Il dramma dell’attacco terroristico di ieri 16 ottobre in Belgio, vicino Schaerbeek, colpisce per la sua violenza e per le motivazioni ancora oscure. La puntata di oggi 17 ottobre di “AAA – Stabilità Cercasi“, in onda su Radio Cusano Campus e condotta da Livia Ventimiglia e Simone Lijoi, ha raccolto il commento di Aldo Giannuli, storico e politologo direttore del centro studi “Osservatorio Globalizzazione“. La studioso ha spiegato quali sono le prospettive che si possono presentare oggi in Europa riguardo il terrorismo e i possibili motivi dell’attentatore.
Aldo Giannuli, direttore di “Osservatorio Globalizzazione”: “Hama spinge per l’allargamento del conflitto, c’è stato un collasso dell’intelligence”
Livia Ventimiglia e Simone Lijoi iniziano la loro intervista ad Aldo Giannuli, uno dei principali esperti di intelligence del panorama italiano e della strategia della tensione, domandandogli del clima di paura che si è creato oggi in Europa, dopo che già il conflitto in Ucraina e quello in Israele avevano impattato sulla vita quotidiana degli europei. Il professor Giannuli lega l’attentato di ieri alla situazione odierna del conflitto fra Hamas ed Israele:
“Oggi ci troviamo in un bruttissimo punto: l’ISIS ai tempi era il punto focale dello scontro ed oggi è stato sconfitto, ma non è scomparso, come non sono scomparsi gli altri gruppi come Al Qaeda, Boko Haram in Nigeria. Adesso eravamo in una fase di apparente stasi: l’attentato di Hamas probabilmente scatenerà una nuova ondata di terrorismo islamico che spingerà per l’allargamento del conflitto. Temo che le perdite nel giro di qualche settimana si moltiplicheranno a Gaza: siamo di fronte alla più grande carneficina dal 1948“.
I servizi segreti israeliani hanno fatto mea culpa, ma cosa ne pensa il professor Giannuli? Rispetto al terrorismo dell’ISIS, oggi cosa è cambiato?
“Faccio presente che negli ultimi 3-4 anni c’è stato un collasso dell’intelligence mondiale: americani e russi hanno sbagliato clamorosamente sull’Ucraina e la guerra va avanti da 2 anni, i francesi non sono stati capaci di capire cosa stesse maturando nella Francafrique: stiamo pagando il prezzo di errori accumulati negli ultimi 15-20 anni, prima di tutto il mito della tecnologia. Puoi anche non fare politica perché hai un potere di deterrenza assoluta. Hamas ha mostrato che con droni da 50 euro di poter catturare le batterie antiaeree israeliane. Qui si è aggiunta anche l’atteggiamento un pizzico razzista degli israeliani, che considerano gli altri incapaci di fare queste cose: non puoi pensare che non siano capaci di fare queste cose e invece le hanno fatte“.
Ovviamente l’attuale preoccupazione, sia a livello politico sia popolare, è se a breve ci sarà un ritorno in grande stile del terrorismo in Europa. Il professor Giannuli teme che ci saranno altri attentati:
“Io mi auguro di no, ma temo che possa accadere: questi di Hamas hanno dimostrato di essere capaci di concepire una strategia e una delle cose più facili da immagine è che Hamas abbia seminato in Europa e nei paesi del Medioriente di cellule dormienti che stanno attivando. Probabilmente assisteremo ad una nuova ondata peggiore di quella che abbiamo conosciuto, ma spero di sbagliarmi: brinderò se questo non dovesse accadere”.
“Un errore il culto della tecnologia e non si vede un minimo di iniziativa europea”
I due conduttori hanno quindi chiesto a Giannuli se c’è un punto preciso nella storia politica internazionale ed europea che ha portato alla situazione confusa e preoccupante di oggi. Il professore risponde indicando anche il motivo degli errori europei e non: troppa fiducia nella superiorità della tecnologia nell’intelligence.
“Lì c’è stato l’inizio dell’errore del culto della tecnologia: si decise che la situazione con Echelon fosse sotto controllo. Successe che un gruppetto di terroristi islamici prendesse lezioni di volo proprio lì, sotto il loro naso. L’errore del culto della tecnologia risale a più di vent’anni fa. Dopo vent’anni gli americani sono dovuti rientrare dall’Afghanistan con le pive nel sacco: io sono un difensore della cultura occidentale, ma non è questo il modo di imporre le cose. Oggi stiamo peggio di prima perché c’è il collasso dell’ordine mondiale: abbiamo avuto Covid, terrorismo e Hamas“.
Infine, Ventimiglia e Lijoi chiedono al professor Giannuli un parere su cosa potrebbe accadere in futuro, quale potrebbe essere il prossimo scenario internazionale da affrontare:
“Si può fermare questa deriva verso l’abisso, ma questo richiederebbe consapevolezza e saggezza di cui purtroppo non si avvertano i segnali: di fatto noi stiamo andando verso una guerra mondiale a rate, per gruppi e mezzi. Io ho la forte sensazione di un nuovo conflitto continentale in Africa come alla fine degli anni ’90, temo una nuova ondata di terrorismo in Europa e la guerra in Ucraina non si è ancora fermata. Temo che la guerra mondiale a rate sia tremendamente realistica come scenario, gli Stati Uniti hanno una leadership politica di rara incapacità e non c’è un minimo di iniziativa europea. Quelli che potrebbero avere iniziativa non ce l’avrebbero: non perché sono i migliori, ma perché sono i più forti. Il debito mondiale inoltre non è mai stato a questi livelli”.