Cos’è il rumore rosa e quali sono gli effetti positivi sulla salute? È ormai noto che alcune frequenze di rumore riescano ad avere risultati benefici sull’organismo umano, ma anche sulla mente e la psicologia.
Se però la dicitura rumore bianco è sufficientemente diffusa, di che cosa si tratta quando si parla di rumore rosa?
Cos’è il rumore rosa: caratteristiche generali
Con il termine rumore rosa si racchiudono tutti i suoni a bassa frequenza aventi una potenza superiore rispetto al rumore bianco.
È anche noto come flicker o rumore frattale ed è contraddistinto dal fatto che ogni intervallo di ottava trasporta una uguale quantità di energia sonora.
I suoni con questa particolare frequenza sono facilmente rintracciabili anche in natura. Esempi di rumore rosa sono infatti generati da:
- vento;
- onde;
- cascate;
- pioggia;
- brusio di un gruppo di persone che parla tranquillamente;
- motori a combustione;
- battito del cuore;
- movimento delle fronde e dei rami di un albero.
Il rumore rosa diminuisce di intensità con l’aumentare della frequenza, mentre il rumore bianco assume la stessa intensità a tutte le frequenze. Quest’ultimo non è udibile in natura ed è riproducibile ad esempio con l’azionamento di un phon.
Quindi la differenza risiede nel fatto che il rumore bianco ha un’ampiezza costante e non ha periodicità nel tempo. Il rumore rosa è invece più profondo e musicale e ha il vantaggio di essere rintracciabile in natura.
Entrambi hanno effetti positivi sul rilassamento. Infatti sono le alte frequenze a risultare sibilanti e perciò disturbanti tali da generare distrazioni e disagi.
Effetti sui neonati
La bassa frequenza associata al rumore rosa riesce ad avere un effetto calmante e rilassante. Risulta infatti molto efficace soprattutto nel far addormentare i neonati.
Non è però strano che il rumore crei una condizione ottimale per l’addormentamento? Il feto si è abituato per mesi a rumori provenienti dall’esterno prima della sua nascita.
Dopo lo sviluppo avvenuto nel grembo ascoltando il battito cardiaco e i movimenti gastro-intestinali della madre, i suoni amplificati, il vociare della madre o di altre persone, il neonato non è a suo agio nel totale silenzio.
Ecco allora che le basse frequenze di rumore bianco o rosa hanno effetto rilassante. Il vantaggio del rumore rosa è che è facilmente trovabile anche in natura e con la cadenza con cui cambia l’ampiezza dell’onda sonora crea un effetto più dolce. Una vera e propria ninna nanna. Il rumore rosa aiuterebbe non solo l’addormentamento ma a mantenere un sonno più profondo e riposante.
E sugli adulti?
Alcuni studi hanno dimostrato che dormire con il sottofondo del rumore rosa non solo garantisce una durata di riposo più lunga ma anche una fase di sonno profondo più lungo.
Ciò aiuterebbe a migliorare la memoria a breve e lungo termine. Ed infatti le persone sottoposte a questa ricerca riuscivano a ricordare un maggior numero di parole mostrate loro la sera precedente.
Gli effetti non si limitano però alla sola qualità del riposo notturno. Una ricerca condotta dall’Università di Zurigo ha correlato l’esposizione al rumore rosa durante il sonno ad un miglioramento della funzione cardiaca. Il dato è stato misurato attraverso ecocardiografia che ha valutato la contrazione del ventricolo sinistro.
Lo studio ha analizzato il sonno di 18 adulti maschi in buona salute dell’età compresa tra 30 e 75 anni. I soggetti hanno dormito per tre notti non consecutive all’interno del laboratorio di registrazione del sonno e dell’attività cerebrale del centro di ricerca.
Durante due delle tre notti un computer ha riprodotto rumore rosa quando il singolo soggetto stava riposando in uno stato profondo. L’esposizione a questa frequenza ha allungato il tempo di riposo profondo rispetto alla terza notte, quella priva di stimolazione sonora.
Il test ha così mostrato come sia migliorata sia la sistole, cioè la fase di contrazione del muscolo cardiaco, che la diastole, ovvero quella di rilassamento, soprattutto del ventricolo sinistro.
Sebbene limitato solo a individui maschili, la ricerca ha posto le basi per indagare ulteriormente come questa tecnica possa essere un’efficacia modalità di prevenzione cardiovascolare.