare una distensione dei rapporti e contribuire a evitare un allargamento delle tensioni. Nulla al momento è ancora delineato ed è impossibile avere certezza su chi sia il responsabile.
Guerra in Medio Oriente, Biden: “Sono profondamente scioccato per l’esplosione”
Dopo aver chiesto al suo team di indagare su quanto accaduto, a precisare che non si tratta di un’inchiesta ufficiale è John Kirby, il portavoce per la sicurezza nazionale negli USA. L’ufficiale, incalzato dalle domande dei giornalisti presenti, non si sbilancia, nemmeno a precisa domanda riguardo alla violazione del diritto bellico da parte di Israele: “la situazione cambia di ora in ora”.
Il viaggio di Biden ha come unica destinazione Tel Aviv per un bilaterale con Benjamin Netanyahu, oltre che un incontro con soccorritori e parenti di vittime e ostaggi in mano ad Hamas. In merito al prossimo incontro il leader israeliano, Kirby ha evidenziato come le domande difficile saranno inevitabili:
“Quando parlerà con Netanyahu cercherà di avere un senso della situazione sul campo e degli obiettivi e delle intenzioni israeliane. Porrà domande difficili, ma da vero amico, e dirà che non vogliamo che questo conflitto si espanda o si approfondisca.”
Se da un lato, prosegue Kirby, l’appoggio statunitense ad Israele non è in dubbio, sottolinea la necessità di far arrivare gli aiuti umanitari a Gaza il più in fretta possibile e, soprattutto, in modo continuativo:
“Al più presto possibile e non una sola volta, ma in modo continuativo: cibo, acqua, luce, medicine, tutto ciò di cui i civili hanno bisogno disperato.”
Guerra in Medio Oriente, il viaggio del presidente USA: annullata la tappa araba
Il viaggio programmato da Biden, in origine, non avrebbe dovuto avere solo Tel Aviv come tappa ma anche Amman, per un incontro tra il presidente dell’Anp Abu Mazen. Il vertice è stato cancellato per protestare contro l’attacco israeliano all’ospedale di Gaza, definendolo inutile dal ministro degli Esteri giordano:
“Se non ferma la guerra è inutile perché non serve parlare di qualsiasi altra cosa che non sia fermare la guerra.”
Questo rappresenta un tema importante secondo gli analisti internazionali, in particolare Jeremy Bowen della BBC: si tratta di una presa di posizione ferrea da parte dei paesi arabi che da un lato riflette la difficile situazione del momento e dall’altra ribadisce un calo netto della leadership USA.
Nel frattempo, le proteste in tutto il Medio Oriente dopo le immagini viste dall’ospedale di Gaza si sono moltiplicate. A Beirut ed Istanbul le piazze sono in supporto dei palestinesi, così come a Tripoli, Taz e Rabat, in Libia e Marocco. Anche in Europa si sono viste diverse migliaia di persone impegnate nelle manifestazioni contro la guerra. Imponente la folla scesa per le strade di Londra mentre la Francia ha deciso per il divieto di manifestare, temendo infiltrazioni da parte di coloro che inneggiano ad Hamas.