Sul superbonus arriva un ulteriore stop a sconto in fattura e cessione dei crediti d’imposta. Novità e cambiamenti della disciplina arrivano dalla legge di Bilancio 2024 che prevede un’ulteriore stretta sulle due opzioni di utilizzo dei bonus edilizi. Nuovi correttivi alla disciplina dei bonus edilizi sono esclusi dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Che, anzi, ha aggiunto che i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione del superbonus dovranno essere conclusi entro il 31 dicembre 2023.
A questa scadenza si apre la questione dei vari operatori che ancora possono utilizzare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura per effetto di aperture intervenute nella recente normativa. La previsione è di una chiusura totale a queste due opzioni che dovrebbero essere utilizzabili ancora fino alla fine del 2023 e non oltre.
Nel prossimo anno i benefici fiscali dovrebbero riguardare unicamente la detrazione fiscale, a eccezione del bonus per la rimozione delle barriere architettoniche che dovrebbe rimanere l’unica agevolazione con la possibilità di cessione del credito d’imposta e di sconto in fattura.
Superbonus, ulteriore stop a sconto in fattura e cessione crediti: ecco cosa cambia con la legge di Bilancio 2024
Un ulteriore stop al superbonus arriva dal disegno di legge di Bilancio 2024, sia in ciò che è riportato che in ciò che non viene specificato. In primis, a meno di interventi in sede di discussione parlamentare, non si dovrebbe avere la proroga della scadenza del superbonus condomini per i primi tre o sei mesi del 2024. Come previsto dal governo, quindi, i lavori dovranno terminare entro la fine dell’anno.
Non si andrà oltre il 31 dicembre 2023 sia per l’applicazione del 110% (o del 90%), che per sconto in fattura e cessione dei crediti. Nel 2023 hanno potuto utilizzare il bonus del 110% i contribuenti per lavori nei condomini. Per questi immobili il decreto “Aiuti quater” richiedeva l’adozione della delibera entro il 18 novembre 2022 e la presentazione della Cila entro il 31 dicembre 2022.
Sconti in fattura e crediti d’imposta sono utilizzabili, poi, per tutti i lavori cominciati entro il 16 febbraio 2023, giorno precedente all’entrata in vigore del decreto 11 del 2023 che ha bloccato le due opzioni per i nuovi cantieri. Dal 1° gennaio prossimo non si potranno più utilizzare sconto e cessioni e il superbonus scenderà al 70%.
Superbonus stop sconto cessione, ultime novità proroga
A meno di novità da qui all’approvazione della legge di Bilancio 2024, non ci sarà la proroga del superbonus 110% sui condomini, come richiesto anche da esponenti della maggioranza e dalle associazioni di categoria, Ance in testa. La proposta si fonda su una proroga della scadenza di tre o sei mesi per i lavori già avviati nel 2023 con uno stato di avanzamento degli interventi (Sal) del 30 per cento entro la fine di quest’anno.
Non ci sarà, con ogni probabilità, anche la proroga del superbonus sulle villette che già avevano ottenuto più slittamenti della scadenza. Rimane fissato al 31 dicembre il 110% per le villette che abbiano tagliato il 30 per cento di stato di avanzamento dei lavori entro il 30 settembre di un anno fa.
Bonus edilizi, come utilizzare la detrazione fiscale in dieci anni
La novità che dovrebbe arrivare dalla legge di Bilancio 2024 è la proroga, anche al prossimo anno, della detrazione fiscale in dieci anni. Si tratta di una misura già in vigore quest’anno per effetto di quanto prevede la legge di conversione del decreto 11 del 2023. Il provvedimento ha stabilito che le spese sostenute nel 2022 per i lavori del superbonus possano essere distribuiti su un periodo più lungo (dieci anni) a scelta del contribuente, in alternativa ai quattro anni. La nuova detrazione potrà essere fatta valere nella dichiarazione dei redditi del 2024.
Anche sulle spese sostenute nel 2023 il governo dovrebbe prevedere la possibilità di scelta della detrazione decennale. In questo modo, potranno essere ammessi alla detrazione un maggior numero di contribuenti dal momento che la rata annuale si riduce, avvantaggiando anche chi ha poca capienza fiscale.