Sono davvero tante le persone che hanno animali domestici, ma che forse non sanno che esiste un bonus per 2023: quando è possibile richiederlo? In realtà, ci sono diverse agevolazioni alle quali, in presenza di determinate condizioni e requisiti è possibile accedere. Non esiste un vero e proprio bonus, ma ci sono diverse misure portate avanti dalle amministrazioni per sostenere le spese necessarie per prendersi cura dei nostri amici a quattro zampe.
Anche se non esiste un bonus, a livello nazionale è in vigore una detrazione al 19%, valida per le visite dal veterinario, per l’acquisto di farmaci e molto altro ancora. Un vero e proprio sostegno cruciale per chi adotta animali domestici in tutta Italia.
Vediamo quando spetta e come funziona, fin quando è possibile richiederlo e se si deve rispettare una determinata soglia Isee.
Cos’è e come funziona il Bonus animali domestici 2023
Quando sentiamo parlare del Bonus animali domestici 2023, non si deve pensare ad una misura unica, ma ad una serie di agevolazioni rivolte ai proprietari di animali. Si pensi, per esempio, alla possibilità di portare in detrazione dal reddito tutte le spese sostenute e ammesse per le visite veterinarie o per l’acquisto di medicinali.
Ci sono stati diversi tentativi di istituire un bonus nazionale, ma ad aggi una vera e propria misura non esiste. Possiamo ricordare, però, il caso dell’emendamento alla Legge di Bilancio del 2023, che prevedeva un contributo pari a 150 euro l’anno.
Quindi, a livello nazionale esiste solo la detrazione fiscale, fruibile solo in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi. Ci sono, però, diverse misure previste dalle amministrazioni locali, diverse dalla Regione o dal Comune di residenza.
Parliamo dell’unico bonus statale esistente: la detrazione fiscale. Abbiamo anticipato che si tratta di una detrazione fiscale del 19%, sulle seguenti spese veterinarie:
- Visite specialistiche;
- Interventi di chirurgia;
- Esami in laboratorio;
- Acquisto di farmaci prescritti.
L’importo è variabile in base al tipo di spesa effettuata, ma ci sono comunque limiti minimi e massimi da rispettare. La franchigia minima è pari a 129,11 euro e il limite massimo di spesa che è possibile detrarre è pari a 550 euro. La franchigia sta ad indicare che i contribuenti che hanno spese meno di 129 euro l’anno non hanno la possibilità di detrarre nulla.
Fino a quando è possibile richiederlo
Il Bonus, come detto, può essere richiesto in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi. Pertanto, si può chiedere una sola volta attraverso la presentazione del Modello 730 o del Modello Redditi.
Come fare? È sufficiente indicare i costi negli spazi dedicati del modulo dichiarativo, autonomamente oppure rivolgendosi ad un commercialista o un CAF.
Nel 730, si devono compilare le righe da E8 a E10, del Quadro E. si deve riportare il codice 29 per le spese veterinarie e l’importo nell’anno di imposta in esame. Idem, per i contribuenti che presentano la dichiarazione dei redditi utilizzando il Modello Redditi PF.
Bisogna tenere a mente che il rimborso è ottenibile solo se le spese sostenute sono tracciabili. Pertanto, sono necessarie le fatture per le spese veterinarie, mentre è sufficiente lo scontrino parlante per le spese sostenute per l’acquisto di farmaci veterinari.
Quali sono le altre misure a livello locale
Ci sono anche misure locali come nel Comune di Pisa, dove ogni anno si ripete l’iniziativa “bonus animali d’affezione” che prevede un rimborso una tantum per le spese veterinarie. Il Comune di Lucca riconosce un contributo del valore di 125 euro sempre a sostegno delle visite veterinarie e dell’acquisto di farmaci.
Ci sono anche Comuni che incentivano le adozioni in canile, come il Comune di Castel Mella, il quale riconosce un contributo dai 100 ai 200 euro per l’adozione di cani o gatti presenti nei rifugi comunali.
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