Pensioni, stipendi, lavoro e superbonus: sono questi gli ambiti per i quali il governo di Giorgia Meloni ha puntato molte delle risorse della Manovra 2024. A iniziare dalla nuova quota 104 e stop all’Ape sociale, per arrivare al taglio del cuneo contributivo sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, insieme alla riforma fiscale dell’Irpef, per finire alle novità del superbonus che allungherà la detrazione fiscale delle spese del 2023 ma vedrà scendere ulteriormente la percentuale di agevolazione fiscale.

Pensioni, stipendi, superbonus: tutte le novità della Manovra 2024

Nel disegno di legge di Bilancio non ci saranno grandi novità sulle pensioni. Quota 104 prenderà il posto della quota 103, consentendo ai lavoratori di uscire a 63 anni di età, unitamente a 41 anni di contributi. Rispetto al 2023, quindi, aumenta l’età di uscita anticipata. I lavoratori prossimi a raggiungere questi requisiti avranno la possibilità di scegliere di continuare a lavorare e di beneficiare del “bonus Maroni”, ovvero dell’accredito dei contributi previdenziali a proprio carico nella busta paga.

Variazioni si attendono sull’Ape sociale e sull’opzione donna che saranno uniti da un unico fondo, mentre in tema di aumenti dei trattamenti, il governo confermerà per il 2024 la valutazione super delle pensioni minime per chi abbia già compiuto 75 anni di età e l’aumento più contenuto per gli over 65.

Il settore della sanità pubblica beneficerà di 3 miliardi di euro, due dei quali andranno a fissare aumenti degli stipendi di medici, infermieri e operatori socio-sanitari (Oss), oltre al personale amministrativo degli ospedali. Di questi fondi, un miliardo finanzierà gli aumenti in busta paga per infermieri e medici sugli straordinari: dovrebbe arrivare la flat tax del 15 per cento sugli straordinari, con importi in aumento anche come paga oraria. Gli altri due miliardi finanzieranno il nuovo contratto 2022-2024, le cui trattative all’Aran partiranno nel prossimo anno come avverrà per gli altri comparti della Pubblica amministrazione.

Pensioni stipendi superbonus novità della legge di Bilancio 2024: rinnovo dei contratti del pubblico impiego

Sul nuovo contratto del pubblico impiego, il governo ha puntato 5 miliardi di euro della legge di Bilancio 2024. Dovranno finanziare il bonus del ritardato rinnovo contrattuale, già versato ai lavoratori della Pubblica amministrazione nel cedolino di agosto 2023. La misura dovrebbe essere ben più alta del 2023, anno in cui sono andati 23 euro mensili (con relativi arretrati dal 1° gennaio 2023) alle fasce retributive più basse, fino a 67 euro per quelle di quadri e dirigenti. Nel 2024 si potrebbe arrivare a bonus fino a 2.000 euro in busta paga, considerando gli arretrati spettanti.

Taglio cuneo contributivo, ecco quali sono i risparmi in busta paga

Sugli stipendi, il governo ha confermato il taglio del cuneo contributivo del 6% e del 7% per redditi fino a 35mila euro all’anno al lordo. La misura, già prevista dal decreto “Lavoro” del 1° maggio scorso, è già operativa nelle buste paga di 14 milioni di lavoratori dipendenti da luglio a dicembre 2023. La conferma per tutto il 2024 impegna 10 miliardi di euro della legge di Bilancio.

Arriverà anche l’anticipo della riforma fiscale per quanto attiene il riordino delle aliquote Irpef che diventeranno tre, rispetto alle attuali quattro. Il primo scaglione (fino a 15.000 euro con Irpef del 23%) sarà unito al secondo (da 15.001 a 28.000 euro al 25%), alla percentuale del 23%, con un risparmio di due punti percentuali per i redditi oltre i 15mila euro.

Tutte e due le misure (taglio del cuneo contributivo e riordino delle aliquote Irpef) produrranno risparmi che potranno avvicinarsi anche ai 1.400 euro lordi in un anno. Nella relazione del governo, si fa l’esempio di chi guadagna 27.500 euro all’anno: la riduzione di imposte e contributi è pari a 1.298 euro lordi.

Superbonus: stop a cessione crediti e sconto in fattura, scende il bonus

Sul superbonus c’è lo stop alla cessione dei crediti d’imposta e allo sconto in fattura, con allungamento dell’unica opzione a disposizione dei committenti, ovvero la detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi, a dieci anni. Scenderà la percentuale del superbonus, a meno di modifiche da qui a fine anno: nel 2024 l’agevolazione sarà del 70 per cento.

Sulle assunzioni si introdurranno nuovi bonus con azzeramento dei contributi: una super deduzione (fino al 130%, quindi copertura totale più ulteriore incentivo) è prevista per i datori di lavoro che assumano mamme, giovani, ex percettori del Reddito di cittadinanza, giovani, disabili e lavoratori svantaggiati.