Pensioni, ecco come cambierà la quota 103 nella nuova quota 104, in vigore dal 1° gennaio 2024. L’annuncio della nuova misura-ponte è arrivato nella giornata di ieri, 16 ottobre, dopo l’approvazione del disegno di legge di Bilancio nel Consiglio dei ministri del governo Meloni. Seguendo le scorse quota 100, quota 102 e quota 103, tutte non confermate oltre il loro periodo di sperimentazione, la nuova quota 104 darà la possibilità di uscita ai lavoratori al compimento dei 63 anni, unitamente a 41 anni di contributi.

Ma, come per quota 103, anche la quota104 dovrebbe stabilire dei bonus che premino i lavoratori che dovessero decidere di rimanere sul lavoro nonostante la maturazione dei requisiti per andare in pensione. Tale bonus, che si configura come un taglio dei contributi in busta paga a carico del lavoratore, dovrà integrarsi con il taglio del cuneo fiscale.

Pensioni, ecco come sarà la nuova quota 104: niente quota 41 per tutti

Dal 1° gennaio 2024, quota 104 prenderà il posto di quota 103. I requisiti per il pensionamento anticipato saranno l’età di 63 anni, unitamente a 41 di contributi versati. Già da tempo il governo aveva anticipato che la quota 41 per tutti, cioè slegata dai requisiti anagrafici e dagli altri paletti, non sarebbe stata introdotta nel prossimo anno. Per mesi si era ipotizzato una conferma di quota 103, in regime di sperimentazione fino al 31 dicembre 2023, e invece dal prossimo anno i lavoratori dovranno rimandare di un ulteriore anno la pensione.

Con quota 104, dunque, l’età richiesta slitta di un anno, allontanando ulteriormente i lavoratori precoci dall’uscita. Infatti, chi ha iniziato a lavorare in età adolescenziale e non ha subito buchi contributivi, raggiunge i 41 anni di contributi prima di compiere 60 anni. L’alternativa della quota 103 alla quota 41 per tutti aggiunge, nel prossimo anno, un ulteriore rimando. Ragione per la quale, ai lavoratori precoci converrà sempre di più accumulare qualche altro periodo di contributi per andare in pensione anticipata con le regole della riforma Fornero.

Infatti, la differenza tra la quota 41 senza paletti e la pensione anticipata di soli contributi è di 22 mesi per i lavoratori (necessari 42 anni e dieci mesi di contributi) e di 10 mesi per le lavoratrici (necessari 41 anni e dieci mesi di contributi). Con l’innalzamento dell’età si amplia ulteriormente la convenienza a puntare sulla pensione anticipata.

Pensioni quota 104, quali sono i requisiti per l’uscita anticipata

Intanto, dalla odierna quota 103, quota 104 dovrebbe ereditare due istituti. Il primo è la possibilità di poter scegliere di ricevere il bonus nel caso in cui, avendo maturato i requisiti dell’età di 63 anni e di contribuzione per 41 anni, si scelga di continuare a lavorare. In questo caso, il lavoratore può ottenere, direttamente in busta paga, la quota dei contributi che avrebbero dovuto essere versati dal datore di lavoro all’Inps per conto suo.

Bonus per rimandare la pensione anticipata anche nel 2024

L’incentivo, conosciuto come “bonus Maroni”, consente quindi di avere uno stipendio netto più alto per effetto del taglio dei contributi da versare. Rispetto al taglio del cuneo fiscale, i contributi non versati dal lavoratore per effetto dell’incentivo non si possono recuperare.

Nella misura del 6% e del 7%, in vigore negli ultimi sei mesi del 2023 e per tutto il 2024, i lavoratori recuperano i contributi per effetto degli incentivi versati dal governo. Per il datore di lavoro, invece, rimangono da pagare i contributi aziendali.

Importo massimo del trattamento di pensione

Un ulteriore paletto che potrebbe essere previsto nella normativa della quota 104 riguarda il tetto del trattamento mensile di pensione che l’Inps accredita al lavoratore. Per il 2023, infatti, l’Inps ha stabilito il tetto di pensione per quota 103 pari a 2.839,70, pari a cinque volte il trattamento minimo dell’Istituto di previdenza (567,94 euro). Se dovesse essere confermato anche nel 2024, il limite dovrebbe essere aggiornato ai valori del prossimo anno.